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Durban: un barlume di speranza per il Fondo verde sul clima

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Dal nostro inviato a Durban John Keyman Anche se non ci sono i presupposti per dare seguito alla proroga del Protocollo di Kyoto, qui a Durban ci si avvia alla conclusione della 17 ° Conferenza delle Parti (COP17) della convenzione quadro delle Nazioni Unite 'sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che registrano già da martedì colloqui ad alto livello per tentare di superare le differenze su questioni importanti rimaste impantanate. Purtuttavia, un barlume di speranza aleggia sulla realizzazione del Fondo verde per il clima. I colloqui ad alto livello sono concentrati su due questioni spinose lasciate irrisolte nel corso dei colloqui preliminari,  e che sono il periodo di impegno ai sensi del protocollo di Kyoto e l'istituzione del GCF (Green Climate Fund), il fondo verde per il clima. In un discorso ai delegati, il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ha invitato la comunità internazionale a "mantenere l'impulso" nella lotta contro il cambiamento cli

Concluso a Cancun il vertice sul clima

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La Conferenza sul clima di Cancun (Cop16) ha approvato un pacchetto di misure, tracciando una strada (obiettivi a lungo termine, tra cui un fondo verde e il riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi) per un'intesa contro il caos climatico, con il solo dissenso dell' Alternativa bolivariana , che appoggia, invece, un testo ben piu' ambizioso, ma anche piuttosto illusorio, visto che propone ai paesi industriali di dare ai paesi più poveri l'equivalente della metà delle spese per la difesa e la sicurezza di essere aiutati nell'affrontare il riscaldamento globale, eliminando i brevetti sulle tecnologie legate al clima. L'intesa raggiunta a Cancun consta di un taglio delle emissioni del 25-40% rispetto al livello del 1990 entro il 2020 e il futuro del Protocollo di Kyoto (KP); probabilmente un secondo e più ampio trattato sui cambiamenti climatici, dovrà essere negoziato ed adottato sin dal prossimo Cop17 , che si svolgerà a

Cancun: comunque vada è stato un successo per l'industria verde

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Soltanto in giornata saremo in grado di capire com'è andato il vertice sul clima di Cancun (COP16).  Da quello si pensava dovesse essere un vertice sul clima con una struttura politica, che avrebbe messo insieme 190 paesi con l'obiettivo di dipanare soprattutto le controversie sui finanziamenti per il clima, la salvaguardia delle foreste (REDD) e il prolungamento o meno del protocollo di Kyoto, si sta invece rivelando il più grande business dell'industria verde, con molte buone proposte di qualità, di cui un 40% messo in moto dai paesi asiatici (Cina, India, Corea del sud e Giappone) .  E' stato previsto per il 2020 un giro d'affari di 2.300 miliardi di dollari (secondo Pew Charitable Trusts ) e la creazione di 20 milioni di posti di lavoro, di cui una buona parte nel settore rifiuti. A Cancun si spera di raggiungere un accordo sui REDD ( Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation ), il negoziato sulle foreste sostenuto dalle Nazioni Unite

Cancun: la voce dei paesi più vulnerabili

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Con la speranza che gran parte della popolazione mondiale possa riuscire a vincere sui grandi della Terra, il premier keniano Raila Odinga , molto popolare in Kenia col nome di Agwambo , ha convocato una riunione con tutti i paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici, decisi anche loro, come alcuni paesi poveri ed emergenti, a far sentire la loro voce a Cancun .   Gli stati poveri, piccoli e vulnerabili rappresentano circa 80 nazioni che Odinga ha unito in un blocco comune, il quale chiede di limitare il più possibile la temperatura del pianeta, magari in un nuovo trattato climatico. Sono piccoli Stati insulari, che temono di essere cancellati dalla carta geografica, per via  dell'innalzamento del livello dei mari, dovuto allo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e in Antartide. Proprio perchè il cambiamento climatico minaccia l'intera umanità, ogni nazione si è avvicinata ai colloqui con i suoi interessi nazionali strategici in mente. " E perchè il Kenia

Cancun: entra in scena WikiLeaks

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 L'effetto Wikileaks ha colpito anche la Conferenza sul clima che si sta svolgendo a Cancun . Difatti, dal famigerato sito dell'australiano Julian Assange i l Guardian ha tratto una serie di cablogrammi tra USA e Ue in cui viene rivelato come gli Usa  hanno manipolato l'accordo svoltosi lo scorso anno a Copenaghen. Coinvolto anche il nuovo presidente dell'Unione Europea Herman van Rompuy, nominato appena una settimana prima dell'apertura del vertice di Copenaghen, il quale aveva incontrato un diplomaticon statunitense  il 23 dicembre dello scorso anno nel cavernoso edificio di Justus Lipsius, che è la sede UE a Bruxelles. Herman van Rompuy si era lamentato con il diplomatico statunitense del trattamento riservato alla Ue nel vertice di Copenhaghen, da lui definito una "catastrofe incredibile", mostrandosi sprezzante e pessimista, sia per quanto riguarda i negoziati di Cancun e circa la struttura "poco maneggevole" delle conferenz

Cancun: perfino Al Gore è depresso

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Sembra che al riscaldamento globale (global warming) ormai non ci pensa più nessuno. Passata l'attenzione generale dai tempi della Conferenza di Bali del dicembre 2007, e della finta euforia del freddo vertice di Copenaghen 2009, nonchè al ripensamento pubblico dell'icona ambientalista di primo pelo Al Gore , il quale oggi, nonostante il suo stato depresso per come sta andando il vertice di Cancun, si rammarica della posizione presa a suo tempo sulle agevolazioni fiscali per i carburanti alternativi di prima generazione, come l'etanolo di mais, che però non ha funzionato, in quanto i rapporti di conversione energetica si sono rivelati molto esigui ed hanno causato qualche problema nelle questioni alimentari.    Adesso per lui si apre un'altra prospettiva: un etanolo migliore, una miscela dei suoi investimenti verdi, Abengoa Bioenerym , da cui spera di trarre profitto e ottenere sovvenzioni da parte del governo. Insomma a Cancun si respira un'aria di s

Singolare barriera corallina nel mare di Cancun

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Jason de Caires Taylor è un artista britannico che si è preso la briga di costruire nel fondo del mare di Cancun, a Isla Mujeres National Marine Park , nel Messico, una barriera artificiale formata da 400 sculture di persone reali, scelte tra i turisti locali. In questo modo egli intende incoraggiare la crescita del corallo.   Il progetto, denominato The Museo Subacuatico de Arte (MUSA) , realizzato a ridosso del vertice sul clima che si terrà a dicembre, si propone di alleggerire la pressione sulle barriere naturali della zona causata da più di mezzo milione di turisti che affollano la regione ogni anno, auspicando, pertanto, un habitat per la vita marina. Per realizzare la barriera artificiale, costruita con materiali porosi, de Caires Taylor vi ha impiegato circa un anno. Immagine: www.newscientist.com

Cambiamenti climatici: la prima volta della Cina...

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Questa settimana segna una prima assoluta per la Cina, il più grande emettitore di gas serra al mondo (ma non pro-capite ) , e il Paese che molto probabilmente sarà protagonista assoluto delle decisioni climatiche nei decenni a venire, il quale, per la prima volta ospita una riunione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici . Se la location potrà avere un ruolo importante per il progresso dei colloqui non ci è dato sapere.   Saprà la Cina utilizzare il palcoscenico mondiale per annunciare misure volte a ricostruire la fiducia nel processo di frattura con le Nazioni Unite, quali una stretta sulle normative in materia di efficienza energetica o la concessione di una verifica internazionale sulle emissioni? Vorrà procedere con un atteggiamento meno astioso e più costruttivo verso le nazioni industrializzate, in particolare con gli Stati Uniti, che non hanno mantenuto gli impegni presi sulla questione climatica, oppure ...? La risposta l'avremo entro il fine settimana, i

La Conferenza sul clima di Cancun sarà deludente?

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Sebbene mancano circa tre mesi alla Conferenza Onu sul clima che si terrà a Cancun il prossimo dicembre, e che vedrà riuniti i rappresentanti di imprese, governi, ONG, mondo accademico e società civile di tutto il mondo per riaccendere il dialogo internazionale sul clima, l'aria che si respira già da un pezzo tra le varie delegazioni mondiali, Cina e India in testa, non è certo tra le migliori. Per molti, la Conferenza sul clima sarà un vertice di soldi, non di un accordo giuridicamente vincolante. Forse al COP16 che prenderà il via nella ridente località messicana si potrà ancora produrre una manciata di accordi significativ i anche se non verrà sfornato alcun trattato legalmente vincolante sul riscaldamento globale.  Christiana F igueres , responsabile della convenzione Onu sul cambiamento climatico , ha detto che si aspettava qualche sviluppo nei trasferimenti di tecnologia verde alle nazioni in via di sviluppo "attraverso la formazione di un meccanismo che av