World Cup South Africa 2010: Algeria football
Il Mondiale di Calcio per nazioni si terrà in Sudafrica dall'11 giugno all'11 luglio 2010. Una grande vetrina per il martoriato continente nero che ospita per la prima volta la grande competizione calcistica.
In diverse occasioni mi sono occupato di Africa, motivato dal fatto che nel continente più disgraziato della Terra, un sommovimento di popoli, culture e razze sta vivendo una lenta ma inesorabile fibrillazione.
Del resto, perchè deve essere l'Africa a dover pagare il prezzo più salato nella guerra che l'Occidente, con oltre un secolo alle spalle d'inquinamento a go-go, ha dichiarato ai cambiamenti climatici e che vuole combattere soprattutto in terra d'Africa?
Il Professor Echos, come ha già fatto su Blogosfere gli scorsi mondiali in Germania, dedicherà alcuni post all'avvenimento, dedicati alle nazionali africane presenti in Sud Africa: Algeria, Ghana, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria e lo stesso Sudafrica.
Iniziamo questo percorso "economicsocialcalcistico" con l'Algeria football team, in cui il coach Rabah Saadane sta vivendo un momento difficile con la Federazione, la quale, intendendo fare bella figura in vista del 2010 FIFA World Cup South Africa, ci tiene a rafforzare la propria nazionale. Il 64enne tecnico de Les Fennecs, tentando un'ultima carta, pare abbia trovato un curioso stratagemma, facendo pubblicare su Internet un annuncio pubblicitario, nel quale propone ad algerini dai piedi buoni presenti nelle squadre di calcio europee (figli o nipoti di immigrati ) a farsi vivi con lui tramite una email.
Per "la volpe del deserto", così viene definita la nazionale di calcio algerina, in Coppa del Mondo 2010 grazie a un micidiale spareggio vinto contro l'Egitto, questa è la terza volta che si qualifica alla fase finale della competizione mondiale. Le altre altre 2 volte sono state 1982-1986.
Alla squadra spetta raggiungere uno storico obiettivo: la qualificazione agli ottavi. Sarà l'imprevedibilità e il brio di Meghni e Ziani a lanciare l'Algeria, inserita in un raggruppamento tosto, verso il successo?
Il vasto paese nord africano è per superficie nel continente secondo al solo Sudan. Esso ha avuto la sua indipendenza nel 1962, dopo un lungo periodo di scontri urbani, attentati, guerriglia e repressione, durato otto anni, che videro opporsi il Fronte di liberazione nazionale (FLN), con ampi consensi tra la popolazione araba, l'esercito francese e i Francesi d'Algeria.
Dell'Algeria, le guide turistiche dicono "un'Africa ancora mediterranea dove il blu del mare trascolora nel bianco degli edifici di Algeri alla sterile distesa del Sahara che termina ai margini delle savane dell'Africa nera". Ma l'Algeria vuol dire anche "deserto del Sahara", di cui ne occupa una parte del territorio sud, in cui il 90% della popolazione è di etnia Tuareg. Nel deserto si possono vedere anche spettacolari altopiani rocciosi a gradinate sormontati da pinnacoli isolati, resti di antiche attività vulcaniche. Il deserto del Sahara è il più grande deserto del mondo: si estende per circa 1600 km da nord a sud, per 5150 da est a ovest, e ha una superficie complessiva di oltre 9 milioni di km2, dei quali circa 207.000 occupati dalle oasi. Marocco, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Mali, Niger, Ciad e Sudan ne occupano il resto.
Oggi il Paese, che a differenza di altri paesi africani che importano macchinari, ha sviluppato una propria industria pesante nei settori siderurgico, meccanico, petrolchimico... forma l'ossatura dell'economia ( generando circa il 30% del prodotto interno lordo ed oltre il 95% del valore delle esportazioni), sull'estrazione dei combustibili fossili. Le riserve petrolifere sono stimate in 12,2 miliardi di barili e fanno dell'Algeria il 17° paese al mondo in termini di dotazioni di questa risorsa naturale. Abbondanti anche le riserve di gas (è il secondo fornitore italiano dopo la Russia), di cui possiede la quinta riserva più grande al mondo. Tuttavia, benché il sottosuolo algerino sia ricco di risorse (ferro, fosfati, zinco, piombo), l'economia resta fortemente vincolata alle entrate legate al settore degli idocarburi. Di recente sono stati scoperti importanti giacimenti auriferi, diamantiferi e uraniferi. Oltre alle industrie legate al settore energetico e minerario sono da rilevare quelle relative all'agroindustria.
A livello alimentare, molto viene importato. Nel settore agricolo (17% del PIL) i prodotti principali sono cereali, foraggio, frutta e ortaggi (meloni, uva da vino e da tavola, agrumi, olive, datteri, fichi, patate). La silvicoltura fornisce legna, cortecce per la concia delle pellie sughero. Importante la pesca: l'Algeria ha una grande flotta di pesca. Commercialmente si distingue per la pesca di acciughe, tonno, pesce spada, crostacei e molluschi. Le foreste coprono meno dell'1% del territorio: la maggior parte è sottobosco, dove si possono trovare alberi di querce da sughero, pini d'Aleppo, lecci, e cedro...
Contributo by:
DEVPRENHALLCOM
MAREMEDITERRANEOIT
VIAGGISCOOPIT
In diverse occasioni mi sono occupato di Africa, motivato dal fatto che nel continente più disgraziato della Terra, un sommovimento di popoli, culture e razze sta vivendo una lenta ma inesorabile fibrillazione.
Del resto, perchè deve essere l'Africa a dover pagare il prezzo più salato nella guerra che l'Occidente, con oltre un secolo alle spalle d'inquinamento a go-go, ha dichiarato ai cambiamenti climatici e che vuole combattere soprattutto in terra d'Africa?
Il Professor Echos, come ha già fatto su Blogosfere gli scorsi mondiali in Germania, dedicherà alcuni post all'avvenimento, dedicati alle nazionali africane presenti in Sud Africa: Algeria, Ghana, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria e lo stesso Sudafrica.
Iniziamo questo percorso "economicsocialcalcistico" con l'Algeria football team, in cui il coach Rabah Saadane sta vivendo un momento difficile con la Federazione, la quale, intendendo fare bella figura in vista del 2010 FIFA World Cup South Africa, ci tiene a rafforzare la propria nazionale. Il 64enne tecnico de Les Fennecs, tentando un'ultima carta, pare abbia trovato un curioso stratagemma, facendo pubblicare su Internet un annuncio pubblicitario, nel quale propone ad algerini dai piedi buoni presenti nelle squadre di calcio europee (figli o nipoti di immigrati ) a farsi vivi con lui tramite una email.
Per "la volpe del deserto", così viene definita la nazionale di calcio algerina, in Coppa del Mondo 2010 grazie a un micidiale spareggio vinto contro l'Egitto, questa è la terza volta che si qualifica alla fase finale della competizione mondiale. Le altre altre 2 volte sono state 1982-1986.
Alla squadra spetta raggiungere uno storico obiettivo: la qualificazione agli ottavi. Sarà l'imprevedibilità e il brio di Meghni e Ziani a lanciare l'Algeria, inserita in un raggruppamento tosto, verso il successo?
Il vasto paese nord africano è per superficie nel continente secondo al solo Sudan. Esso ha avuto la sua indipendenza nel 1962, dopo un lungo periodo di scontri urbani, attentati, guerriglia e repressione, durato otto anni, che videro opporsi il Fronte di liberazione nazionale (FLN), con ampi consensi tra la popolazione araba, l'esercito francese e i Francesi d'Algeria.
Dell'Algeria, le guide turistiche dicono "un'Africa ancora mediterranea dove il blu del mare trascolora nel bianco degli edifici di Algeri alla sterile distesa del Sahara che termina ai margini delle savane dell'Africa nera". Ma l'Algeria vuol dire anche "deserto del Sahara", di cui ne occupa una parte del territorio sud, in cui il 90% della popolazione è di etnia Tuareg. Nel deserto si possono vedere anche spettacolari altopiani rocciosi a gradinate sormontati da pinnacoli isolati, resti di antiche attività vulcaniche. Il deserto del Sahara è il più grande deserto del mondo: si estende per circa 1600 km da nord a sud, per 5150 da est a ovest, e ha una superficie complessiva di oltre 9 milioni di km2, dei quali circa 207.000 occupati dalle oasi. Marocco, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Mali, Niger, Ciad e Sudan ne occupano il resto.
Oggi il Paese, che a differenza di altri paesi africani che importano macchinari, ha sviluppato una propria industria pesante nei settori siderurgico, meccanico, petrolchimico... forma l'ossatura dell'economia ( generando circa il 30% del prodotto interno lordo ed oltre il 95% del valore delle esportazioni), sull'estrazione dei combustibili fossili. Le riserve petrolifere sono stimate in 12,2 miliardi di barili e fanno dell'Algeria il 17° paese al mondo in termini di dotazioni di questa risorsa naturale. Abbondanti anche le riserve di gas (è il secondo fornitore italiano dopo la Russia), di cui possiede la quinta riserva più grande al mondo. Tuttavia, benché il sottosuolo algerino sia ricco di risorse (ferro, fosfati, zinco, piombo), l'economia resta fortemente vincolata alle entrate legate al settore degli idocarburi. Di recente sono stati scoperti importanti giacimenti auriferi, diamantiferi e uraniferi. Oltre alle industrie legate al settore energetico e minerario sono da rilevare quelle relative all'agroindustria.
A livello alimentare, molto viene importato. Nel settore agricolo (17% del PIL) i prodotti principali sono cereali, foraggio, frutta e ortaggi (meloni, uva da vino e da tavola, agrumi, olive, datteri, fichi, patate). La silvicoltura fornisce legna, cortecce per la concia delle pellie sughero. Importante la pesca: l'Algeria ha una grande flotta di pesca. Commercialmente si distingue per la pesca di acciughe, tonno, pesce spada, crostacei e molluschi. Le foreste coprono meno dell'1% del territorio: la maggior parte è sottobosco, dove si possono trovare alberi di querce da sughero, pini d'Aleppo, lecci, e cedro...
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