O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, oppure...

O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, negozi, centri commerciali con mazze da baseball, catene, spranghe, dando fuoco a automobili, cassonetti dei rifiuti, motorini e quant'altro, con l'unico scopo di distruggere ogni cosa che ci capita a tiro, guereggiando con le forze dell'ordine che hanno l'ingrato compito di riportare l'ordine, o ritorniamo in noi e affrontiamo meno nervosamente la questione.

Nel primo caso, quello che ci aspetta è solo la distruzione di ogni cosa, il baratro che ci risucchia nel vortice di una violenza senza fine che apparentemente sembra giustificabile, o altrimenti affrontiamo il problema di petto e lo risolviamo con i mezzi che questa società ci mette a disposizione: comunicazione e mercati. Io sono per quest'ultima ipotesi.

Viviamo in una società capilistica, probabilmente con qualche difetto, visto che, da come si può vedere in questa crisi economica, sono i mercati a comandare più che gli uomini volenterosi.

Quanto accaduto in questo straordinario 2011, dalla rivolta del mondo arabo alle violente proteste dei ragazzi delle periferie britanniche, molti di colore, figli di coloro che sono venuti a vivere in Occidente per dare una svolta alla loro difficile vita, abbandonando i loro paesi, la loro cultura, la loro religione, le lor famiglie originali... ma che non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, trovandosi dunque a vivere nei sobborghi degradati di Londra, Liverpool, Manchester...è sintomatico  di una società malata che non ha da offrire nulla di buono a eserciti di giovani delusi e amareggiati che sfogano la loro rabbia con la violenza.

Non c'è lavoro ma tanta disoccupazione, ricchi che si arricchiscono sempre più, mass media che ci tempestano d'informazioni che servono solo ad annebbiare i nostri cervelli già duramente provati dalla perdita di speranza: non si può mettere su famiglia senza lavoro, non ci si può comprare una casa, non si possono fare i viaggi, tanto propogandati, appunto dai media, non si può costruire nessuna attività se non hai una lira, ne tantomento pensare di avere una vecchiaia serena se non hai una pensione: già è molto problematico per coloro che ce l'hanno!

Ebbene, bisogna fare qualcosa di diverso per cambiare questo stato di cose. Forse vale la pena di combattere questo ingrato sistema usando le stesse armi che il sistema usa per aggredire sempre più una società potenzialmente passiva e povera d'idee. Bisogna attivarsi usando più il cervello che il bastone; bisogna utilizzare le cose positive, appunto comunicazione, mercati, senza aspettarsi nulla dagli altri ma tirando fuori le potenzialità che ciascuno di noi ha.

Comunicazione, che tanto ha fatto bene alla primavera araba e mercati, che non possono comandare il mondo.

Per ora mi fermo qui, ma ovviamente ritornerò su questo argomento, anzi credo che d'ora in poi sarà il leit motiv di questo blog, che si è stancato di parlare di ambiente, tanto ce ne sono tanti di siti e di blog che affrontano l'argomento con più competenza e passione.


A risentirci, dunque!


Immagine: photography.hakan.me.uk

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