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Visualizzazione dei post con l'etichetta guerra

L'alba del nuovo impero - 4

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Quanto sta accadendo in Nord Africa, ma anche nel Medio Oriente e nella penisola arabica, dove la rivolta del popolo ha infiammato le piazze e le strade di molte capitali, è senza dubbio una vicenda epocale di proporzioni  gigantesche che, per la sua imprevedibilità, ha spiazzato l'intera comunità mondiale, oltre che il sottoscritto blogger, impegnato nella stesura de "L'alba del nuovo impero ", da cui però prende spunto per farne, almeno nella prima parte del presente post, il prologo ideale a tutto il discorso che si sta facendo da un po' di tempo. Questa rivolta dei poveri che chiedono dignità e pane, è nata in Tunisia nel momento in cui un giovane ambulante, che vendeva frutta e verdura per le strade col  suo carrettino, si è trovato a dover discutere con dei zelanti tutori dell'ordine, i quali servendosi di regolamenti, multe e vessazioni lo hanno condotto a compiere l'estremo sacrificio, appiccandosi fuoco con  la benzina e morendo così tra atroc

Libia: almeno questo, noi italiani sappiamo farlo bene!

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Mentre gli USA tentennano nell'applicare la " no fly zone ", anche perchè bisognerebbe neutralizzare l'artiglieria antiaerea libica - e questo varrebbe già come un'azione militare, c'è il timore di far sprofondare la Libia nel caos trasformandola in una gigantesca Somalia.  Da Il Cairo i ministri degli esteri della Lega Araba avvertono che nessun intervento straniero sarà tollerato ma si potrebbe applicare una zona d'intermediazione aerea in Libia assieme all' Unione africana. Intanto navi da guerra di vari paesi occidentali si dirigono verso la Libia. Tra esse, 3 navi americane, il  cacciatorpediniere USS Barry , attualmente nella parte sud occidentale del Mediterraneo, e le navi d'assalto anfibio degli Stati Uniti  la USS Kearsarge (nell'immagine) e la [USS] Ponce che hanno raggiunto il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez per posizionarsi al largo delle coste libiche - compresa la sua capitale , Tripoli.   Più di 200 anni

Afghanistan: energia solare benedetta

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  Energia solare benedetta!  Già, proprio così, visto per come si rende utile in Afghanistan ! Con quasi un ferito americano per ogni 24 convogli di rifornimento di carburante che giungono a destinazione, la sicurezza energetica è diventata una necessità nel tentativo di allungare i rifornimenti di carburante e salvare vite umane.  Difatti, proprio per le imboscate che subiscono i convogli, colpiti da ordigni esplosivi  IED (Improvised Explosive Devices), la fornitura di carburante è diventata molto pericolosa. E nella valle del Sangin , una delle zone più pericolose dell'Afghanistan,  nella provincia di Helmand, luogo in cui sono stati uccisi oltre 100 soldati britannici, ridurre il consumo di carburante può fare la differenza. Perciò si è dovuti ridurre il consumo di carburante da venti litri a meno di tre litri al giorno... aiutati dall'energia solare. I marines e i marinai della Forward Operating Base Jackson   hanno trovato che l'uso di fonti di energia

Myanmar: la sommossa dei gruppi etnici

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Sebbene uno degli aspetti più positivi delle elezioni tenutasi di recente nel Myanmar è stata la creazione , nell'ambito di una nuova struttura di governo, di assemblee elette regionali che danno alle minoranze etniche del Myanmar una partecipazione formale al governo, specie alle regioni di Shan e Arakan , il nuovo governo birmano non ha alcuna intenzione di aprire ai gruppi etnici.  La giunta militare vuole disarmare le milizie etniche ma queste non ci stanno. Alcuni gruppi etnici si sentono esclusi dalla vita politica e potrebbero ribellarsi violentemente. Nel mentre, i rappresentanti di 2 gruppi etnici armati si sono incontrati nel quartier generale del Shan State Army-South (SSA-South) , una delle fazioni ribelli più importanti nella grande lotta contro il governo birmano, ed hanno discusso coi loro leaders circa  l’espansione di una nuova alleanza degli eserciti etnici che si oppongono al regime birmano. Fonti del governo thailandese dicono che le autorità del My

Monsoon, il nuovo libro di Robert Kaplan che Obama si è portato in tasca...

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L'ammiraglio Zheng He , nato nel 1371, era un diplomatico e ammiraglio della flotta cinese, che comandava i viaggi nel sudest asiatico, Asia meridionale e Africa orientale... proprio quei luoghi, che, secondo gli esperti di geopolitica, saranno il teatro della politica mondiale del XXI secolo. Nel 1410 il grande ammiraglio ha eretto una lapide in pietra con un messaggio per il mondo nel quale "invocava la benedizione della divinità indù per un mondo di pace costruito sul commercio ." L'iscrizione era in tre lingue - cinese, persiano e tamil - e il suo messaggio era assai realista. Questo è quanto accenna Robert Kaplan , corrispondente nelle missioni internazionali del "The Atlantic", autore di numerosi articoli e saggi di geopolitica, nel suo nuovo libro "Monsoon: The Indian Ocean and the Future of American Power ". Per scrivere questo libro Kaplan, definito il Kipling dei tempi attuali, ha fatto un viaggio nell'Oceano Indiano per

La guerra dell'acqua dei bacini himalayani

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I bacini idrografici himalayani (Gange, Bramhaputra , Indus , Yangtze ) in Cina, Nepal, India e Bangladesh sono abitati da un miliardo e trecento milioni di persone, corrispondenti circa al 20% della popolazione mondiale e al 50% del totale della popolazione di questi paesi. Questi fiumi, come tante altre antiche civiltà sorte su corsi d'acqua, sono alla base della vita di molti popoli dell'Asia meridionale, che in un certo senso, oggi sono in pericolo. In un recente rapporto presentato a Mumbai dallo Strategic Foresight Group , dal titolo “ The Himalayan Challenge – Water Security in Emerging Asia ”, sono state mostrate delle statistiche allarmanti. Nei prossimi due decenni, i quattro paesi della sub regione himalayana, si troveranno ad affrontare l'impoverimento di quasi 275 miliardi di metri cubi ((BCM) di acqua dolce annuale, più del totale dell'ammontare di acqua disponibile oggi in Nepal. Si stima che la disponibilità di acqua in Cina diminuirà del 13,50%