L'alba del nuovo impero - 4

Quanto sta accadendo in Nord Africa, ma anche nel Medio Oriente e nella penisola arabica, dove la rivolta del popolo ha infiammato le piazze e le strade di molte capitali, è senza dubbio una vicenda epocale di proporzioni  gigantesche che, per la sua imprevedibilità, ha spiazzato l'intera comunità mondiale, oltre che il sottoscritto blogger, impegnato nella stesura de "L'alba del nuovo impero", da cui però prende spunto per farne, almeno nella prima parte del presente post, il prologo ideale a tutto il discorso che si sta facendo da un po' di tempo.

Questa rivolta dei poveri che chiedono dignità e pane, è nata in Tunisia nel momento in cui un giovane ambulante, che vendeva frutta e verdura per le strade col  suo carrettino, si è trovato a dover discutere con dei zelanti tutori dell'ordine, i quali servendosi di regolamenti, multe e vessazioni lo hanno condotto a compiere l'estremo sacrificio, appiccandosi fuoco con  la benzina e morendo così tra atroci sofferenze.

Dalla piccola Tunisia, dalle sue colline disseminate di buganvillee, che guardano il mare Mediterraneo, il profumo  intenso e fresco del  gelsomino ha preso ad aleggiare , rivitalizzando un popolo che è sceso in piazza a manifestare.

Assai presto il vento dei Gelsomini si è tramutato in un forte uragano che si è propagato rapidamente in tutto il Nord Africa.  A parte le problematiche che provengono anche dai capricci del clima, dove siccità e inondazioni hanno messo a rischio, oltre  che  la vita di tante persone, i raccolti in diversi paesi, sono la fame, il malcontento e il disagio sociale  a provocare le imponenti manifestazioni che hanno infiammato il mondo arabo e che chiedono migliorie dell'economia  e riforme politiche.

Questa forte onda di libertà, la cui voce più folta proviene da giovani istruiti, urbanizzati e occidentalizzati, che aspirano ad una vita migliore, servendosi efficacemente dei mezzi  tecnologici quali Internet, social network, e che rappresentano in un certo senso"l'altra faccia dell'imperialismo", in poco più di un mese è riuscita a spazzare via uno dietro l'altro tre dittatori (uno  di questi Gheddafi, ahimè, il più coriaceo e pazzo, sta facendo bruciare la Libia piuttosto che mollare), mettendo a forte rischio l'intero Mediterraneo, che, sebbene detiene appena  l'1% dell'acqua del pianeta, registra il 16% dei traffici  via mare, il che da una certa rilevanza alla rivoluzione in atto.

In questa area di crisi del Mediterraneo, che può sfociare presto in una guerra per il petrolio libico, e quindi per la ricchezza prodotta dall'oro nero, continua a giocarsi la partita  geopolitica tra Stati Uniti e Cina, la quale, per la prima volta, sebbene, al momento il confronto con le prospicienti forze USA sia improponibile, disloca una fregata missilistica, la Xuzhou, salpata pochi giorni fa da Aden, Yemen, e transitata nel canale di Suez, quasi a voler rammentare al suo principale competitor che le turbolenze nei Paesi petroliferi non sono più solo affare di Washington.


Proprio per questa competizione, il paese del Dragone, che vede l'Assemblea del popolo (circa 3.000 deputati del Parlamento), riunita nella sessione annuale a Pechino, per discutere di questioni importanti, compreso il bilancio e il piano di sviluppo quinquennale della nazione, ha presentato un piano per aumentare la spesa militare, che se approvato, il bilancio della difesa per il 2011 sarà di oltre 600 miliardi di yuan (91,3 miliardi dollari), circa il 12,7 per cento in più rispetto all'anno scorso.

Intanto, al riparo di ripide colline alberate, lungo la spiaggia di sabbia di Yalong Bay (nell'immagine sopra), un luogo idilliaco al largo della costa meridionale della Cina, diventato popolare tra i professionisti urbani alla ricerca di una pausa dalla loro vita frenetica, lungo il corso orientale, ben oltre la striscia di alberghi a cinque stelle, in una nuova base navale, sono ancorate 2 fregate. E secondo delle immagini satellitari pubblicate due anni fa, sul lato opposto di una penisola che si protende nella baia si trovano gli ingressi cavernosi di una vasta base sotterrenea sottomarina...

La baia è una piattaforma da cui la Cina può proiettare la sua potenza navale nel Mar Cinese Meridionale, con le sue miriadi di isole contestate, e, potenzialmente, al di là nell'Oceano Indiano. Come tale, l'area è diventata anche un pezzo importante di beni immobili nella escalation militare tra Stati Uniti e Cina,  e un simbolo di uno degli aspetti più controversi del risveglio della Cina.


Alba del nuovo impero 5



Immagine: denniscox.com - tradenote.net

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