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Ibuky nello spazio per studiare il global warming

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Il Giappone ha lanciato il primo satellite al mondo che studierà nello spazio i gas responsabili dell'effetto serra. Il satellite "Ibuki" , che significa "soffio ", e che aiuterà gli scienziati a calcolare la densità del diossido di carbonio e del metano derivanti da quasi la metà della superficie terrestre, è stato inviato in orbita insieme ad altri sette sonde su un razzo giapponese H2A. "Ibuki" che ogni 100 minuti orbiterà attorno alla Terra ad un'altezza di 666 chilometri, registrerà dati ogni tre giorni sulle concentrazioni, in un totale di 56.000 punti del globo per cinque anni. Il Giappone, che reputa il global warming una delle questioni più urgenti d'affrontare, si è fortemente impegnato a ridurre le emissioni di CO2. Per Yasushi Tadami, un funzionario del ministero dell'Ambiente giapponese impegnato nel progetto, " il vantaggio di Ibuki è che può controllare la densità di emissioni di CO2 e di ga

La Nina e il 2008, l'anno più freddo degli ultimi 12 anni

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In base ad informazioni raccolte in tutto il mondo, la Nasa informa che il 2008 è stato l'anno più freddo dal 2000 in poi, considerando che soltanto nel periodo 1997-2008 si sono registrati i 10 anni più caldi sin da quando hanno avuto inizio le prime rilevazioni delle temperature, nel 1880. Durante la dozzina d'anni che portano al 2000 il caldo è stato particolarmente eccezionale nell'Europa dell'est, in Russia, e in tutta la zona artica, con valori da 1,5 a 3,5 gradi sopra la media. Questo fenomeno di freddo, secondo la Nasa , è attribuibile alla persistenza de La Nina , il quale, a differenza del più noto El Niño, provoca un raffreddamento della temperatura superficiale marina, sfiorando i 4°C in meno rispetto alla norma. Ambedue i fenomeni fanno parte di un'ampia oscillazione termica a cui va sottoposto l'Oceano Pacifico equatoriale con una periodicità variabile tra i 3 ed i 7 anni. Mentre con el Niño gli alisei si indeboliscono e la forte risalita di ac

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Estinzione di specie marine e piante officinali dietro l'angolo

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Un gruppo di ricercatori australiani e americani, impegnati nello studio dell'impatto dei cambiamenti climatici sui coralli, si é imbattuto casualmente in un nuovo mondo sottomarino a sud dell'isola della Tasmania. Usufruendo della tecnologia d'uno speciale dispositivo teleguidato, equipaggiato con videocamera ad altissima risoluzione, sono state catturate immagini di nuove specie animali e vegetali ad oltre tremila metri di profondità, nell'Oceano australiano. Sono circa 274 nuove specie, tra i quali grandi ragni marini, stelle e coralli sinora sconosciuti che andranno ad arricchire i libri di buiologia marini. Si teme, tuttavia, che se i livelli di anidride carbonica non si abbasserranno, la vita marina attorno alla Barriera corallina, potrebbe diventare solo un ricordo entro la fine di questo secolo. Sarebbe una grave perdita per il mondo scientifico, considerando che alcuni coralli hanno 10 mila anni di vita e contengono preziosissime informazioni sul clima da quell

Global warming, mito o realtà?

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L'anno scorso, una settimana dopo che l'Harvard Crimson ha pubblicato un editoriale scioccante di rimprovero all'appena laureato Premio Nobel Al Gore , l' Università di Stanford ha tenuto una colazione di lavoro denominata "è il riscaldamento globale un mito?" Per cancellare ogni dubbio circa la sua posizione sul riscaldamento globale, The Daily Galaxy , fonte primaria di questo post , ritiene che il senso comune vuole che la civilizzazione tecnologica umana abbia inciso sui naturali cicli climatici. L'ospite d'onore dell'incontro era un rinomato e scettico personaggio sul global warming , S. Frederick Singer , il quale detiene il dottorato in Fisica presso la Princeton University e che è stato consigliere speciale sugli sviluppi spaziali al tempo del Presidente Eisenhower ed è l' autore di " Unstoppable Global Warming: Every 1,500 Years" . In questo bestseller del New York Times Singer e il coautore di questa tesi affermano ch

Il professor Echos non può morire!

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Nasce oggi " Il professor Echos " su Google . Dopo una ricca e proficua esperienza di tre anni su Blogosfere , che non è potuta proseguire per ragioni di tempo, ho avvertito l’esigenza di ridare vita al blog (dedicandoci magari meno tempo), per continuare ad avere un impatto diretto con il pubblico che mi segue e che, da quanto mi risulta, continua ad apprezzare questa testata... Il che, mi lusinga, naturalmente! Ora, pur avendo in rete " Il professor echos.com " , che probabilmente userò in futuro in altro modo, mi avvarrò dell'esperienza di Google per dare più risalto a questo blog. Questo poichè, secondo me, il professor Echos non può morire così... deve andare avanti per quello che il suo autore, cioè me medesimo, si era proposto. La mia esperienza di blogger mi insegna che certune sfide sono la linfa necessaria per tenere duro e per guardare avanti sempre con ottimismo. Grazie dell'attenzione Luciano Vecchi