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FuturICT, il simulatore di eventi che ci aiuterà a capire

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La futura sopravvivenza dell'umanità sarà subordinato dalla nostra capacità di prevedere gli eventi. Metodi di previsione standard, per definizione, non sono ancora in grado di predire eventi, come la primavera araba. Questi sono spesso innescati da fattori ambientali, cambiamenti tecnologici, economici o sociali. Essi possono tuttavia causare disagi enormi al  mondo intero e quindi devono essere previsti e gestiti in modo più efficace. Attualmente , in giro per il mondo, ci sono un certo numero di progetti avanzati, tra cui quello europeo, FuturICT, progetto pilota del Bando Europeo Flagship, un mega simulatore, forse il più importante, che quando sarà realizzato sarà in grado di replicare tutti i fenomeni sociali sulla Terra. Entro il prossimo anno questo progetto potrebbe ricevere un finanziamento di un miliardo di euro per creare la più ambiziosa interfaccia tra ICT e società.                  Tra il 2007 e il 2010, le banche mondiali hanno perso quasi duemila miliardi

Il verme di Guinea, una malattia che esiste ancora

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Nella Bibbia si parla di serpenti di fuoco che non davano pace agli ebrei durante il loro esodo nel deserto e di come gli afflitti implorassero Mosè di liberarli. La malattia è segnalata addirittura nelle mummie egiziane e menzionata da filosofi e medici greci, romani e arabo-persiani. Si pensava che la dracunculiasi (o malattia del verme di Guinea) , la seconda malattia dichiarata scomparsa, dopo il vaiolo, non fosse più diffusa fra gli uomini, ma nel 1986 ha afflitto 3,5 milioni di persone in 21 paesi. Grazie però ad una campagna lanciata in quello stesso anno dall'ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter , oggi, pur esistendo  ancora, è confinata in alcune povere zone del pianeta ( Sud Sudan, Etiopia e Mali), nell'ordine di qualche migliaio di persone. Il Regno Unito ha stanziato 20 milioni di sterline per la guerra globale contro il verme di Guinea, monarchia costituzionale membro del Commonwealth e sembra che stavolta si sia riuscito a sradicarla dall'i

Crisi alimentare: chi non ha paura d'incolpare la Banca Mondiale

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Lavorando sia per la Banca Mondiale   che per il World Trade Organization , Raj Patel, uno dei maggiori esperti sulla crisi alimentare globale ha capito che queste due grandi organizzazioni sono parte del problema e non la soluzione, perciò è diventato un attivista e ha partecipato a numerose proteste pubbliche in opposizione alle loro politiche. Patel crede che la scarsità di cibo e l'aumento del prezzo del cibo sono il risultato degli " alti prezzi del petrolio, la crescente domanda di carne nei paesi in via di sviluppo, gli sacrsi raccolti, la crescita demografica, la speculazione finanziaria e dei biocarburanti ". Non ha paura di dare la colpa dell'attuale crisi alimentare globale alla Banca Mondiale e al suo attuale capo, Robert Zoellick. " Abbiamo visto fluttuazioni di prezzo prima", dice Patel " Ma la ragione che stiamo vedendo la miseria come conseguenza di questo picco particolare ha a che fare con Zoellick ei suoi amici" .

DRY, il potere dell'acqua nel prossimo futuro

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Quasi un miliardo di persone sul pianeta non hanno accesso ad acqua potabile pulita. L' acqua non potabile e la mancanza di servizi igienici di base uccidono più persone ogni anno di ogni forma di violenza, inclusa la guerra. Una persona su otto sul pianeta, beve acqua che probabilmente la farà ammalare. La crisi idrica e la povertà vanno di pari passo. " L'acqua è una forza straordinariamente complessa e sottile in un'economia. E 'il vincolo singolo sull'espansione di ogni città, e banchieri e dirigenti aziendali l'hanno citato come l'unico limite naturale alla crescita economica" , ha detto Margaret Catley-Carlson, Vice -Presidente del World Economic Forum. Da questi presupposti nasce DRY , un film indipendente di Jonathan Ehlers, Patrick Ward-Perkins e Mayring Jenine, che doneranno una parte dei proventi del loro film di prossima uscita ad una organizzazione non-profit portando acqua potabile pulita e sicura a persone nei paesi in vi

Panama: quanto è difficile trovare l'accordo sul clima

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Il mondo è diviso sul nuovo piano di lotta contro il riscaldamento globale. Si sta svolgendo  a Panama , fino al 7 ottobre,  la terza parte della 16a sessione del Gruppo di lavoro, che anticipa la Conferenza UNFCCC (COP17) che si svolgerà a Durban dal 28 novembre al 9 dicembre 2011.  Un nuovo piano per frenare il riscaldamento globale rischia di diventare un campo di battaglia tra nazioni ricche e povere e potrebbe mettere in soffitta una volta per tutte le negoziazioni per il patto di Kyoto sul clima. Il protocollo di Kyoto del 1997 riguarda solo le emissioni dei paesi ricchi, che producono meno di un terzo di inquinamento da anidride carbonica derivante da attività umane e la sua prima fase è in scadenza alla fine del 2012. Le nazioni più povere vogliono estenderlo, mentre molti paesi ricchi parlano di un patto più ampio che comprenda tutti i grandi inquinatori. Australia e Norvegia hanno proposto negoziati su un nuovo accordo, ma non sarebbe pronto di certo, entro il 2013.

Pianificazione urbana: l'immagine vale più di 1000 parole

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E' molto difficile far capire alle persone quali sono i grandi problemi del nostro tempo e come sarebbe semplice porvi rimedio. Sono, ahimè, i paradossi d'un benessere esasperato e in questo caso, riguardo ad esempio, la quantità di spazio necessario al trasporto di persone in auto, autobus o biciclette l'immagine di lato vale più di mille parole. È possibile scrivere sulla pianificazione urbana e l'inquinamento atmosferico e la congestione del traffico, ma le tre foto sopra mostrano a colpo d'occhio la differenza tra questi tre mezzi di trasporto nelle strade delle nostre città. E lo spazio non è tutto: le auto costano anche più soldi, inquinano di più, aumentano i rischi di obesità e tutti i tipi di malattie possibili e immaginabili... Fonte: www.treehugger.com Immagine:  Press-Office City of Müenster, Germany

Amnesty International: attenti ai diritti umani in Thailandia

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Amnesty International ha accusato i ribelli nel sud della Thailandia di aver deliberatamente preso di mira i civili. La ong per i diritti umani afferma che gli insorti hanno sempre cercato bersagli facili e che alcuni degli attacchi possono costituire crimini di guerra. Ma è anche fondamentale sottolineare degli sforzi di Bangkok a porre fine alla crisi persistente. Più 4.500 persone sono morte da quando combattenti di etnia prevalentemente musulmana malese hanno riacceso la loro guerra contro lo Stato buddista thailandese nel 2004. Amnesty ha trascorso nove mesi intervistando testimoni e sopravvissuti agli attacchi così come i membri delle forze di sicurezza thailandesi. La sua conclusione è che non c'è colpa da entrambe le parti. Ma il rapporto mette in evidenza la volontà degli insorti di quattro province del sud in Thailandia di cercare obiettivi civili: insegnanti, funzionari pubblici e agricoltori. Amnesty chiede ai militanti di impegnarsi pubblicamente per fermare ta

Ritrovato negli abissi marini un mercantile carico d'argento

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Si era in piena seconda guerra mondiale e il mare del Nord, come parte dell'Oceano Atlantico, era infestato dai temibili U-boat tedeschi. Di ritorno da un lungo ed estenuante viaggio durato mesi, dopo essere salpata mesi prima da Calcutta con un carico di di argento, ghisa e tè, il mercantile britannico Gairsoppa SS,  con l'equipaggio ormai festante perchè vicino alle coste di casa, fu silurato da uno di quei terribili sottomarini tedeschi che tanti danni hanno fatto durante l'ultima guerra. Il SS Gairsoppa, di 125 metri di lunghezza era in un convoglio di navi, quando venne colpito da una tempesta. A corto di carburante, il mercantile si staccò dal convoglio facendo rotta verso Galway, Irlanda, incontro al suo tragico destino. Il suo carico d'argento, del valore attuale di circa 150 milioni di sterline, oltre 180 milioni di euro, ammontava a circa 200 tonnellate. Ciò accadde nel febbraio del 1941. Le cronache raccontarono di un solo sopravvissuto dei 32 mem

Sentire in lontananza i tamburi di guerra

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Sebbene ci siano Paesi che hanno la fortuna di avere grandi corsi d'acqua, come si è detto nel post precedent e, ci sono pure zone aride del mondo, Medio Oriente in primis, che chissà cosa darebbero per avere nei loro territori fiumi così imponenti. E' il caso dello Yemen, ad esempio, dove dopo la rimpatriata del presidente Ali Abdullah Saleh, ferito in precedenza dai suoi oppositori, oscilla ormai sull'orlo della guerra civile. Negli ultimi otto mesi, nel Paese, si è formato un importante movimento populista che ha  ha dimostrato pacificamente per le strade della capitale Sanaa e altrove, con l'obiettivo di porre fine a 33 anni di governo di Saleh e la realizzazione di autentiche riforme politiche ed economiche. A questo movimento si sono poi aggiunti alcuni ex alleati vicini a Saleh, compreso il generale Ali Muhsin al-Ahmar e gli sceicchi delle tribù Hashid. Da parte sua, Saleh è appena tornato da Riyadh, Arabia Saudita, dove era andato a farsi curare dopo esse

Penuria d'acqua nel mondo? Macchè, c'è n'è abbastanza per tutti!

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Finalmente da Recife, in Brasile, dove si è aperto il XIV Congresso mondiale dell'acqua, giunge una buona notizia! Infatti, secondo un rapporto stilato da ricercatori provenienti da 30 paesi e pubblicato oggi su due numeri speciali della rivista International Water Journal, i  timori di penuria d'acqua nel mondo sono infondati. C'è chiaramente sufficiente acqua' a sostenere cibo, energia e le esigenze industriali e ambientali durante il 21 ° secolo, I principali fiumi del mondo hanno abbastanza acqua per soddisfare le esigenze alimentari. Uno studio su 10 bacini fluviali in Asia, America Latina e Africa.  La relazione del Challenge Program on Water and Food (CPWF) del CGIAR spiega che non è la scarsità dell'acqua a creare turbolenze nel mondo, ma è l'uso inefficiente e l'iniqua distribuzione delle enormi quantità di acqua che scorrono attraverso i grandi fiumi chiave come il Nilo, il Gange, Andes, Yellow, Niger and Volta.  I bacini studiati sono la p

Energia pulita: trasformare l'acqua in fuoco

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Ci hanno già provato alcuni, uno dei quali, John Kanzius , esperto radioamatore statunitense che voleva trasformare l'acqua salata del mare in energia. Ma ora, trasformare l'acqua in fuoco, potrebbe essere un esperimento alla portata di una equipe bolognese, che con un particolare macchinario produce idrogeno carburante senza emissione di anidride carbonica nell'aria. Secondo l'imprenditore Dino Ghini, intervistato dal TGuno , questa novità potrebbe essere utilizzata su larga scala. Dice Ghini:  "Noi offriamo un risparmio, rispetto ai combustibili tradizionali, come il metano, di un circa il 30% ". Se in alcuni sistemi di sfruttamento dell'idrogeno lo separano dall'ossigeno con l'elettrolisi, che a sua volta consuma energia e libera anidride carbonica, in questo caso tutto nasce da una reazione chimica, dopo aver versato dell'acqua. Top secret la composizione del reagente chimico e del metallo. Il brevetto è ancora in itinere, cioè , susc

Africa: furti di di terra

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Disperati per gli investimenti esteri e la promessa di sviluppo, i governi africani stanno sempre più offrendo agli stranieri quello che per loro è molto caro: la loro terra. Il risultato del fenomeno noto come "land grabbing " ha visto milioni di persone sfollate, agitazioni, e povertà ancora più grande. Questo furto di terra o land rush ha avuto inizio seriamente un decennio fa, ma ha avuto un forte slancio nel 2008, con la speculazione sui prezzi alimentari tramutatosi in un aumento della fame, creando la crisi finanziaria in corso, e un aumento della domanda di biocarburanti. Il furto delle terre fa gola a investitori, governi, o società, che acquistano in leasing vaste tracce di terre coltivabili al fine di esportare i prodotti di ritorno nei loro paesi, o semplicemente per speculazione finanziaria. Il fenomeno è più diffuso è nell'Africa sub-sahariana, così come in Brasile e in Russia, e i paesi esteri maggiormente coinvolti nel rivendicare la terra sono Cina,

Tensione nel Mediterraneo orientale tra Cipro e Turchia

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Il Mediterraneo, già al centro dell'attenzione mondiale per la forte discrepanza che caratterizza i popoli che abitano sulle sue coste sia a nord, nel vecchio continente che a sud, nel nord Africa, rischia di diventare protagonista di un ennesimo braccio di ferro tra Turchia e Cipro, in una disputa sull'energia che potrebbe danneggiare ulteriormente l'offerta travagliata di Ankara di entrare nell'Unione Europea, cosa che non disturberebbe la Francia contraria all'ingresso della Turchia nel blocco europeo. Dopo il rifiuto di Nicosia di fermare le trivellazioni in collaborazione con lo stato d'Israele, alla ricerca di giacimenti di gas al largo delle coste, il premier turco Erdogan ha detto che molto presto Ankara inizierà le sue prospezioni nel braccio di mare della Repubblica turca di Cipro, nella parte settentrionale dell'isola, entità riconosciuta solo dalla Turchia, mentre non intrattiene rapporti diplomatici con il resto di Cipro, Stato membro dell'