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Cambiamento climatico: energia decarbonizzata o adattamento climatico?

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  Il cambiamento climatico è costoso. Cosa dovrebbe pagare il mondo per combatterlo? Al COP26 di questo mese, si è capito che affrontare il cambiamento climatico sarà costoso. Fare il salto verso l'energia decarbonizzata ha costi enormi.  Ma costa lo stesso molto adattarsi a un pianeta in fase di riscaldamento che scatena incendi, tempeste e ondate di calore più letali. Nel frattempo, molte delle comunità che stanno già subendo il peso dei disastri climatici sono tra quelle meno attrezzate per pagare il conto. Ciò significa che la "finanza per il clima", il denaro necessario sia per combattere il cambiamento climatico che per cercare di adeguarsi ad esso, è sempre più al centro dell'attenzione. E questa situazione sta rivelando le disuguaglianze globali sottostanti che rendono l'azione collettiva per il clima molto impegnativa. Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i delegati di Africa, Asia e America Latina hanno rimproverato i paesi

Vertice sul clima di Glasgow: la parte del leone la fa la delegazione dei combustibili fossili

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Per la prima volta il Regno Unito ospita la 26a Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) presso lo Scottish Exhibition Centre (SEC) di Glasgow che si concluderà il 12 9 novembre. I negoziati sul clima costituiscono il più grande vertice internazionale che il Regno Unito abbia mai ospitato a cui parteciperanno Capi di Stato, esperti climatici e attivisti, per concordare un piano d'azione coordinatore per affrontare il cambiamento climatico. La sfida non è insignificante, ma affrontiamola per salvare l'ambiente in cui tutti noi viviamo.  Curiosamente, al vertice di Glasgow è l'industria dei combustibili fossili ad avere la più nutrita delegazione. Ci sono più delegati alla COP26 associati all'industria dei combustibili fossili che quelli provenienti da ogni singolo paese. Gli attivisti guidati da Global Witness hanno valutato l'elenco dei partecipanti pubblicato dalle Nazioni Unite all'inizio di questo incontro. Hanno scoperto c

L' inaspettata mossa di Facebook

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Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po così...  Mark Zuckerberg,  il 38enne  fondatore di Facebook, finalmente ci sorprende, prendendo posizione, preparandosi a contrastare, con la sua famosissima creatura social,  le vendite illegali di aree protette della foresta amazzonica sul proprio sito. Facebook afferma che inizierà a reprimere la vendita illegale di aree protette della foresta pluviale amazzonica sul suo sito e, come rivela la Bbc, non rivelerà come si propone di scovare le inserzioni incriminate, ma ha sottolineato che le nuove misure si applicheranno solo alle zone protette, come i terreni riservati alle popolazioni indigene e non alle foreste di proprietà pubblica.  Il gigante dei social media ha cambiato la sua politica a seguito di un'indagine della BBC trasmessa lo scorso febbraio, secondo cui appezzamenti di foresta pluviale grandi come mille campi da calcio venivano offerti in vendita sul servizio di annunci economici di Facebook: e molti di

Sarà questa l'ora della resa dei conti?

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Il mondo va cambiando. Questa lunga parentesi (che ancora non si chiude) del COVID 19 e della vaccinazione stanno interessando questo nostro mondo da oltre un anno e mezzo. Un qualcosa che mai, nella storia, sino a questo punto, ha coinvolto l'intera umanità. Il COVID 19, con tutti gli enigmi e le contraddizioni  che si porta dietro sulla sua effettiva esistenza e pericolosità, ha scosso il mondo, il quale sta vivendo un'era assai complicata, pericolosa e misteriosa... Si, misteriosa e colma di ansia, panico, terrore, con la paura di avere qualche malattia, o di stare per morire... Si aggiunga a tutto ciò, questo rifiorire di simbologie malefiche, che di certo lasciano riflettere, che si stanno verificando un po' qui e un po' la.  Ad esempio, la frase pronunciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in occasione di un incontro privato con i Democratici della Camera, promettendo loro di "farcela" a salvare una versione ridotta del suo piano di revisione

L'industria mineraria preme per avere accesso ai fondali sottomarini dell'isola di Nauru

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La silenziosa guerra per realizzare miniere sul fondo degli oceani La prima partita si gioca sull'isola di Nauru. L'industria mineraria preme per avere accesso ai fondali sottomarini, mentre la scienza chiede una moratoria per non distruggere habitat naturali. Se vi chiedessero a bruciapelo cosa sia Nauru probabilmente non sapreste come rispondere. Eppure questo minuscolo stato micronesiano potrebbe aver aperto le porte a una rivoluzione che rischia di essere ricordata a lungo: l’inizio dello sfruttamento minerario dei fondali oceanici. Una nuova frontiera propugnata da alcuni come il futuro della tecnologia e dell’economia green, e considerata da altri, invece, come un pericoloso salto nel buio, che rischia di distruggere alcuni degli ultimi ecosistemi incontaminati (o quasi) del nostro pianeta. Di questa seconda opinione è l’Iucn, o International union for the conservation of nature, che nel corso del suo congresso annuale tenutosi a Marsiglia ha appena votato una risoluzione

Quel giorno di vent'anni fa che ha cambiato il mondo

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  Si, tutto ebbe inizio da quel lontano 11 settembre. Sono passati venti anni e il mondo è cambiato completamente. Ed oggi ci sentiamo tutti più fragili perché troppe barriere si frappongono tra noi e la libertà a cui eravamo abituati. La vita scorre comunque, ma non ha più il sapore fresco e genuino di un tempo in cui si respirava l'aria a pieni polmoni... prima che i cambiamenti climatici e le mascherine anti-Covid entrassero così invasivamente nella nostra vita quotidiana. E' difficile accettare una simile realtà. Ci si sente prigionieri e in balia degli eventi incalzanti che pare non ci lascino tregua... Per chi crede, pur se è insopportabile tutto ciò, ha la sensazione di poter essere salvato e solo così può affrontare il futuro che ci attende. L'uomo stesso è irriconoscibile. Adesso quel che conta è il denaro, il potere, la forza, la prepotenza, l'avidità, l'ingordigia, la depravazione... il piacere paradossale di chi gode nel vedere l'altro soffrire... Ma

Una umanità alla deriva

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Credo che un periodo così travagliato, malvissuto, confuso a cui si è dato mano libera a chi, di certo, non ha una visione pacifica del mondo... non sia mai esistito, neanche durante le guerre mondiali del secolo scorso. In quel caso, si sapeva come combattere il nemico, si era coscienti di rischiare di perdere la vita per qualcosa che andava al di la del mero egoismo personale che ciascuno, oggi, pone avanti a tutto. Lì si combatteva per la patria, per la libertà... e oggi invece ci si difende dalle decisioni unilaterali prese da chi tiene in pugno la situazione, facendoci credere che le scelte (illegali) che vengono compiute siano quelle giuste. Ma sarà così!  Anche la Fede viene rimessa in discussione. Ci si domanda come mai un Dio che tutto può, lascia che l'umanità vada alla deriva. Ma come dare torto ad un essere supremo! Stanco di non essere ne ascoltato ne compiaciuto - perché a Lui va dato merito della nostra vita - lascia a noi l'incarico di sbrogliare l'intricata