Oleodotti nel Mar Caspio: una partita da giocare

Il Vice Ministro del petrolio Hossein Noqrekar Shirazi ha annunciato che l'Iran si oppone a tutti i piani per la costruzione di oleodotti sottomarini sul fondale del Mar Caspio. Si sa che l'area del Mar Caspio rappresenta una zona cruciale sia per i Paesi che la occupano sia per l’Occidente, a causa delle immense risorse naturali (gas e petrolio) che giacciono sotto il più grande lago del mondo. Proprio su questo punto, se sia corretto definire il Caspio mare o lago, potrebbero sorgere dei contrasti. Infatti se viene considerato lago, le sue riserve dovrebbero essere distribuite equamente tra i vari stati che si affacciano su di esso (Azerbaijan, Turkmenistan, Kazakistan, Iran e Russia); se viene considerato mare, invece, le risorse dovrebbero essere distribuite, secondo la Convenzione Onu sul diritto del Mare del 1982, secondo la porzione di mare territoriale che viene concessa ad ogni Stato.

All'agenzia Mehr News Agency, in un rapporto pubblicato sabato, il Vice Ministro ha detto che la Repubblica islamica iraniana è contro tutto ciò che potrebbe minacciare l'ecosistema del Mar Caspio. Commentando la proposta di costruire un oleodotto di 700 chilometri dal porto kazako di Aktau a Baku, in Azerbaigian, il Vice Ministro ha aggiunto che la costruzione di un oleodotto sotto il Mar Caspio potrebbe portare ad un inquinamento ambientale.

Mosca, ha osservato Noqrekar Shirazi, può accosentire al programma fino ad un certo punto, essendo sotto pressione di alcuni paesi occidentali (gli Stati Uniti, ad esempio, vogliono un “oleodotto principale destinato all'esportazione che vada dal Kazakistan e dal Turkmenistan, correndo sotto le acque del Mar Caspio, fino a Baku e da qui proseguire fino in Georgia, dirigendo infine verso sud ovest fino al porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo, evitando così sia la Russia, sia l'Iran”), ma la Russia è in effetti contraria all'oleodotto e difficilmente lo approverà.

Alla luce dei fatti, con la crescente domanda di energia, lo sfruttamento di potenziali risorse significative di combustibili fossili nel Mar Caspio potrebbe essere un fattore determinante in un drammatico riallineamento delle forze nel mondo, nel mercato del petrolio e del gas, in vista di importanti profitti in campo energetico, verso alcune zone della regione ecologicamente fragili.

Tuttavia, il trasferimento di petrolio e di gas del Mar Caspio verso i mercati globali è un grave ostacolo per i paesi litoranei. Nel giugno 2008, l'Iran ha annunciato il programma di voler costruire una conduttura che attraversi il paese per spedire il petrolio dalla regione caspica al golfo persico ed ai mercati mondiali.

Attualmente l'Iran sta conducendo studi di fattibilità per la conduttura da 1550 chilometri che invierebbe un milione di barili di petrolio al giorno from northern port of Neka to the Persian Gulf port of Jask. Teheran ha tenuto vari cicli di negoziati con Azerbaigian, Kazakistan e Russia per la costruzione del gasdotto Neka-Jask.

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