Gas che scarseggia, clima sfavorevole, tanta politica e...

Un febbraio così terribile dal punto di vista climatico non si vedeva da lungo tempo. Il gelo che sta colpendo gran parte dell'Europa sta avendo effetti devastanti sulla produzione di prodotti ortofrutticoli e sui rifornimenti energetici.

Sul rifornimento energetico in Italia è intanto scattato il piano d'emergenza del ministero dello sviluppo economico che per contenere la fortissima utilizzazione di gas che ha raggiunto i livelli massimi, prevede di mettere in esercizio le centrali elettriche ad olio combustibile, nonostante il consumo di gas è aumentato di circa il 40%, rispetto ad un anno fa. Per il momento le utenze domestiche saranno dispensate da questo provvedimento. Da giovedì, però, potranno staccare i distacchi  per alcune aziende con contratti di fornitura che prevedono queste eventualità in caso di emergenza,

Sono tre le grandi direttrici di rifornimento per il gas in Italia: il nord Europa, la Russia e il nord Africa.

La Russia ha però deciso di ridurre di circa il 30% la fornitura di gas nel nostro Paese e dopo la guerra in Libia, la situazione non è ancora tornata alla normalità. C'è poi il rigassificatore dell'Adriatico, vicino Rovigo, che in questi giorni non è raggiungibile dalle navi cisterna, causa il maltempo.

Ma tutto il vecchio continente è alle prese con l'emergenza. L'Europa ottiene il 25% del suo gas dalla Russia, che ha le maggiori riserve accertate di gas naturale convenzionale in tutto il mondo.


I suoi gasdotti verso l'Europa sono abbastanza simili ai vasi sanguigni che scorrono nel corpo umano in direzione centripeta, cioè dalla periferia verso il cuore. Potremmo definirli i pipelines della vita.

Non c'è da meravigliarsi se l'UE ha fatto pressioni sul Congresso degli Stati Uniti di esentare dalle sanzioni contro l'Iran un gasdotto dal Mar Caspio.

Inoltre, l'accesso principale della Russia nel Mediterraneo parte dai  porti in Siria, nell'occhio del ciclone in questi ultimi mesi. Proprio durante il fine settimana, le Nazioni Unite hanno cercato di inasprire le sanzioni contro la Siria ma sia Russia che Cina non hanno concordato sulle sanzioni da applicare al paese guidato da Bashar al-Assad, sull'orlo di una guerra civile.

Dopo di ciò, la Russia ha chiuso il rubinetto del gas verso l'Europa.

Adesso però, sembra si sia giunti all'inizio di una grande transizione. Il cosidetto gas shale (gas naturale prodotto da scisto) si tratta di gas che viene intrappolato in formazioni rocciose profonde. E' diverso dal gas convenzionale ed è diventato una fonte sempre più importante negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni, e l'interesse si sta diffondendo in potenziali scisti di gas nel resto del mondo. In Europa, Francia in testa, il suo impatto è stato più sordina. C'è da dire che il gas shale è una tecnologia dirompente che sta cambiando il gioco nei mercati energetici mondiali e la corsa verso una sua utilizzazione ha sollevato una miriade di questioni ambientali rispetto allo smaltimento delle acque reflue, la tossicità delle sostanze chimiche utilizzate per produrre il gas, un possibile collegamento ai terremoti, e la quantità di gas metano che sfugge durante la perforazione...

Immagini: www.dailyreckoning.com.au presstv.ir

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