Artico: il gran lavorio russo


L'Artico fa gola a tutti ma non è per tutti. La grade sfida del freddo artico e delle sue favolegguanti risorse sarà il leit motiv dei prossimi decenni. Ma sotto sotto la sfida artica è gia cominciata e la Russia sterminata ne fa la parte del leone. Solo due aziende statali russe: Rosneft e Gazprom, hanno sempre avuto l'autorizzazione a lavorare sulla piattaforma artica costiera. 

Si pensa che la piattaforma artica contenga enormi quantità di petrolio e di gas naturale. La Russia, così come le altre quattro nazioni artiche: Stati Uniti, Canada, Norvegia e Danimarca, rivendicano le proprie posizioni rispetto quei depositi posti all'interno delle proprie zone di frontiera in mare aperto. 

L'attuale legislazione prevede che solo le imprese con oltre il 50 per cento di proprietà del governo e quelle che operano nella zona d'almeno cinque anni hanno diritto a lavorare sulla piattaforma artica. Solo i giganti dell'energia a controllo statale quali Gazprom e Rosneft soddisfano tali criteri. Perciò, un certo numero di aziende russe hanno chiesto di avere la possibilità di accesso alle zone artiche.

Rosneft, l'azienda statale russa che opera prevalentemente sui territori artici, non l'ha presa bene e si lamenta che le aziende private siano privilegiate da parte del governo (soprattutto la compagnia petrolifera russa privata Lukoi) per quanto riguarda l'esplorazione artica, . 

"Il sistema attuale protegge gli interessi dello Stato nello sviluppo della piattaforma artica e imposta chiare regole d'accesso a partner privati ​​sia russi che stranieri" è statto detto dalla società.  

Con le sanzioni occidentali che ostacolano lo sviluppo, il governo russo ha posto un maggiore accento sulla valorizzazione delle riserve artiche nazionali e darà sostegno anche alle aziende straniere che non hanno sanzionato la Russia sulla crisi Ucraina.  Così, per non restare isolata, si guarda attorno... 
 

Immagine: gcaptain.com/

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