Papa Francesco tra evangelizzazione e culti pagani nella delicata visita in Bolivia

Questa volta "uno sguardo sul mondo" si sofferma sulla seconda visita di Papa Francesco nel suo continente, "quasi alla fine del mondo", come disse dal balcone di San Pietro nel giorno della sua elezione. Stavolta tocca ad Ecquador, Bolivia e Paraguay, tra differenze sociali e baraccopoli che parlano di miseria. Queste tre nazioni, che sono le più piccole e più povere del Sud America, si stanno preparando con l'entusiasmo tipico di questi popoli. Francesco porterà un messaggio di solidarietà per gli oppressi.

A Quito, Ecuador, il pontefice  è stato accolto da una folla grandissima. Da qui si recherà poi in  aereo a Guayaquil, porto sull'Oceano e seconda città del Paese, dove celebrerà la messa nel Parque de Los Samanes. Quindi pranzerà con la comunità dei gesuiti del Collegio Javier.

Francesco, che dopo  l'Ecuador, andrà in Bolivia e Paraguay, ha espresso ieri la sua vicinanza all'Ecuador nelle sfide per lo sviluppo.


Sarà però in Bolivia la visita più critica, anche se lo stanno aspettando con grande gioia e fede. Sarà interessante seguirlo nell'incontro con il Presidente Morales, primo presidente indigeno del Paese, che spesso si è scontrato con la Chiesa.

La Bolivia é una nazione che nutre sacrifici animali e culti pagani e i rapporti tra le comunità indigene e la Chiesa cattolica romana sono piuttosto tesi.

Nella città boliviana di El Alto, una città satellite arroccata sopra la capitale La Paz, Francesco è atteso anche dalle streghe, nel mercato loro dedicato, tra feti di lama secchi (dicono che portano fortuna), appesi nelle bancarelle di latta e guaritori che leggono il futuro nelle foglie di coca e si rivolgono agli antichi spiriti per curare i mali. In fila, per le cure medicinali, donne che indossano cappelli a bombetta e scialli colorati profumati.

"Spero che venga con buone intenzioni e non con lo stesso pensiero del  passato," dice Luisa Quispe, 60 anni, una tra le streghe più apprezzate nel mercato di El Alto.

I dirigenti della Chiesa in Bolivia chiedono una visita di "riconciliazione e di rinnovamento." Il pontefice argentino, cercherà di ricucire gli strappi tra indigeni del paese e i discendenti dei suoi conquistatori coloniali spagnoli, che hanno portato la fede cattolica in Bolivia. Tre su quattro persone nel paese di 10,6 milioni sono cattolici.

"Il papa è un dio europeo, non un Dio andino", dice un guaritore che non vuol dire il suo nome a Huffington Post, temendo rappresaglie del governo. "Sembra assurdo che il governo abbia speso tanti soldi per la visita del papa."

Morales, un indiano Aymara, in carica dal 2006, ha promesso all'inizio della sua presidenza di governare in favore della maggioranza indigena, emarginata dalla classe dirigente, che ha lasciato gli agricoltori poveri dopo che la Spagna ha colonizzato la nazione andina.

Nel 2008, l'ex coltivatore di coca definì la Chiesa cattolica "uno strumento di dominio che porta ingiustizia e disuguaglianza". Un anno dopo, Morales ha sostenuto un referendum costituzionale che ha tolto alla Chiesa cattolica il suo status ufficiale, dichiarando la Bolivia uno stato laico.

Padre José Fuentes, che sta aiutando l'organizzazione della visita del Papa, ha detto che Morales era mosso d'animosità verso la Chiesa cattolica. Ora però, la visita del papa è finalizzata ad aiutare i boliviani a superare le loro differenze.

"Abbiamo bisogno di un incontro tra la popolazione indigena e i discendenti dei colonizzatori spagnoli, tra razze, tra quelli in Bolivia e coloro che hanno dovuto lasciare per la mancanza di giustizia", ​​ha detto Fuentes.

Felix Cardenas, vice-ministro della Bolivia per la decolonizzazione e sostenitore delle modifiche costituzionali del 2009, ha riconosciuto che le riforme hanno danneggiato le relazioni del governo con i leader cattolici conservatori.

Tuttavia, ha citato le preoccupazioni del Papa per l'ambiente come un potenziale ponte. "Sembra un Papa che vuole prendersi cura di Madre Terra", ha detto Cardenas. "Speriamo che il papa possa essere un esempio positivo per gli elementi ulta conservatori della chiesa qui." Masticare la coca sarebbe un segnale forte, il papa apprezza i valori indigeni della Bolivia, ha aggiunto Cardenas. Seguendo l'uso locale Papa Francesco potrebbe masticare una foglia di coca per lenire il malessere quando atterrerà a quota 4000 metri, vicino a La Paz. Il Vaticano ha detto che sarà lui e solo lui a decidere se masticare o no le foglie, che sono uno stimolante delicato, in cui l'ingrediente principale è la cocaina.




Immagini: www.france24.com - blog.gruporosario.com

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