Stati Uniti, lavoro, lavoro, lavoro per un rilancio in grande stile dell'industria del carbone


Gli Stati Uniti di Donald Trump cambiano rotta e ritornano al passato, cancellando con un colpo di spugna i decreti di Obama sull'ambiente e i decreti che vietavano gli scarichi dannosi delle miniere.  Al momento Donald Trump sta valutando il ritiro degli Stati Uniti dal Contratto di Parigi perché, a suo parere, “nessuno sa veramente” se il cambiamento climatico è reale.

L'accordo di Parigi, salutato da Barack Obama come qualcosa fatto “nel momento in cui si è finalmente deciso di salvare il nostro pianeta” - è invece “un cattivo affare”, per  Scott Pruitt, il capo della US Environmental Protection Agency che all'emittente televisiva ABC ha anche detto che la Cina e l'India l'hanno “fatta franca” secondo i termini del contratto sul clima mentre gli Stati Uniti sono stati penalizzati attraverso tanti posti di lavoro persi.

Nell'amministrazione però non tutti concordano sullo smantellamento delle leggi sul cambiamento climatico. Alcuni accettano la visione scientifica che stabilisce che il cambiamento climatico è davvero reale ma il presidente Trump non crede che il legame tra inquinamento e cambiamenti climatici possa essere superiore alla necessità di lavoro che in questo momento gli Stati Uniti hanno.

La parola d'ordine quindi è "lavoro, lavoro, lavoro " per aumentare l'indipendenza energetica del Paese e ricreare migliaia di posti di lavoro persi con la chiusura delle miniere sul territorio federale volute dall'ex- presidente.Tuttavia la valutazione americana se ritirarsi o no dall'accordo di Parigi ha gettato un'ombra sui colloqui internazionali sulla questione.

Nel 2015 gli Stati Uniti hanno prodotto circa 5.170 megatoni di anidride carbonica, dietro la Cina, che ne ha emessi circa 10.600. Tuttavia, la popolazione della Cina di oltre 1,3 miliardi è circa quattro volte più grande degli Stati Uniti. L'intera Unione europea, che ha una popolazione di circa 743 milioni, è stato responsabile per circa 3.500 megatoni. Tuttavia, per il Fondo Monetario Internazionale la Cina e l'India sono all' 84 ° e al 122 ° posto sulla lista dei paesi classificati in termini di prodotto interno lordo per persona mentre gli Stati Uniti sono undicesimi.

Immagine: www.bmscience.net/


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