Il fattaccio di sangue sul Mediterraneo meridionale
Un assalto finito nel sangue: si contano almeno una ventina di morti e decine di feriti.
La marina israeliana ha assaltato nella notte una nave del convoglio dei pacifisti Freedom Flottilla, a favore della Palestina, che intendeva forzare il blocco imposto da Israele a Gaza, per soccorrere la popolazione della Striscia con 10 mila tonnellate di viveri.
"Mavi Marmara vi state avvicinando ad un'area di ostilità, c'è il blocco navale", avverte il capitano della marina israeliana, invitando l'equipaggio della più grande delle sei navi, di una ong turc, a dirigersi nel porto israeliano di Ashdod, dove gli aiuti umanitari verranno trasportati via terra a Gaza.
Tuttavia, l'appello cade nel vuoto, in quanto gli organizzatori della flottiglia intendono forzare il blocco navale.
A quel punto le lance israeliane circondano le 6 navi a 40 miglia dalla costa in acque internazionali, e scatta l'assalto delle teste di cuoio, i cui piani prevedono il sequestro delle navi e l'espulsione dei 700 attivisti pro-palestinesi, che al momento verranno messi in un campo di detenzione appositamente allestito. Il governo israeliano ha diffuso un video che mostra come la marina abbia avvertito di non violare l'embargo.
Gli uomini del commando israeliano scendono dagli elicotteri. Sul ponte si sentono alcuni colpi di arma da fuoco.
La nave attaccata era partita dalla Turchia, batteva bandiera turca, aveva a bordo parlamentari turchi che dovevano unirsi al resto del convoglio pacifista che li aspettava al largo delle acque di Cipro, per entrare poi insieme nelle acque israeliane. La nave coi parlamentari doveva essere la prima a forzare il blocco israeliano.
Secondo gli organizzatori delle navi pacifiste è tutta colpa dell'intervento israeliano. Secondo il ministro della difesa israeliana Barak, a bordo della nave c'erano coltelli e almeno 2 pistole: i soldati israeliani sono finiti sotto attacco e ne è scaturito un conflitto a fuoco. Danny Ayalon, viceministro degli Esteri ha definito la flottiglia attaccata dalla Marina israeliana "armata dell'odio e della violenza" ed ha accusato gli organizzatori di essere "terroristi" legati a Hamas.
Il primo ministro israeliano Netanyahu, in viaggio in Canada, che sarebbe poi dovuto andare negli Stati Uniti per incontrarsi con Obama, ha interrotto il suo viaggio per rientrare in patria.
I leader di Hamas a Gaza invocano alla guerra santa. E' il preludio di un escalation di violenze che potrebbe mettere ancora una volta a ferro e fuoco il Medio Oriente.
Ad Ankara ci sono state violente manifestazioni ed è stata presa a sassate l'ambasciata di Gerusalemme.
Il segretario dell'ONU si dice scioccato dall'avvenimento, e parla di un uso eccessivo della forza da parte di Israele. Immensa la condanna internazionale.
Adesso la pace tra Israele e Palestina, comunque mai a portata di mano, rischia una brusca frenata, mentre, siamo certi, s'infiammerà ancor di più la polveriera mediorientale.
Immagine: israeltruthtimes.blogspot.com
La marina israeliana ha assaltato nella notte una nave del convoglio dei pacifisti Freedom Flottilla, a favore della Palestina, che intendeva forzare il blocco imposto da Israele a Gaza, per soccorrere la popolazione della Striscia con 10 mila tonnellate di viveri.
"Mavi Marmara vi state avvicinando ad un'area di ostilità, c'è il blocco navale", avverte il capitano della marina israeliana, invitando l'equipaggio della più grande delle sei navi, di una ong turc, a dirigersi nel porto israeliano di Ashdod, dove gli aiuti umanitari verranno trasportati via terra a Gaza.
Tuttavia, l'appello cade nel vuoto, in quanto gli organizzatori della flottiglia intendono forzare il blocco navale.
A quel punto le lance israeliane circondano le 6 navi a 40 miglia dalla costa in acque internazionali, e scatta l'assalto delle teste di cuoio, i cui piani prevedono il sequestro delle navi e l'espulsione dei 700 attivisti pro-palestinesi, che al momento verranno messi in un campo di detenzione appositamente allestito. Il governo israeliano ha diffuso un video che mostra come la marina abbia avvertito di non violare l'embargo.
Gli uomini del commando israeliano scendono dagli elicotteri. Sul ponte si sentono alcuni colpi di arma da fuoco.
La nave attaccata era partita dalla Turchia, batteva bandiera turca, aveva a bordo parlamentari turchi che dovevano unirsi al resto del convoglio pacifista che li aspettava al largo delle acque di Cipro, per entrare poi insieme nelle acque israeliane. La nave coi parlamentari doveva essere la prima a forzare il blocco israeliano.
Secondo gli organizzatori delle navi pacifiste è tutta colpa dell'intervento israeliano. Secondo il ministro della difesa israeliana Barak, a bordo della nave c'erano coltelli e almeno 2 pistole: i soldati israeliani sono finiti sotto attacco e ne è scaturito un conflitto a fuoco. Danny Ayalon, viceministro degli Esteri ha definito la flottiglia attaccata dalla Marina israeliana "armata dell'odio e della violenza" ed ha accusato gli organizzatori di essere "terroristi" legati a Hamas.
Il primo ministro israeliano Netanyahu, in viaggio in Canada, che sarebbe poi dovuto andare negli Stati Uniti per incontrarsi con Obama, ha interrotto il suo viaggio per rientrare in patria.
I leader di Hamas a Gaza invocano alla guerra santa. E' il preludio di un escalation di violenze che potrebbe mettere ancora una volta a ferro e fuoco il Medio Oriente.
Ad Ankara ci sono state violente manifestazioni ed è stata presa a sassate l'ambasciata di Gerusalemme.
Il segretario dell'ONU si dice scioccato dall'avvenimento, e parla di un uso eccessivo della forza da parte di Israele. Immensa la condanna internazionale.
Adesso la pace tra Israele e Palestina, comunque mai a portata di mano, rischia una brusca frenata, mentre, siamo certi, s'infiammerà ancor di più la polveriera mediorientale.
Immagine: israeltruthtimes.blogspot.com
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