Israele: per fortuna stavolta il blocco navale ha funzionato

Intercettata stamane verso l'alba, dai militari israeliani, la nave irlandese Rachel Corrie, dal nome dell'attivista statunitense rimasta uccisa nella striscia di Gaza, durante l'Intifada  di Al Aqsa, il 16 marzo 2003, nel tentativo d'impedire che un bulldozer dell'esercito israeliano distruggesse alcune case palestinesi, è stata costretta ad arrendersi e a dirottare verso il porto israeliano di Ashdod. La nave irlandese, carica di aiuti umanitari, dopo due ore di tentennamenti, ha dovuto obbedire all'ultimatum della marina israeliana, che le intimava di cambiare rotta, in quanto stava entrando in un'area di ostilità sottoposta a un blocco navale, invitando pertanto i pacifisti a bordo, a guidare l'imbarcazione nel porto di  Ashdod e a trasferire gli aiuti umanitari in coordinamento con le autorità israeliane attraverso i valichi di terra.

Affinchè collaborassero, i pacifisti a bordo della Rachel Corrie, che avevano a bordo tra l'altro due grosse personalità, un premio nobel per la pace e l'ex vicedirettore dell'Onu, hanno ricevuto anche un appello da Washington che li ha esortati a cedere per ragioni di sicurezza. Tuttavia i pacifisti della Rachel Corrie, in linea con quanto annunciato venerdì dal loro portavoce, ignorano qualsiasi avvertimento, ma la nuova e pericolosa sfida, dopo il tragico assalto alla Mavi Marmara che ha provocato la morte di diversi attivisti, sembra troppo azzardata.

Fortunatamente, a metà mattina, dopo che per ben tre volte i componenti della missione si sono rifiutati di fermare di loro spontanea volontà la navigazione verso Gaza, nel momento in cui un commando delle forze israeliane è salito a bordo, a differenza di quanto è accaduto sulla Mavi Marmara dove i soldati israeliani sono stati accolti duramente appena messo piede sul ponte, provocando pertanto l'insana reazione portatrice di morte di quest'ultimi, tutto è avvenuto senza che ci sia stato alcun gesto di resistenza, così la nave irlandese facente parte della Freedom Flotilla, è stata costretta a dirigersi verso il porto di Ashdod.

Tuttavia, la Casa Bianca definisce insostenibile il blocco a Gaza ed invita il governo israeliano a rivedere l'embargo, in auge da quando Hamas, che ha propugnato la distruzione dello stato ebraico, ha preso il controllo della Striscia di Gaza. Con l'embargo Israele vuole impedire il traffico di armi e dei prodotti per l'edilizia, con i quali verrebbero costruiti oltre che gli edifici, anche i famigerati tunnel, ma soprattutto per impedire che il porto di Gaza possa diventare una base operativa iraniana.




Immagine: www.ikhwanweb.com/

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