World Cup South Africa 2010: Nigeria

Oggi con Sud Africa - Messico ha inizio la World Cup South Africa 2010. La partita di apertura verrà disputata nel sobborgo di Soweto, il ghetto nero che ai tempi dell'apartheid era il simbolo dell'emarginazione su base razziale e che oggi prova a diventare qualcosa di diverso dall'inferno che è stato. 

Artefice e simbolo di questo miracolo africano è senza dubbio il premio Nobel Nelson Mandela, un gigante del continente nero, apprezzato in tutto il mondo per la sua grande forza interiore che gli ha permesso di resistere ad una ingiusta segregazione che gli uomini della sua terra gli hanno inflitto.

Con la Nigeria concludiamo i post dedicati alle 6 nazionali africane che prendono parte alla World Cup South Africa 2010.

Inserita nel gruppo B della competizione mondiale 2010, comprendente Argentina, e le non irresistibili Grecia e Corea del Sud, la squadra nazionale della Nigeria, sorta nel 1994 in occasione dei mondiali statunitensi, aveva lasciato una buona impressione sin dal suo esordio, riuscendo a battere avversari del calibro dell'Argentina, la quale sarà la squadra che riaffronterà domani a Johannesburg nella prima partita del suo girone. Sia negli Stati Uniti che in Francia nel 1998 la nazionale delle "aquile", dopo aver disputato un ottimo girone nel primo turno è poi crollata negli ottavi di finale.

Nel 2002 invece, ai mondiali di Giappone e Corea nel 2002, tutto quel di buono che aveva mostrato in precedenza, è letteralmente crollato, facendosi eliminare per la prima volta al primo turno. Peggio ancora è andata con la mancata qualificazione a Germania 2006.

Tuttavia, la giovane squadra nigeriana, allenata oggi dallo svedese Lars Lagerback, può vantare nella sua bacheca una vittoria in Coppa d’Africa 1994, un trionfo nelle Olimpiadi di Atlanta del 1996 battendo ancora una volta con un 3-2 in rimonta l’Argentina, e un ottimo terzo posto nella Coppa d’Africa del 2010. Oltreciò, la sua qualificazione ai mondiali in Sud Africa, è stato un cammino netto e trionfante con sei vittorie in sei partite, facendo si che le aquile sono pronte nuovamente a spiccare il volo.

Tra i suoi campioni, nonostante il recente infortunio al ginocchio, c'è John Obi Mikel del Chelsea di Ancellotti, ma anche Haruna Lukman dell'AS Monaco, Yusuf Ayila della Dynamo Kiev e Victor Nsofor Obinna del Malaga ma di proprietà dell'Inter, che pur non giocando sempre da titolare, è stato il capocannoniere nelle qualificazioni ai Mondiali 2010, segnando la doppietta decisiva contro il Kenya ed il gol della vittoria con il Mozambico.

Nota dolente dei mondiali sudafricani è stata però la partita amichevole, tramutata in una tremenda rissa tra gli spettatori con una ventina di feriti, che i verde-bianchi hanno avuto con la Corea del Nord presso il piccolo stadio Makhulong di Tembisa, il quale, proprio la sua scarsità di posti è stata la scintilla che ha fatto deflagrare la rissa.  

Il popoloso paese africano (150 milioni di abitanti) che abbraccia il delta del fiume Niger, un tempo ricchissimo di pesce e di coltivazioni agricole, ed oggi appaltato alle multinazionali straniere (Agip, Total, Shell, Exxon-Mobil, Chevron-Texaco...) per attività di estrazione e ricerca di petrolio (si estraggono 2,5 milioni di barili di petrolio al giorno), è stato spesso teatro di scontro di un contrasto apparentemente di natura etnico-religiosa, ma che cela una lotta ben più concreta, quella per il potere politico e per il controllo dello sfruttamento delle risorse petrolifere, come evidenziano anche fatti recenti, in cui centinaia di persone, tra cui molte donne e bambini, sono stati uccisi in violenze etniche nei pressi della città di Jos, attaccate nei loro villaggi da uomini armati di machete che venivano dalle colline circostanti.

In un  Paese in cui la popolazione vive in condizioni di estrema miseria, dove ci sono più di 200 etnie e un'infinità di lingue e dialetti, è difficile mettersi d'accordo su qualcosa. 

Probabilmente, però, uno degli aspetti più sconcertanti di questo martoriato paese, in cui il petrolio la fa da padrone (primo produttore in Africa, sesto esportatore nel mondo), è il “gas flaring”, il gas che fuoriesce dai giacimenti di petrolio e che viene bruciato dalle compagnie perché sarebbe costoso riutilizzarlo, che ha devastato il delicato ecosistema fluviale, distrutto la pesca e reso imbevibile l’acqua. Uno sfruttamento praticato negli anni all'insaputa delle popolazione locale, che riceve appena il 10% degli introiti derivanti dalle preziose risorse del Paese (gas naturale, petrolio, acciao, oro, carbone...), causa di molta tensione degenerata in seguito in una vera e propria guerra tra guerriglieri, esercito nigeriano e polizie private che proteggono le strutture e i cantieri delle multinazionali, le quali, con i loro impianti hanno trasformato l'ambiente circostante in bolle torride e assordanti, che da 40 anni garantisce però buona parte della benzina usata da noi europei. 


C'è da dire poi che le enormi torce perennemente accese, nascoste nelle foreste, protette dai militari, interdette agli estranei, che bruciano a cielo aperto il gas dei pozzi di petrolio, pongono questo paese sotto accusa riguardo il suo notevole apporto al famigerato riscaldamento globale.

Ed è proprio Lagos, capitale della Nigeria, la città più popolosa d'Africa con i suoi 12 milioni di abitanti, avvolta da un micidiale inquinamento derivante dai pozzi petroliferi e dai giacimenti di gas, a pagare un prezzo troppo salato per uno pseudo benessere (un 30% di abitanti è analfabeta e la disoccupazione tocca livelli altissimi), e che deve guardarsi, tra l'altro, dall'abbassamento del livello del suo mare, l'Oceano Atlantico, il quale potrebbe inondare e spazzare via dalla faccia della terra la città entro un paio di decenni.

Ci auguriamo che l'avvento della più grande manifestazione sportiva che mai abbia avuto luogo in terra d'Africa, possa portare da subito pace, sollievo e prosperità ad un paese come la Nigeria, così pure alle altre disgraziate nazioni che compongono il continente nero... considerato dagli antropologi come la culla della razza umana. 



Immagine in basso: paulkoidis.wordpress.com

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