I fiumi del mondo sono in una situazione di grave degrado

Un minestrone di sostanze chimiche scorre implacabile attraverso molti fiumi del mondo, specie nel mondo industrializzato.


Lo rivela la conclusione di uno studio  condotto da ricercatori della University of Wisconsin-Madison Center for Limnology and the City College of New York (CCNY), che combina per la prima volta gli indici di sicurezza delle acque e delle biodiversità di tutti i fiumi del mondo, in gran parte, in un forte degrado d'inquinamento. 

La più grande risorsa di acqua rinnovabile per l'uomo, secondo la nuova analisi globale, è un crogiolo di biodiversità acquatiche di proporzioni inquietanti.

L'acqua dolce è ampiamente considerata come la risorsa più essenziale naturale al mondo, pilastro fondamentale della vita umana e dello sviluppo economico, nonché per l'esistenza di innumerevoli organismi che vanno dalla vita microscopica di pesci, anfibi, uccelli e animali terrestri di tutti i tipi.
 


Il rapporto pubblicato sulla rivista Nature, tiene conto dell'inquinamento, delle costruzioni di dighe, degli scarichi agricoli, della conversione delle zone umide, dell'introduzione di specie esotiche che stanno mettendo a rischio la salute dei fiumi, delle minacce delle attività estrattive, del numero crescente di prodotti farmaceutici trovati nelle acque superficiali e degli effetti sinergici di tutte le tensioni che interessano i fiumi, soggetti, ormai, ad uno stress oltremisura, se si considera l'intensificazione dell'agricoltura, dello sviluppo industriale, l'habitat fluviale e la modifica di altri fattori. Ad aggravare il problema è che alcune delle influenze negative sui fiumi arriva in modo indiretto dall' inquinamento da mercurio, il quale è un sottoprodotto della produzione di energia elettrica nelle centrali elettriche a carbone e la superficie inquina l'acqua attraverso l'atmosfera. 

Il ritratto risultante dell'ambiente fluviale globale, secondo gli scienziati che hanno condotto l'analisi, è triste. Esso rivela che quasi l'80 per cento della popolazione umana vive in zone dove le acque dei fiumi costituiscono una grave minaccia alla sicurezza umana con conseguenze sugli ambienti acquatici, dove migliaia di specie di piante e di animali sono a rischio di estinzione.


Nel corso di molti millenni gli uomini hanno esercitato un'influenza sempre più pervasiva sulle risorse di acqua dolce. I fiumi, in particolare, hanno attirato gli esseri umani e sono stati modificati mediante costruzione di dighe, irrigazione ed altre pratiche agricole e, dopo l'avvento della civiltà, di ingegneria. In tempi recenti, l'inquinamento chimico, la fiorente popolazione umana, l'accidentale, nonché mirata redistribuzione globale di piante, pesci e altre specie animali hanno avuto effetti di vasta portata sui fiumi e sui loro abitanti acquatici.


I ricercatori cercano di trattare i sintomi di un problema molto più ampio. Spiega Charles Vörösmarty del CCNY: "Sappiamo che è economicamente molto più efficace proteggere questi sistemi idrici, in primo luogo. Quindi l'attuale enfasi sul trattamento dei sintomi piuttosto che le cause di fondo ha poco senso dal punto di vista della sicurezza delle acque o da un punto di vista della biodiversità, nonchà da un punto di vista economico".



Tra le conclusioni sorprendenti dello studio è che i fiumi del mondo sviluppato, tra cui gran parte dei fiumi europei e degli Stati Uniti, sebbene gli americani tendono a pensare che i problemi di inquinamento delle acque siano sotto controllo, sono in grave pericolo, nonostante decenni di attenzione per il controllo dell'inquinamento e gli investimenti nella tutela ambientale. Mentre i fiumi nel mondo meno a rischio e in migliore salute sono quelli in cui la popolazione umana è di meno. Ad esempio, i fiumi delle regioni artiche e di alcune zone relativamente inaccessibili dei tropici.



Immagine: www.news.wisc.edu/
- riverfriends.blogspot.com/







   

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