Allerta Canale di Suez
Nonostante la crisi politica egiziana, le navi stanno continuando a transitare per il Canale di Suez, che rimane aperto. Diverse compagnie hanno smentito le notizie che stanno inviando le loro navi attorno al Capo di Buona Speranza. Tra queste, la Hanjin e Maersk.
Le compagnie di navigazione coreane avevano detto che erano alla ricerca di centri di trasbordo alternativi al Mediterraneo orientale a causa della chiusura di alcuni terminal egiziani, e che avevano deciso di inviare le navi attorno all'Africa piuttosto che attraverso il Canale di Suez, ma stanno ancora utilizzando il canale.
Il Porto di Alessandria è ancora aperto, ma nessuno sta lavorando per il momento. Le operazioni di carico non funzionano correttamente a causa d'interruzioni del lavoro. Problemi analoghi si riscontrano nel porto di Damietta, essendo interrotto pure Port Said.
Tanta instabilità nel Medio Oriente contribuisce notevolmente al prezzo del petrolio, che a livello mondiale si è mantenuto elevato negli scambi asiatici e preoccupa molto i commercianti l'eventuale ramificazione più ampia degli eventi in Egitto.
Mentre l'Egitto non è un produttore importante di greggio, il paese ospita il Canale di Suez, su cui transitano circa 2,4 milioni di barili al giorno, pari a quelli in uscita dell'Iraq, e ogni anno vi passano circa 2700 petroliere. Se venisse chiuso la rotta alternativa sarebbe più lunga di tre mesi, e questo, nel caso la situazione politica in Egitto degenerasse, fa temere che il costo del petrolio, fissato al momento a 92 dollari al barile, possa aumentare notevolmente.
Immagine: www.straitstimes.com/
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