I sicari dell'economia al servizio delle grandi corporation

Prima erano le organizzazioni religiose a guidare il mondo, poi i governi, ora è il momento delle grandi Corporation. Controllano gli affari di tutto il mondo, hanno relazioni con i cinesi, i taiwanesi, i palestinesi, pakistani, indiani... non importa chi siano o no i politici o cosa fanno. Queste grandi corporation vogliono risorse e mercati e faranno di tutto per controllarli.

Le origini del debito in molti paesi dell'Africa risale al colonialismo. Quelli che hanno loro prestato denaro sono gli stessi che l'hanno poi colonizzati, sono gli stessi che gestivano gli stati e le economie e di mezzo, ahimè, ci sono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario internazionale.

Indebitarsi per certi paesi equivaleva a fallire perchè coi tassi d'interesse che dovevano rimborsare alle istituzioni bancarie non sarebbe stato possibile pagare nemmeno gli stipendi agli statali. D'altronde, per gli economisti, non è mai accaduto che un paese si sia sviluppato con i soldi del FMI o della Banca Mondiale.  Anche le Nazioni Unite in Africa entrano nello sporco gioco perchè il loro modo di agire assomiglia più ad un colonialismo da predoni e non ha nulla a che fare con i diritti umani. Questo lo ha detto Sara Flounders, co-fondatore del Comitato d'Azione Internazionale.

Non appena ti finanziano, ti presentano le condizioni... privatizzate questo, privatizzate quello e alla fine privatizzare significa solo gettare tante persone sul lastrico. Si tagliano posti di lavoro, crescono i prezzi, e il Paese decade.
In America c'è chi di professione fa il sicario dell'economia, il cui compito è quello di fare indebitare i paesi. Uno di questi, arruolato come cronista dall'agenzia della sicurezza nazionale statunitense, si muoveva tra Africa e America Latina proponendo impianti industriali,  autostrade, predisponendo infine una richiesta di prestito alla Banca Mondiale. Soldi che prendevano le organizzazioni per iniziare i lavori. Nei Paesi in questione alla fine rimaneva  solo un grande debito che non riuscivano a risanare. A questo punto, il sicario dell'economia ritornava in quei paesi cercando di persuadere i loro leader a fare alcune operazioni.

"Non puoi ripagare il tuo debito"  diceva loro il sicario dell'economia. "Allora vendi alle nostre corporation a poco prezzo il tuo petrolio senza restrizioni sociali o ambientali o vota per noi  nelle prossime elezioni alle Nazioni Unite".

Per convincerli, si faceva pressione su chi contava di più, dicendo cose che pressapoco suonano così: "Ehi, mr Presidente, vedi in questa tasca ho un paio di milioni di dollari per te e la tua famiglia, ma se scegli di non partecipare in quest'altra tasca ho una pistola e ti posso far fuori". Ovviamente, i leader afferravano il concetto!

E se non intendevano capire entravano in azione gli agenti della CIA per rovesciare il governo  o assassinare il loro leader. E se non era possibile fare questo, tipo Saddam Hussein in Iraq, entravano in azione i militari. Sono strategie legate più agli interessi delle corporation che non della nazione. I soldati che muoiono in queste guerre non stanno combattendo o morendo per patriottismo, molti ci credono, ma in realtà servono gli interessi delle corporation.

La stessa cosa sta accedendo in Libia, il cui bastone di comando è stato lasciato nelle mani della NATO, visto che l'America di Obama, che ha più interessi nel Pacifico che nel piccolo Mediterraneo si è defilata, almeno apparentemente. Eh si, perchè ora, che il dittatore è stato martorizzato in un modo barbaro, che ha portato l'umanità indietro nel tempo di almeno 1000 anni, è cominciata la corsa all'oro.  Adesso che si è prosciugato "il pozzo" in Iraq e in  Afghanistan, le grandi corporation occidentali si stanno preparando per un nuovo atterraggio sulle coste di Tripoli, approfittando della gratitudine verso gli Stati Uniti e dei partner NATO.

Stavolta sono gli europei e gli asiatici a farsi avanti mentre gli americani, che non sono benvoluti dagli stessi libici, stanno a guardare. In seguito a nove mesi di lotta per rovesciare il regime di Gheddafi, la sicurezza occidentale, la costruzione e società di infrastrutture si preparavano a raccogliere i frutti delle operazioni Usa e Nato in Libia.

Tuttavia "le implicazioni dell'intervento della NATO in Libia, rischia di aumentare la militarizzazione del continente africano", ha avvertito il Prof. Mahmood Mamdani, un esperto africano alla Columbia University a New York City. Il professore ha fatto un'apparizione sulla Pacifica Radio “Democracy Now!” Il 14 settembre e discusso che cosa stava avvenendo in Libia.

Nel mese di ottobre, il presidente Obama ha annunciato che consiglieri militari statunitensi stavano in Uganda, Kenya e Somalia. L'assegnazione per l'Africa Orientale avrebbe dovuto consegnare alla giustizia il capo dei ribelli dei Lord's Resistance Army, che han fatto una carneficina nella zona, ha detto il presidente.

Si pensa infine che l'ONU venga attualmente utilizzata in Africa come strumento per far avanzare le politiche imperialiste straniere.

E per quanto accade, come non dare credito a questo pensiero?

Nella stesura del presente post ho preso spunto dall'ultima puntata di Report di domenica 30 ottobre e da un paio di articoli  su www.finalcall.com e www.onislam.net

Immagini: tpmmlaw.com - marxist.com

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