Le città influenzano il meteo anche in luoghi lontani


Il calore delle grandi città altera i flussi locali di venti d'alta quota con potenziali ripercussioni nel meteo in migliaia di chilometri di distanza. Questo, secondo uno studio che compare sulla rivista  Nature Climate Change.
La scoperta potrebbe spiegare un lunga rompicapo nel cambiamento climatico:  perché in alcune regioni dell'emisfero settentrionale si verificano inverni più caldi rispetto alle previsioni dei modelli al computer.

I meteorologi hanno a lungo conosciuto che le città generano grandi quantità di calore rispetto alle aree rurali, con il calore proveniente da edifici, automobili, asfalto, tetti, centrali elettriche che bruciano petrolio, gas e carbone per trasporto, riscaldamento o aria condizionata. Questo si chiama effetto isola di calore urbana e si è sempre pensato che il calore rimanesse vicino alle città.

Questo fenomeno, conosciuto come “urban heat island”, è conosciuto da anni,  ma fino ad oggi si pensava interessasse principalmente solo gli abitanti delle città, specialmente durante le ondate di calore estive.

Ma un team di scienziati degli Stati Uniti, utilizzando un modello computerizzato dell'atmosfera, ha compreso che gli impatti vanno ben oltre di quanto era previsto.

L'alta concentrazione di calore aumenta nei  jet-stream winds e allarga il loro flusso, trasportando il calore in luoghi lontani.

La modellistica vede l'autunno e l'inverno riscaldarsi attraverso le vasti regioni del Canada del nord  e dell'Alaska e nel nord della Cina.

L'effetto sulle temperature globali, però, è trascurabile, rappresentando un riscaldamento medio a livello mondiale di appena 0.01C.

Ming Cai del Florida State University ha spiegato che le aree metropolitane più popolate e ad alta intensità energetica del mondo si trovano lungo le coste est ed ovest dei continenti nord americano ed eurasiatico, sottoposte ad un rischio più elevato di depressioni di circolazione atmosferica.

Immagine: www.lternet.edu -


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