Nel Myanmar una frana in una miniera di giada uccide 100 persone


Una frana nei pressi di una miniera di giada nello stato del Kachin, nel nord del Myanmar, ha ucciso circa 100 persone (ma il totale del numero delle vittime non è ancora definito) e ha lasciato più di 100 dispersi, la maggior parte di loro gente locale che rovistava tra gli scarti e i rifiuti in una enorme discarica lasciata incustodita dalle compagnie minerarie, molte delle quali di proprietà di famiglie di ex generali, aziende dell'esercito, gruppi etnici armati, compari e signori della droga, che stanno facendo decine o centinaia di milioni di dollari l'anno attraverso il loro bottino nella città di Hpakant, un'aspra regione strategica inserita tra Cina e India. In nessun luogo della Terra esiste giada in quantità e qualità come a Hpakant. 

Il Myanmar è strettamente identificato con le risorse naturali quali giada, rubini e teak ma finora il suo popolo non ne ha beneficiato. Lo afferma Global Witness, un gruppo di pressione ambientale che studia l'uso improprio di entrate provenienti da risorse naturali e ha pubblicato una relazione completa sul settore all'inizio di quest'anno. Si stima che il valore della produzione di giada in Birmania abbia fruttato all'elite militare e ai signori della droga ben 31 miliardi di dollari nel 2014.

Pochi di quelli che comprano un manufatto di giada pensano a ciò che ruota dietro al mondo della pietra verde. I più pensano alla lucentezza o ai riflessi di questo minerale.   

 Le pietre verdi o bianco latte che valgono più dell’oro sono macchiate dal rosso del sangue dei minatori-schiavi. Per farli lavorare nelle miniere di giada li rendono dipendenti dalle droghe.

Ora, grazie alla vittoria di Aung San Suu Kyi alle Elezioni in Birmania questo sporco traffico, quasi esclusivamente in mano ai militari potrebbe finire,

La giada è una pietra preziosa con una energia simbolica unica che per la sua bellezza e ampia espressività, ha sempre suscitato una speciale attrazione per il genere umano da migliaia di anni. Oggi la giada si estrae quasi esclusivamente in tre Paesi: Cina, Corea e  Myanmar (ex Birmania). In Corea la giada è simbolo di ricchezza e di prosperità. Infatti la si regala, in segno di buon auspicio, ai nuovi nati. 

In Cina si pensa che possa allontanare il malocchio e che abbia poteri curativi. Su un testo cinese del sedicesimo secolo è riportato che “se si sfrega ogni giorno con della giada l'area attorno a una ferita, non rimarrà alcuna cicatrice e, se la giada viene macinata fine come i semi di sesamo e poi ingerita, i dolori muscolari e del torace scompariranno e il cuore, il fegato, la milza, i polmoni e i reni funzioneranno tutti meglio” (e per confermarlo sono stati fatti degli studi presso l'Università di Taejŏn). In Corea la giada è simbolo di ricchezza e di prosperità. Infatti la si regala, in segno di buon auspicio, ai nuovi nati.
 

È per questo che, in molti Paesi orientali, ma anche in Occidente il mercato della giada è sempre più florido. Un proverbio cinese dice: “L’oro è di valore, ma la giada è senza prezzo”. 
Ma la giada un prezzo ce l’ha: un prezzo di sangue e di vite umane di cui nessuno parla.


Immagini: www.pbs.org -

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