L'amuleto della libertà 7 - racconto sul web


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Sebbene l’atmosfera che si respirava in quei giorni non fosse delle migliori, i ragazzi piuttosto che avvilirsi e stare con le mani in mano, preferirono dedicarsi alla ricerca su Internet per saperne di più sulla simbologia del gallo. La prima cosa che fecero fu quella di sguinzagliare per il web i loro amici in patria, creando, in tal modo, una sorta d'indagine globale sulla quale riponevano le speranze di scovare un indizio o una qualche informazione utile che potesse spiegare loro il significato del gallo impresso sull'amuleto.  

Grazie alle precise indicazioni fornite da Maciste, Margaret riuscì ad abbozzare un disegno che ritraeva un gallo che canta al mattino, alle cui spalle si eleva un albero con i rami rivolti all'insù. Ne uscì uno schizzo, peraltro ben riuscito, da mostrare ai destinatari delle numerose email inviate.
  
Seduto in disparte il professor Truman, senza darla a intendere, pareva interessato alla ricerca che stavano effettuando i ragazzi e, facendo finta di leggere un opuscolo, stava con le orecchie tese ad ascoltare le informazioni che raccoglievano in Rete.  

«Sentite questa!».» disse accalorato Aristovoulos Doukas, seduto nella postazione centrale tra le sette disponibili, leggendo l’email inviatagli da un amico greco. «Il gallo è quasi l'epitome della fedeltà e della puntualità. Per gli antenati che non avevano sveglie il canto era significativo, in quanto poteva risvegliare le persone che si alzavano e iniziavano a lavorare... ».    

«Epitome, e che significa?»  domandò Maciste, soddisfatto d'essere l’artefice della ricerca in corso.    
«Epitome significa compendio di un'opera voluminosa, redatto a fini divulgativi o didattici. » spiegò prontamente Pamela, leggendone il significato sul monitor.
   
«Il gallo che canta non appena il sole sorge, viene visto come una creatura yang propizia.» intervenne Toriello, che sino ad allora era stato a smanettare come un forsennato.  

«Nella cultura cinese, un altro significato simbolico del gallo porta a esorcizzare gli spiriti maligni.» si accodò Mike Jones, leggendo un articoletto su un sito specializzato in talismani. 

«Il gallo è il decimo nel ciclo di 12 anni del segno zodiacale cinese e i nativi del pennuto sono provvisti di uno spirito caparbio e combattivo, di una grande energia e di una sfrenata curiosità.» tornò a dire Pamela che aveva, ritti in piedi dietro di se, il silenzioso Alden e l’originale Alain Rulem.  

«Guardate un po' questa pittura magica!» esclamò infervorato Larry Desmond, di solito svogliato e taciturno, richiamando l’attenzione di tutti. «Questo é  Zhong Kui, l’uccisore di demoni.» soggiunse, spostando il  monitor verso gli altri di modo che potessero vedere meglio il terribile Zhong Kui che brandiva la sua spada contro le forze del male cavalcando una tigre, considerato un potente animale yang e quindi un utile alleato nella lotta per esorcizzare le forze yin. In mano teneva pure una trappola per demoni in cui venivano risucchiate le cinque creature dannose: ragno, millepiedi, serpente, rospo e geco… tutti esseri che sono l’incarnazione del principio Yin, che viene sentito come negativo. «Questa immagine viene appesa nelle case tradizionali cinesi per proteggere la famiglia dagli spiriti maligni e a quanto pare...» 
  
«A noi interessa il gallo Larry! Dai, non tergiversiamo, per favore! » lo interruppe piuttosto infastidita Margaret, a cui piaceva eseguire le ricerche in modo più disciplinato. 
  
«Questo è interessante, sentite un po’ !» subentrò Fulvio Molinari, traducendo in italiano quanto era scritto in inglese. «Il gallo e il cane che si fronteggiano sono incarnazioni dello Yin e dello Yang. Lo yin è associato alla pesantezza, all'acqua e alla passività, lo yang alla luminosità, al fuoco e all'attività. Un gallo che canta al mattino viene in genere interpretato come la potenza dell’energia Yang che allontana le forze Yin della notte, spesso rappresentate da un cane che abbaia alla luna.». 
  
«Fico!» apprezzò Maciste, tirando fuori dalla maglietta il piccolo talismano appeso alla collana di corda, simboleggiante lo Yin e lo Yang.  

« Lo yin e lo yang, perché no ? Può darsi abbia qualche attinenza con quanto stiamo cercando! » suggerì il compunto Molteni, seduto a un tavolino intento a scribacchiare sul quaderno.  

Mentre la ricerca degli studenti procedeva a meraviglia e le informazioni raccolte cominciavano ad affluire nelle loro teste, giù per la strada alberata che dal castello conduce a valle, se ne andava tristemente passeggiando Yakima. La tragica morte del figlio di Cornelliuson lo aveva turbato profondamente ed ebbe il presentimento che dietro quella faccenda ci fosse qualcosa di sporco e poco chiaro. Camminando lentamente con una canna in mano raccolta lungo la strada, sentiva riaffiorare ricordi dolorosi... Da quando era al mondo lui, i suoi genitori e altri due fratelli e una sorella, avevano dovuto sopportare le prepotenze di una potente famiglia della contea, la quale, ricorrendo impunemente a diritti ereditari risalenti ad un antico editto imperiale, accampava pretese sulla loro terra. Questo genere di soprusi, al pari di quelli che doveva aver subito il suo amico Cornelliuson, non fecero che accrescere la sua rabbia e per lui sarebbe stata una grande liberazione se solo avesse potuto esternarla in qualsiasi modo! Alzò lo sguardo al cielo, mormorando una specie di nenia, riprendendo a camminare con flemma. 

Rientrato al castello quando tutti dormivano, avvalendosi della complicità di Michael, con il quale si era accordato sin dal mattino di venirgli ad aprire il portone, a Yakima fu recapitato dal giovane malgascio un messaggio del professor Echos. «Eccolo! » disse, tirandolo fuori di tasca, tendendoglielo. «Lui aspettato te fino alle tre ma poi andato via in taxi » disse in modo confidenziale, essendosi conosciuti meglio il mattino presto.
«Dove andato ?» 
« Non so! Questione di uffici, forse! » disse con voce quasi tremula ma col sorriso stampato sul viso.

Letto il breve messaggio con attenzione, Yakima salutò Michael, avviandosi difilato nella sala internet, facendo attenzione a non sfasciare la sedia con il suo enorme peso. Accomodatosi, accese il computer e inviò una email agli amici di Bellevue, nello Stato di Washington.   

Ma ancora più tardi di lui tornò al castello Echoswood, giunto a bordo di una limousine con autista messogli a  disposizione da una affascinante benefattrice dell’ESI, di famiglia nobile, tra le più titolate della regione romana, la quale mostrò di avere una particolare simpatia per lui, che vedeva sempre volentieri ogni qualvolta tornava dai suoi viaggi. Le piacevano molto le storie che raccontava sulle usanze e le abitudini di popoli sperduti delle jungle del mondo... Probabilmente, anche quella notte, doveva averle raccontato qualcosa del genere! 


Continua...


Immagini: www.wikihow.com - www.reiki.it might287.rssing.com -  Religioni del mondo Corsera gbi.photoshelter.com

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