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Brava Mrs Crowley!

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Si è messa in testa di liberare il grande minestrone di plastica galleggiante nell'oceano  ( Pacific Ocean's great 'garbage patch') . Si tratta della signora Mary Crowley, un entusiasta marinaio di lungo corso e avvocato, che l'estate scorsa, a bordo della sua maestosa nave a vela il Kaisei , ha avuto modo di vedere da vicino il Great garbage patch nel Pacifico.  In quell'occasione fu accompagnata da New Horizon , una nave di ricerca dello Scripps Institution of Oceanography di San Diego. Data la vastità dell'oceano, alcuni studenti universitari facenti capo al viaggio per Scripps erano pronti a trovare meno detriti plastici di quanto previsti. Ma dopo il viaggio il team di Scripps ha segnalato che la plastica effettivamente era là nel vortice e c'e n'era tantissima. Il Kaisei ha coperto 3.000 miglia marine dal 4 al 31 agosto, ed il suo equipaggio, lavorando giorno e notte, ha gettato in mare diverse reti a strascico, che una volta ritirate

Un fungo letale preoccupa i biologi del nord ovest americano

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Recentemente è apparso in Canada una specie di fungo assassino, di genotipo Cryptococcus Gattii , capace di causare serie malattie nelle persone e negli animali domestici. Si è diffuso tra l'isola di Vancouver e il paese continentale sin giù negli Stati Uniti, negli Stati di Washington e Oregon. Secondo i microbiologi, che lo stanno studiando, il fungo normalmente si trova in luoghi tropicali e subtropicali, tipo India, Sud America, Africa, Australia, Papua Guinea, Secondo loro, il fungo segnalato negli Stati Uniti, per ragioni ancora non del tutto comprensibili, è di gran lunga più micidiale di qualunque altro trovato al di la dell'Oceano. I medici  del Nord ovest del Pacifico hanno segnalato che il fungo dallo strano ceppo virulento ha attaccato un gran numero di persone e che i sintomi: tosse persistente, dolori acuti al petto, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, mal di testa, mancanza di respiro... possono apparire a distanza di quattro mesi. Tuttavia il ceppo p

Incubo marea nera nel Golfo del Messico

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La struttura di acciaio e cemento alta 4 piani che gli ingegneri della BP stanno piazzando nel mare, potrebbe fare la differenza nel pagamento di un conto salatissimo per la bonifica, che, qualora funzionasse, potrebbe far risparmiare alla compagnia petrolifera, responsabile del grave incidente scaturito dalla piattaforma al largo del Golfo del Messico, dove hanno perso la vita 11 persone... ben 12 miliardi, portandolo da 14 miliardi a 2 miliardi di dollari.  Entro lunedì i tecnici proveranno a calare la struttura sino ad una profondità di 1500 metri, un'operazione mai tentata prima, che proverà a contenere la fuoriuscita di petrolio nel Golfo, la quale sta provocando l'enorme marea nera. Tuttavia, nessuno ha ancora nessuna idea di quali conseguenze avranno sull'ambiente l'economia e il turismo della regione questi milioni di litri di greggio galleggiante. Il danno ambientale è gravissimo, e tocca le industrie ittiche e le riserve naturali di Louisiana, Mississipi

Solar Frontiers Center, il futuro dell'energia solare

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Nasce negli Stati Uniti un centro che promuove la ricerca sulle tecnologie solari avanzate.  Sfruttare al meglio l'energia del sole per produrre l'energia del futuro.  E' questo l'obiettivo del nuovo Solar Frontiers Center (SFC) , una collaborazione tra Eni e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) , con sede nel campus del MIT di Cambridge Solar Frontiers Center si propone di promuovere la ricerca in tecnologie solari avanzate attraverso progetti che partono dai nuovi materiali fotovoltaici alla produzione di idrogeno da energia solare. Sono ricerche molto interessanti che possono cambiare il futuro dell'energia, ha detto l'Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni , che ha celebrato l'apertura del centro assieme al Presidente del Mit Susan Hockfield . La collaborazione tra Eni e Mit è nata nel 2008 ma già in due anni ha prodotto risultati significativi, come la realizzazione della prima cella solare Mit ultraflessibile, alla realizzazion

World Cup South Africa 2010: Ghana

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Dopo aver ben figurato ai mondiali di Germania 2006, ed aver guadagnato un interessante terzo posto nella Coppa d’Africa del 2008 con il selezionatore serbo Ratomir Dujkovic, the Black Stars, ovvero i giocatori del Ghana, hanno fatto meno bene con il nuovo selezionatore, anch'esso serbo, Milovan Rajevac, perdendo la finale nella Coppa d'Africa 2010 contro l'Egitto, competizione che hanno vinto per ben quattro volte. Ciò non toglie tuttavia che la prestigiosa squadra africana, con molta fisicità da parte dei difensori e centrocampisti e buone tecniche e velocità degli attaccanti, sia stata la prima nazione africana a staccare il biglietto per il prossimo 2010 FIFA World Cup, partecipando alla massima competizione calcistica per la seconda volta consecutiva.  Questo risultato ha dato un formidabile impulso per il lancio ufficiale del Ghana Dream Project , un progetto che nasce come un sogno per gli studenti del Ghana, in cui la York University ha svolto un ruolo importa

E-waste: il prossimo grande problema dell'umanità, dopo la plastica

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Entro il 2016 i Paesi in via di sviluppo produrranno e-waste molto più del mondo industrializzzato.  Il livello di computer scartati, assieme ad altri rifiuti elettronici raddoppieranno nei paesi sviluppati entro i prossimi 6-8 anni.   Si prevede che nel 2030 i paesi in via di sviluppo scartino dai 400 ai 700 milioni di personal computer obsoleti all'anno rispetto ai 200 - 300 milioni dei paesi sviluppati. Eric Williams e colleghi citano un drammatico aumento dei proprietari di PC e di altri dispositivi elettronici in entrambi i paesi sviluppati e nei paesi in via di sviluppo. Nel contempo, il progresso tecnologico, sta riducendo sempre più la durata dei prodotti di elettronica di consumo, di modo che la gente si liberi dei prodotti elettronici, anzitempo. Questa tendenza induce ad una preoccupazione globale sulla sicurezza per l'ambiente per via dello smaltimento dei rifiuti elettronici, che contengono sostanze potenzialmente tossiche.   Gli scienziati hanno usato un mo

"Chiudi il rubinetto": campagna di sensibilizzazione al risparmio idrico

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" Chiudi il rubinetto " è un progetto di sensibilizzazione al risparmio idrico, voluto da Aquafresh (marchio GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. ) , che ha ottenuto il Patrocino dell’ Assessorato all’Ambiente del Comune di Milano, il cui fine è rendere consapevoli i consumatori di quanto sia importante non sprecare neanche una goccia di acqua.  Per fare ciò, Aquafresh ha deciso di misurare "l'impronta idrica” del suo prodotto di punta, il dentifricio Tripla Protezione da 75ml. A tale scopo è stato analizzato da uno studio dell’agenzia di consulenza WSP, l’utilizzo della preziosa risorsa durante le diverse fasi di vita del prodotto prendendo in considerazione non solo l’intera supply chain (materie prime, packaging, impianto produttivo di Maidenhead (GB)) ma anche la fase di utilizzo da parte del consumatore. Per la maggior parte dei prodotti la water footprint è diretta responsabilità dei produttori ma, da studi effettuati, è emerso che nel caso dei de