Rifiuti spaziali: che farne?

Dopo qualche mese sono stati trovati in alcune zone desertiche del Sudan i frammenti dell’asteroide disintegratosi lo scorso 7 ottobre. Ne avevo parlato già nel vecchio blog.

I frammenti, rintracciati da un gruppo di ricercatori dell’Università di Khartoum, coaudiavati dalla Nasa, sono stati consegnati al Jet Propulsion Laboratory , che ne sta analizzando le proprietà. Le prime foto dei reperti, presentate nel corso della riunione delle Nazioni Unite a Vienna dedicata ai problemi spaziali, secondo il direttore del Near-Earth Object Program della Nasa Lindley Johnson, "possono raccontare le condizioni in cui ritrovava il sistema solare nelle prime epoche della sua formazione come la temperatura e la composizione chimica".

Fonte corriere.it/scienze

Il problema dei rifiuti spaziali, come scrissi in un vecchio post, è un fatto serio. Si pensi che in 43 anni di esplorazione spaziale e negli oltre 4000 lanci in orbita, l'uomo ha lasciato abbandonati nell' universo almeno 30 mila oggetti-spazzatura".

L 'orbita della Terra è sempre più affollata. Gli ultimi anni si è assistito ad un enorme incremento del numero di satelliti. Tutto questo ammasso di spazzatura spaziale gira attorno al nostro Pianeta a velocità che raggiunge anche i 30 mila chilometri orari con incalcolabili rischi per i satelliti e per tutte quelle apparecchiature posizionate in orbita e ancora funzionanti.

Basti pensare che nello spazio un frammento di 1 cm di diametro che viaggia alla velocità di 10 km/s sulla Terra può provocare i danni che farebbe un proiettile di 100 kg sparato alla velocità di 100 k/h! Danni gravissimi poi possono essere provocati da corpi anche più piccoli che sono la causa assieme alle micrometeoriti del lento ma inevitabile deterioramento dei pannelli esterni delle navette spaziali. Per non parlare poi dei frammenti più grandi che in un impatto potrebbero anche far colare a picco un eventuale "bersaglio"! (www.astroclubostia.it)

Attualmente, dei 18000 oggetti monitorati che viaggiano intorno alla Terra, grandi 10 centimetri, solo circa 900 sono satelliti attivi. Il resto sono tutti detriti, frammenti di vernice di satelliti guasti e frammenti di vecchi razzi. Ma anche strumenti, guanti usati dagli astronauti nelle loro esplorazioni presso le stazioni spaziali. Tra il materiale pericoloso abbandonato in orbita a diverse altitudini ci sono anche alcuni (32?) reattori nucleari fuori uso.

Si calcola che in prossimità dell'anello geostazionario*, (detta pure fascia di Clarke, in onore del suo scopritore, l'autore di "2001 Odissea nello spazio"), la posizione ideale per i satelliti per telecomunicazioni, un quarto di tutti gli oggetti catalogati appartengano a detriti lasciati dal satellite cinese Fengyun-1C, sottoposto nel 2007 ad una prova anti-satellite. Ma sono stati trovati anche migliaia di frammenti provenienti dallo scontro tra un satellite commerciale americano e uno militare russo inattivo.

Purtroppo, dovunque arriva la civilizzazione umana lascia una scia di spazzatura. D'altronde, al nostro tempo, la comunicazione fa la parte del leone. E' grazie ad essa che si stanno spalancando scenari incredibili, che ci consentono di ottenere una massa d'informazioni, una volta impensabile.

Oggi, il mattone elementare d'informazione (senza sostanza, senza peso, pulito e quindi ecologico) è il bit, protagonista in primus della nostra era. Tuttavia, i bit saranno anche eterei e impalpabili, ma affinchè possano rendersi utili, debbono viaggiare nello spazio, per cui abbisognano di vie di comunicazione, autostrade fatte di cavi, fibre ottiche, satelliti... tutti oggetti che presto diventeranno obsoleti.

Visto che per i frammenti degli asteroidi non possiamo fare granchè, possiamo però sostituire un cavo vecchio... ma che ne facciamo dei detriti di un vecchio satellite? E che fine fanno i pezzi degli enormi missili che servono a portare in orbita i satelliti nuovi?

Immagine: armyaviation.wordpress.com

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