Clima: il vertice che verrà...
Il global warming è ormai una realtà preoccupante. C'è molta più aria calda dovuta principalmente al riscaldamento globale, causata dal galoppante aumento delle emissioni di anidride carbonica, nonchè dalla noncuranza di molte nazioni che hanno modificato gravemente i modelli meteorologici di tutto il mondo.
Il previsto vertice sul clima che si terrà in dicembre a Copenhagen, dove si discuterà sui cambiamenti climatici e delle regole del post Trattato di Kyoto, sinora, nelle riunioni preparatorie che si stanno allestendo un po' ovunque su entrambi gli emisferi, sembra non promettere nulla di buono.
Il due giorni del 40° Forum delle isole del Pacifico (atolli, arcipelaghi ed isole), tenutosi in questi giorni, preceduto da un incontro dei Smaller island states, decisi a premere su Australia e Nuova Zelanda perché accettino di ridurre le loro emissioni di gas serra del 45% entro il 2020 e dell'85% entro il 2050, è stato tenuto a battesimo con il benvenuto degli aborigeni della regione di Cairns (Australia del nord) ai leader rappresentanti dei 15 Stati membri del Pacific Islands Forum.
Dopo il discorso d'introduzione di Toke Talagi, presidente uscente del Forum, al quale succederà il premier australiano Kevin Rudd, il summit si è trasformato subito in un avvilente resoconto della dura realtà che si respira nelle economie dei membr lì presenti.
"L'inizio della crisi finanziaria globale ha imposto alla regione una nuova sfida per i nostri governi e la nostra gente", ha detto Talagi, presidente del Forum. "Ciò è una crisi con implicazioni potenzialmente devastanti per la nostra prosperità nazionale e regionale, visto che le fondamenta delle nostre economie, tra cui la capacità di generare entrate, sono stati colpite duramente", ha proseguito il Presidente, il quale contemporaneamente è anche premier di Niue, un'isoletta di appena 259 km² ad est di Tonga, nel sud dell'Oceano Pacifico.
Affermando che tutti sono coscienti delle difficoltà che hanno i Paesi sviluppati a rispettare i cambiamenti necessari, Talagi ha così esortato i convenuti del Sis a tenere duro sulle emissioni di gas serra e promuovere il loro punto di vista circa il cambiamento climatico.
Il Sis comprende minuscoli Stati (Nauru, Tuvalu, Kiribati, Isole Cook, Niue, Palau e Isole Marshall) che rischiano di essere fagocitati dall'Oceano che si innalza sotto l'effetto del cambiamento climatico.
Al Forum non hanno partecipato le isole Figi, assenti per motivi di carattere politico-militare. Da 22 anni l’arcipelago è attraversato da continue tensioni politiche che hanno generato ben quattro colpi di stato. A gennaio, i rappresentati dei 16 paesi del Forum del Pacifico avevano chiesto al governo delle Figi di organizzare elezioni legislative entro la fine del 2009 e minacciato, in caso contrario, di sospendere la nazione dall’organismo regionale.
Alla gente delle Figi Toke Talagi ha detto che debbono essere loro a contestare le regole antidemocratiche del regime militare e ripristinare la democrazia. Ma debbono essere capaci di assumersi la responsabilità per il bene e il futuro del paese e dei loro figli
Con questi preliminari, di certo il vertice sul clima che verrà... avrà molto da lavorare!
Immagine: wikimedia.org
Il previsto vertice sul clima che si terrà in dicembre a Copenhagen, dove si discuterà sui cambiamenti climatici e delle regole del post Trattato di Kyoto, sinora, nelle riunioni preparatorie che si stanno allestendo un po' ovunque su entrambi gli emisferi, sembra non promettere nulla di buono.
Il due giorni del 40° Forum delle isole del Pacifico (atolli, arcipelaghi ed isole), tenutosi in questi giorni, preceduto da un incontro dei Smaller island states, decisi a premere su Australia e Nuova Zelanda perché accettino di ridurre le loro emissioni di gas serra del 45% entro il 2020 e dell'85% entro il 2050, è stato tenuto a battesimo con il benvenuto degli aborigeni della regione di Cairns (Australia del nord) ai leader rappresentanti dei 15 Stati membri del Pacific Islands Forum.
Dopo il discorso d'introduzione di Toke Talagi, presidente uscente del Forum, al quale succederà il premier australiano Kevin Rudd, il summit si è trasformato subito in un avvilente resoconto della dura realtà che si respira nelle economie dei membr lì presenti.
"L'inizio della crisi finanziaria globale ha imposto alla regione una nuova sfida per i nostri governi e la nostra gente", ha detto Talagi, presidente del Forum. "Ciò è una crisi con implicazioni potenzialmente devastanti per la nostra prosperità nazionale e regionale, visto che le fondamenta delle nostre economie, tra cui la capacità di generare entrate, sono stati colpite duramente", ha proseguito il Presidente, il quale contemporaneamente è anche premier di Niue, un'isoletta di appena 259 km² ad est di Tonga, nel sud dell'Oceano Pacifico.
Affermando che tutti sono coscienti delle difficoltà che hanno i Paesi sviluppati a rispettare i cambiamenti necessari, Talagi ha così esortato i convenuti del Sis a tenere duro sulle emissioni di gas serra e promuovere il loro punto di vista circa il cambiamento climatico.
Il Sis comprende minuscoli Stati (Nauru, Tuvalu, Kiribati, Isole Cook, Niue, Palau e Isole Marshall) che rischiano di essere fagocitati dall'Oceano che si innalza sotto l'effetto del cambiamento climatico.
Al Forum non hanno partecipato le isole Figi, assenti per motivi di carattere politico-militare. Da 22 anni l’arcipelago è attraversato da continue tensioni politiche che hanno generato ben quattro colpi di stato. A gennaio, i rappresentati dei 16 paesi del Forum del Pacifico avevano chiesto al governo delle Figi di organizzare elezioni legislative entro la fine del 2009 e minacciato, in caso contrario, di sospendere la nazione dall’organismo regionale.
Alla gente delle Figi Toke Talagi ha detto che debbono essere loro a contestare le regole antidemocratiche del regime militare e ripristinare la democrazia. Ma debbono essere capaci di assumersi la responsabilità per il bene e il futuro del paese e dei loro figli
Con questi preliminari, di certo il vertice sul clima che verrà... avrà molto da lavorare!
Immagine: wikimedia.org
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