Alla ricerca del pianeta ad hoc
Alle 13:36 (ora italiana) del 9 ottobre 2009 la sonda Lcross ha impattato alla velocità di 9000 km orari, la gola del cratere Cabeus, nei pressi del polo sud lunare. La prima fase della missione, per verificare l'esistenza di acqua sulla Luna, in diretta per la prima volta su Internet sul sito dell'ente spaziale americano, è stata effettuata. L'importante, secondo gli scienziati che partecipano a questa straordinaria impresa, è l'aver sollevato con la potente deflagrazione tanta polvere lunare, alta oltre 10 km, la quale contiene in se tutti gli elementi della superficie del nostro satellite, che potranno essere analizzati in estremo dettaglio, per verificare se c'è una presenza di acqua abbondante. Il primo annuncio da parte della Nasa non dovrebbe richiedere molto tempo, già lo si potrebbe avere nel giro di una, due settimane, ancor prima se venisse scoperto qualcosa di veramente eclatante. Molti si domandano se questa esplosione può portare a conseguenze pericolose, come ad esempio, se è in grado di cambiare l'orbita della luna. Gli scienziati tranquillizzano, dicendo che il nostro satellite è continuamente bombardato da meteoriti e l'energia espressa dal bombardamento non è stata sufficiente a muovere neanche qualche micron (milionesimi di millimetri). Ma dopo l'acqua, il problema sarà di politica spaziale. Sono stati previsti tre miliardi di dollari per una base strategica sulla Luna entro il 2025 o puntare su Marte, scelta scientifica più coraggiosa ma dal costo di 50 miliardi di euro l'anno.
Ma nell'ultimo periodo, in un altra parte del mondo, in quella che sino a ieri era definita come l'altra grande superpotenza del pianeta, l'interesse per lo spazio sta prendendo una via del tutto nuova, anche se. Infatti, dopo una pausa di tre decenni, la scorsa settimana, presso il Russian Space Research Institute (IKI ) di Mosca, è stata organizzata una conferenza internazionale, volta ad attirare gli scienziati provenienti dall' Europa e forse anche d'altri Paesi, tra i quali gli Stati Uniti, in un progetto ambizioso, che prevede una nuova missione sul pianeta Venere, definita Stella del mattino, in quanto, dopo il Sole e la Luna, è il corpo celeste più luminoso del cielo.
Conosciuta come Venera-D, la nuova missione, il cui lancio è previsto per il 2016, si pensa debba coinvolgere un imponente assalto scientifico sui misteri del pianeta, con l'ausilio di un veicolo spaziale orbitante, aerostati e un lander di superficie.
Immagine: www.examiner.com/
Ma nell'ultimo periodo, in un altra parte del mondo, in quella che sino a ieri era definita come l'altra grande superpotenza del pianeta, l'interesse per lo spazio sta prendendo una via del tutto nuova, anche se. Infatti, dopo una pausa di tre decenni, la scorsa settimana, presso il Russian Space Research Institute (IKI ) di Mosca, è stata organizzata una conferenza internazionale, volta ad attirare gli scienziati provenienti dall' Europa e forse anche d'altri Paesi, tra i quali gli Stati Uniti, in un progetto ambizioso, che prevede una nuova missione sul pianeta Venere, definita Stella del mattino, in quanto, dopo il Sole e la Luna, è il corpo celeste più luminoso del cielo.
Conosciuta come Venera-D, la nuova missione, il cui lancio è previsto per il 2016, si pensa debba coinvolgere un imponente assalto scientifico sui misteri del pianeta, con l'ausilio di un veicolo spaziale orbitante, aerostati e un lander di superficie.
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