Il brutto e il buono dei biocarburanti
A Maui, nelle Hawaii, lo zucchero viene trasformato in energia. Si parla di produzione di canna per l'etanolo e l'elettricità a Kauai, o delle colture come la Jatropha per il biodiesel, o di microalghe che contengono quantità elevate degli oli grassi necessari, chiamati triacilgliceroli, che possono essere usati per produrre biodiesel...
L'olio ottenuto dagli alberi di palma africani è considerato uno delle migliori e più economiche fonti di biodiesel, e molte aziende energetiche stanno investendo miliardi nell' acquisizione o nello sviluppo delle piantagioni di palma da olio nei paesi in via di sviluppo. Vaste aree di foresta in Indonesia, Malaysia, Thailandia e di molti altri paesi sono state rimosse per coltivare l'olio di palma. L'olio di palma è diventato il numero uno al mondo delle colture da frutto, ancor prima delle banane.
Il biodiesel offre molti benefici ambientali, oltre al diesel derivato da petrolio, compreso le riduzioni degli inquinanti atmosferici, ma l'enorme sete mondiale su questo versante sta a significare che milioni di ettari in più potrebbero essere convertiti in monoculture di olio di palma. Tuttavia, benchè questa conversione delle colture presenta i suoi vantaggi, anche in termine ambientale (seppur molto discutibile) la politica sviluppata sta causando forti preoccupazioni, poichè alcuni stock di biocarburanti, prelevati da campi che sino a ieri erano rivolti all'alimentazione, si stanno sviluppando in varie parti del mondo (Asia, Africa e America del sud) senza riguardo per i danni ambientali e violazioni dei diritti umani. E' questo è grave, anche perchè la popolazione mondiale sta crescendo a vista d'occhio, e non si pensi che lasci che le monocolture dedicate ai biocarburanti, possano ampliarsi sempre più.
Immagine: www.rvanbrunt.com/
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