Africa e Medio Oriente: alla ricerca dell'acqua perduta


Trovare l'acqua nelle zone più desertiche del mondo e scongiurare i possibili conflitti che la carenza di questo preziosissimo elemento potrebbe innescare, è fondamentale per la sorte del pianeta. 

Con 884 milioni di persone prive di una fonte affidabile di acqua potabile nelle zone aride dell'Africa e del Medio Oriente e con il riscaldamento globale che aggrava sempre di più la già terribile situazione climatica, la presenza di acqua in questi luoghi desertici potrebbe alleviare la vita di tanta povera gente.

Ebbene, ora la tecnologia utilizzata per scoprire il ghiaccio sotterraneo su Marte potrebbe essere in grado di trovare fonti analoghe di acque sotterranee sulla Terra.

Il Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere  Sounding), la sonda lanciata dalla Nasa nel 2007 sul pianeta rosso riuscì a scoprìre l'esistenza di acqua nelle profondità dei suoi deserti.

Parlando alla conferenza sull'acqua delle Nazioni Unite che si è tenuta ad Alessandria di Egitto, lo scienziato del NASA's Jet Propulsion Laboratory Essam Heggy ha detto all'assemblea che l'ente spaziale americano dovrebbe utilizzare il suo radar satellitare a bassa frequenza, capace di scandagliare il sottosuolo dei deserti in Medio Oriente e in Africa orientale. 


Marsis, consiste di una sonda costituita da un radar con antenna di 40 metri montata su un veicolo spaziale in grado di rimbalzare le onde radio fino a 3,7 km sotto la superficie marziana.

Le scansioni effettuate sinora in Africa hanno mostrato una regione particolarmente arida del Darfur, in Sudan. Lo scienziato ha osservato che questa zona, dove la scarsità di risorse ha contribuito al genocidio e a insurrezioni, si estende su una superficie che fino a 6000 anni fa era coperta da valli e laghi.  Secondo Heggy, Marsis può trovare serbatoi sotterranei ad oltre un chilometro sotto la superficie, e fornire una guida per la costruzione di pozzi ed oasi artificiali.

"L'acqua che era in superficie è ora al livello del sottosuolo", ha detto Heggy, facendo notare però come "i paesi del Medio Oriente, tra cui il più grande esportatore mondiale di petrolio, spendono moltissimo per la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi ma dedicano minori quantità di fondi per l'esplorazione delle acque nel loro sottosuolo".


Fonte e immagine (The White Desert, Egypt): www.popsci.com/





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