Asia centrale: il nuovo Grande Gioco
L'Asia centrale è il crocevia delle grandi potenze ed ha sempre rivestito un'importanza fondamentale nello scacchiere internazionale.
Probabilmente, le vicende che in questo periodo si stanno susseguendo in questo vasto territorio che divide l'Europa dall'Asia, saranno alla base delle strategie future che riguarderanno l'intero pianeta.
Un tempo era l'Impero britannico dal sud e l'imperialismo zarista dal nord i maggiori protagonisti di quanto accadeva nell'Asia centrale. Oggi l'impero britannico è sostituito dagli Stati Uniti e quello zarista dalla federazione russa, i quali entrambi ambiscono al controllo totale dell'Asia centrale ricco di risorse naturali ma anche a disporre dell'accesso che la regione fornisce al grande interscambio tra Russia, Cina, India e Medio Oriente.
La regione dell'Asia centrale è composta da cinque Stati sovrani, cioè Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Azerbaigian anche se è parte della regione del Caucaso.
Subito dopo l'indipendenza dall'ex Urss, i paesi dell'Asia centrale hanno iniziato a stabilire buone relazioni con i paesi limitrofi. Ci sono due principali vie d'ingresso nella regione, l'Azerbaigian da occidente e il Kazakistan da oriente. Proprio con l'emergere dei paesi dell'Asia centrale è iniziata la partita del nuovo Grande Gioco. Attorno al tavolo si sono seduti sia giocatori regionali che extra-regionali. Cina e Russia hanno continuamente ricercato di mantenere la loro influenza nella regione.
Il Nuovo Grande Gioco nell'Asia centrale si riferisce anche alla geopolitica dei gasdotti. Le grandi potenze hanno investito molto per stabilire i pipelines che avrebbero funzionato sotto il loro diretto controllo.
Attualmente il Kirghizistan, nell'occhio del ciclone per gli avvenimenti che hanno costretto il presidente Kurmanbek Bakiyev alla fuga e al linciaggio del suo ministro degli interni da parte di una folla inferocita, la cui causa sembra derivi dall'aver ospitato una base aerea statunitense, malvista dai russi, da cui ogni mese transitano 30 mila soldati per i rifornimenti al non lontano fronte afghano, è la prova di quanto tutta l'area possa infiammarsi da un momento all'altro.
Il Kirghizistan è un paese dell'Asia Centrale senza sbocco sul mare ricco di risorse minerarie quali carbone, oro, uranio e altri metalli preziosi, che sforna, inoltre, circa 180mila barili di petrolio al giorno e 2232 miliardi di metri cubi di gas. Consistente è anche il settore dell'energia idroelettrica, molto apprezzato dai suoi vicini dell'Asia meridionale.
Anche il Tagikistan, a nord dell'Afghanistan, è un paese senza sbocco sul mare. Il Tagikistan è un paese povero ma la sua economia è in crescita costante. Le fonti primarie di reddito del Tagikistan sono la produzione di alluminio e di cotone e le rimesse dei lavoratori migranti. Il Tagikistan ha un grande potenziale idroelettrico, e si è concentrata sull'attirare investimenti per i progetti d'uso interno e le esportazioni di energia elettrica sopratutto nel vicino Pakistan. Oltre a questo, una delle principali fonti di reddito non ufficiale del Tagikistan è il traffico illegale di droga.
Anche l'Uzbekistan non ha sbocchi sul mar Caspio. La sua economia eccelle nella produzione di cotone, oro, uranio e gas naturale, tuttavia la sua politica economica ha respinto gli investimenti stranieri. Nonostante questo le sue riserve di gas naturale, pari a 2216 miliardi di metri cubi e la produzione di petrolio, nell'ordine di circa 100mila di barili al giorno, rendono l'Uzbekistan molto appetibile da parte dei paesi occidentali.
L'Azerbaigian che affaccia sul Mar Caspio, il mare interno più grande del mondo, sta emergendo come importante esportatore di petrolio e gas. Grazie alla sua posizione geografica fornisce un corridoio di trasporto tra l'Europa e l'Asia centrale. L'Azerbaigian con 842mila barili di petrolio al giorno occupa il 21° posto nella classifica mondiale di produzione di petrolio. Quanto al gas, la sua produzione è di 241 miliardi di metri cubi.
Nello scenario attuale, il nuovo Grande Gioco si sta giocando proprio sul Mar Caspio e l'Azerbaigian è il solo passaggio di accesso per i paesi europei verso l'Asia centrale. Questo fa dell'Azerbaigian un paese di grande importanza stragica.
Il Kazakistan, sul cui territorio scorre il fiume Ural, considerato come confine tra Europa ed Asia è un paese molto grande dell'Asia centrale. Con una produzione di un milione e 360 mila di barili di petrolio al giorno il Kazakistan occupa il 19 ° posto tra i paesi estrattori di oro nero del pianeta. Tra i paesi dell'Asia centrale ha l'opzione più praticabile per esportare il suo petrolio e il suo gas, pari a 906 miliardi di metri cubi, anche attraverso il mar Caspio, via Azerbaijan, verso l'Occidente. Un'altra opzione è l'esportazione ad est verso la Cina, uno dei più grandi consumatori di petrolio e gas del mondo. Oltre ciò, il Kazakistan ha imponenti riserve di carbone, uranio e ferro.
Infine, altro giocatore importante del Grande Gioco è il Turkmenistan, noto anche come Turkmenia, ricco di risorse naturali, con una produzione di circa 180mila barili di petrolio al giorno e in quarta posizione nella classifica mondiale delle riserve di gas naturale, pari a 2232 miliardi di metri cubi.
Da questi ricchi giocatori e dalle grandi potenze regionali quali Iran e Pakistan oltre a Stati Uniti, Cina e Russia, che si sono messi a giocare al Grande Gioco tutti insieme appassionatamente... dipende la sorte del mondo.
Fonte articolo:globalpolitician.com
Immagine:www.reliefweb.int
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