I grandi affari messi in moto dal global warming
Per ironia della sorte, il global warming può far fruttare parecchi quattrini in molti settori del commercio mondiale, anche per coloro che non si occupano esclusivamente di energia verde.
Nel 2009 uno studio di Oxfam ha individuato sette aree potenzialmente lucrative quali possono essere, ad esempio, la gestione delle acque e la preparazione alle catastrofi; una impresa in questo campo il Minneapolis-based Pentair Inc., che si occupa di pompe e sistemi di filtrazione, è salita a 3,35 miliardi dollari di entrate annuali, in parte dovute ai contratti dell' Army Corps of Engineers per fornire massicce pompe per proteggere New Orleans da un eventuale altro Katrina.
Lo scioglimento dell'Artico, in particolare, a molti osservatori dà i brividi. E' probabile che assisteremo a un'esplosione nell'esplorazione nei fondali di petrolio e gas, oltre ad un incremento del turismo. Tuttavia, nessuno pensa che l'Artide sia interamente libero dai ghiacci prima di 100 o più anni, per questo la navigazione mercantile è destinata ad aumentare a un ritmo più lento, anche perché le navi da carico non sopportano ritardi, anche se il ghiaccio dovesse essere di modesta entità.
Il Beluga Shipping è un'azienda tedesca specializzata nel trasporto di carichi super pesanti. Le sue navi sono dotate di enormi gru che permettono di caricare e scaricare oggetti massicci, come le pale per le turbine eoliche. Si tratta di un business estremamente costoso, ma l'estate scorsa, i dirigenti della Beluga hanno escogitato un modo interessante per risparmiare denaro nel corso di un trasporto merci attraverso i ghiacci dell'Artico che si vanno sempre più sciogliendo.
Beluga aveva ricevuto contratti di invio di materiale per un viaggio molto esteso che sarebbe dovuto cominciare da Ulsan, nella Corea del Sud, in direzione nordovest verso la città portuale russa di Archangelsk, situata vicino al confine con la Finlandia, per poi finire in Nigeria. Normalmente, questo itinerario richiede alle navi Beluga un percorso di 11.000 miglia attraverso il Canale di Suez. Ma nel 2008, i suoi dirigenti hanno deciso che il riscaldamento globale che aveva eroso nell'estate il mare di ghiaccio dell'Artico, era abbastanza significativo per far si che le loro navi potessero viaggiare per il Passaggio a Nord-est, lungo la costa nord della Russia. In precedenza, una nave da carico poteva navigare in sicurezza su questa rotta solo se era preceduta da una nave rompighiaccio che si occupava di tracciare un percorso attraverso il ghiaccio.
Ora però, con un clima sempre più caldo per sei-otto settimane a partire da luglio hanno trasformato gran parte del percorso per lo più in mare aperto, costellato di banchi di ghiaccio, che le navi della Beluga potrebbero attraversare. Così i suoi dirigenti, ottenendo il permesso dal governo russo di viaggiare lungo la costa previo una tassa di transito, comunque di 5 cifre, ha inviato le navi sulla nuova rotta, la quale, partendo dal mare del Nord, prosegue nel mare Glaciale Artico lungo la costa della Siberia e, attraversato lo stretto di Bering e il mar di Bering, raggiunge l'oceano Pacifico.
Finito il viaggio quattro mesi dopo, si son fatti i conti. Rispetto al vecchio percorso attraverso il Canale di Suez, la nuova via ha fatto risparmiare un enorme mucchio di denaro, costando 300.000 dollari per nave in meno di carburante e bassi costi per lo stoccaggio di olio combustibil. Il riscaldamento globale ha fatto registrare un aumento delle entrate della società di circa 600.000 dollari in un solo anno.
Così, il Beluga Shipping prevede di usare il Passagio a Nord Est regolarmente. Niels Stolberg, massimo dirigente dell'azienda tedesca, ha detto che è in programmma un altro viaggio questa estate, poichè il passaggio più breve genera molto meno C02, è "più verdi", è anche più ironico, dato che era alta concentrazione di C02 che hanno contribuito a sciogliere la rotta in primo luogo.
Per quanto riguarda la navigazione commerciale turistica, si prevede che vi saranno progressi. Ma esperti dell'Artico e della Marina che hanno presieduto la valutazione marina artica di trasporto, prevedono che potrebbero esservi dei grossi problemi, in quanto le navi commerciali non sono attrezzate per passare adeguatamente tra i ghiacci. Potrebbero urtare un iceberg e subire dei gravi danni, ma nelle regioni polari non c'è ricerca o soccorso di salvataggio che tenga. Un altro Titanic, benchè improponibile il solo pensarlo, potrebbe sbollire i bollenti spiriti che animano, appunto, le compagnie marittime che guardano soprattutto al profitto.
Liberamente tratto da motherjones.com/
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