La tremenda agonia del lago d'Aral

In un viaggio di sei giorni attraverso la regione del lago d'Aral, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon si è sentito in dovere di lanciare un appello affinchè i Paesi della regione mettano da parte le rivalità per cooperare a riparare il grave danno ambientale che sta vivendo il lago d'Aral.

"E 'chiaramente uno dei peggiori disastri ambientali del mondo" ha detto uno scioccato Ban Ki Moon, esortando i leader dell'Asia centrale a sedersi attorno ad un tavolo per cercare di trovare insieme una soluzione, promettendo il sostegno delle Nazioni Unite.

Il lago d'Aral, chiamato erroneamente mare d'Aral, è situato tra Kazakistan e Uzbekistan, una volta era il quarto lago più grande del mondo, e sulle sue rive sorgevano cittadine di pescatori che trovavano nel lago risorse importanti per l’economia locale. Poi, all’epoca della grande “stagnazione Brezneviana”, ha realizzato un progetto faraonico, irrigando 235.000 kmq di campi di cotone, rimasto negli annali come uno dei più forti interventi sul sistema agricolo centralizzato dell’impero sovietico. Dopo l’euforia produttiva dei primi anni, attraverso un’irrigazione irrazionale per scorrimento diretto nei grandi appezzamenti ed un massiccio uso di supporti chimici, si cominciarono ad
avvertire i sintomi di un rapido declino fino ad innescare una delle più drammatiche catastrofi ecologiche del XX secolo, rendendo impotente lo stesso impero sovietico, facendo si che le acque del lago si siano ridotte del 90% perché i fiumi che alimentavano il lago erano stati in gran parte dirottati nel colossale progetto. 

A bordo di un elicottero Ban Ki Moon fatto un giro sul lago nel quadro di una visita ai cinque paesi dell'ex Unione Sovietica. Il suo viaggio ha incluso una sosta a Muynak, nell'Uzbekistan, una città un tempo sulle rive del lago, il cui pontile oggi si allunga paurosamente su un deserto grigio in cui si vedono i cammelli che si fermano curiosi vicino alle carcasse di alcune navi non recuperabili.

"Sul molo, io non vedevo nulla, ma ho potuto vedere solo un cimitero di navi", ha detto il segretario generale ai giornalisti dopo il suo arrivo a Nukus, capitale della regione autonoma del Karakalpak. 

Il lago rimpicciolito ha distrutto la pesca, un tempo florida ed ora i pescherecci vengono lasciati a terra nella steppa sabbiosa. Inoltre, l'evaporazione delle  acque ha lasciato strati di sabbia molto salata, che i venti trasportano fino in Scandinavia e Giappone, e che affliggono la popolazione locale con problemi di salute.



C'è il rischio che i problemi idrici della regione possano dar adito a gravi disordini tra la popolazione locale, già turbata dalla povertà e dai governi repressivi, tant'é che alcuni osservatori temono che ciò potrebbe alimentare il crescente sentimento islamico nella regione.

Fonte e immagine di Ban ki Moon: news.yahoo.com/

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