Non sempre le informazioni dicono cose vere
Nelle predizioni delle attività minerarie (e non solo), cui i mass media inondano d'informazioni, c'è sempre il rischio di un eccesso di portata.
Risale al 2011 quando Citigroup Global Markets ha valutato i 400 più grandi progetti minerari in tutto il mondo e un impegno di capitale di mezzo trilione di dollari entro il 2020. Ma gli analisti hanno poi calcolato che almeno il 24% dei progetti difficilmente sarebbero stati realizzati. Nel caso tutti quei progetti fossero andati avanti, collettivamente avrebbero consegnato altri nove milioni di tonnellate di rame, 684 milioni di tonnellate di minerale di ferro e 380 milioni di tonnellate di carbone all'anno.
Ma, naturalmente, l'intero punto dell'analisi Citigroup era che circa un quarto dei nuovi schemi non avrebbero visto la luce entro il 2020. Va aggiunto, inoltre, che tra il 2012 e il 2013 diversi progetti sono stati messi in naftalina.
Alla fine del 2011, PricewaterhouseCoopers ha inviato una relazione sulla scarsità della produzione di minerali e metalli, dal titolo esplicativo: The Ticking Time Bomb. Nella relazione si dice che le industrie chimiche, energetiche e di automobili erano in uno stato di 'allarme rosso' riguardo l'interruzione delle forniture. I metalli più critici risultavano essere il berillio (metallo leggero per i missili e tubi a raggi X), il cobalto (super-leghe e batterie), tantalio (telefoni cellulari), fluorite (vetro, ceramica) e litio (batterie per auto elettriche). Il tema di fondo era: non ce n'è abbastanza per soddisfare il mercato.
Nel 2007, la rivista New Scientist fece alcuni calcoli sulle forniture di metalli nei paesi in via di sviluppo. Si diceva che entro cinque anni sarebbe andato esaurito l'indio. E anche nel 2011, i rapporti suggerivano che la domanda di indio era crollata a causa della diminuzione degli acquisti da parte dei costruttori giapponesi di elettronica. No, dunque, carenza di indio.
In una conferenza sui metalli del marzo 2013, Malcolm Harrower, alto dirigente della Indium Corp ha detto che vi è abbondanza di indio e gallio tali da soddisfare la domanda. Sempre in quell'anno su New Scientist si è scritto che l'argento si sarebbe esaurito in dieci anni (cioè nel 2017), l'antimonio in quindici anni e l'uranio in diciannove anni.
Oggi non si sentono più questi falsi allarmi.
Già nel 1970 il Club di Roma pubblicò il suo famoso rapporto, Limits to Growth, che prevedeva che il mondo stava esaurendosi del petrolio. Da allora abbiamo avuto il 'picco petrolifero', ma a ben guardare in giro per le strade non si ha questa sensazione.
Non che questo abbia scoraggiato il Club di Roma. Il loro rapporto 2012, 2052 è una previsione globale per i prossimi quarant'anni,e prevede che i prossimi quattro decenni saranno il periodo in cui la razza umana dovrà affrontare le conseguenze del suo sfrenato consumismo. Entro il 2042 il mondo raggiungerà una popolazione di 8,1 miliardi. Ma 186 poveri paesi dovranno ancora soffrire per la mancanza di un decollo, afferma il rapporto. Le economie in espansione saranno Brasile, Cina, Russia, India, Sud Africa e le dieci principali economie emergenti (Indonesia, Messico, Vietnam, Turchia, Iran, Thailandia, Ucraina, Argentina, Venezuela e Arabia Saudita). Alla base della scala ci saranno 2,1 miliardi di persone che soffriranno più di tutte. Il rapporto prevede eventi estremi quali inondazioni nel Sud-Est asiatico a causa dello scioglimento dei ghiacciai del Tibet, l'essiccazione della foresta pluviale in Brasile, and insects killing the boreal forests of Russia.
Michael T. Klare è professore presso l' Hampshire College e nel 2012 ha pubblicato "The Race for What is Left: The global scramble for the world’s last resources". Una corsa globale per ultime le risorse del mondo, in cui potrebbe scatenarsi una Terza Guerra Mondiale sulle forniture in diminuzione, non solo di cibo, ma di carbone, uranio, rame, litio. Il libro contiene un capitolo sulle ‘Rare Earths and Other Critical Metals’ (terre rare e altri metalli critici).
Conclusione: non tutte le previsioni sono azzeccate, anche perché poche di loro
sono corroborate dagli eventi successivi.
Tratto da: investorintel.com
Immagine: rt.com/402/
Risale al 2011 quando Citigroup Global Markets ha valutato i 400 più grandi progetti minerari in tutto il mondo e un impegno di capitale di mezzo trilione di dollari entro il 2020. Ma gli analisti hanno poi calcolato che almeno il 24% dei progetti difficilmente sarebbero stati realizzati. Nel caso tutti quei progetti fossero andati avanti, collettivamente avrebbero consegnato altri nove milioni di tonnellate di rame, 684 milioni di tonnellate di minerale di ferro e 380 milioni di tonnellate di carbone all'anno.
Ma, naturalmente, l'intero punto dell'analisi Citigroup era che circa un quarto dei nuovi schemi non avrebbero visto la luce entro il 2020. Va aggiunto, inoltre, che tra il 2012 e il 2013 diversi progetti sono stati messi in naftalina.
Alla fine del 2011, PricewaterhouseCoopers ha inviato una relazione sulla scarsità della produzione di minerali e metalli, dal titolo esplicativo: The Ticking Time Bomb. Nella relazione si dice che le industrie chimiche, energetiche e di automobili erano in uno stato di 'allarme rosso' riguardo l'interruzione delle forniture. I metalli più critici risultavano essere il berillio (metallo leggero per i missili e tubi a raggi X), il cobalto (super-leghe e batterie), tantalio (telefoni cellulari), fluorite (vetro, ceramica) e litio (batterie per auto elettriche). Il tema di fondo era: non ce n'è abbastanza per soddisfare il mercato.
Nel 2007, la rivista New Scientist fece alcuni calcoli sulle forniture di metalli nei paesi in via di sviluppo. Si diceva che entro cinque anni sarebbe andato esaurito l'indio. E anche nel 2011, i rapporti suggerivano che la domanda di indio era crollata a causa della diminuzione degli acquisti da parte dei costruttori giapponesi di elettronica. No, dunque, carenza di indio.
In una conferenza sui metalli del marzo 2013, Malcolm Harrower, alto dirigente della Indium Corp ha detto che vi è abbondanza di indio e gallio tali da soddisfare la domanda. Sempre in quell'anno su New Scientist si è scritto che l'argento si sarebbe esaurito in dieci anni (cioè nel 2017), l'antimonio in quindici anni e l'uranio in diciannove anni.
Oggi non si sentono più questi falsi allarmi.
Già nel 1970 il Club di Roma pubblicò il suo famoso rapporto, Limits to Growth, che prevedeva che il mondo stava esaurendosi del petrolio. Da allora abbiamo avuto il 'picco petrolifero', ma a ben guardare in giro per le strade non si ha questa sensazione.
Non che questo abbia scoraggiato il Club di Roma. Il loro rapporto 2012, 2052 è una previsione globale per i prossimi quarant'anni,e prevede che i prossimi quattro decenni saranno il periodo in cui la razza umana dovrà affrontare le conseguenze del suo sfrenato consumismo. Entro il 2042 il mondo raggiungerà una popolazione di 8,1 miliardi. Ma 186 poveri paesi dovranno ancora soffrire per la mancanza di un decollo, afferma il rapporto. Le economie in espansione saranno Brasile, Cina, Russia, India, Sud Africa e le dieci principali economie emergenti (Indonesia, Messico, Vietnam, Turchia, Iran, Thailandia, Ucraina, Argentina, Venezuela e Arabia Saudita). Alla base della scala ci saranno 2,1 miliardi di persone che soffriranno più di tutte. Il rapporto prevede eventi estremi quali inondazioni nel Sud-Est asiatico a causa dello scioglimento dei ghiacciai del Tibet, l'essiccazione della foresta pluviale in Brasile, and insects killing the boreal forests of Russia.
Michael T. Klare è professore presso l' Hampshire College e nel 2012 ha pubblicato "The Race for What is Left: The global scramble for the world’s last resources". Una corsa globale per ultime le risorse del mondo, in cui potrebbe scatenarsi una Terza Guerra Mondiale sulle forniture in diminuzione, non solo di cibo, ma di carbone, uranio, rame, litio. Il libro contiene un capitolo sulle ‘Rare Earths and Other Critical Metals’ (terre rare e altri metalli critici).
Conclusione: non tutte le previsioni sono azzeccate, anche perché poche di loro
sono corroborate dagli eventi successivi.
Tratto da: investorintel.com
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