Unione europea: il settore navale dovrà monitorare le proprie emissioni di CO2
Una legge concordata ieri dall'Unione europea per la prima volta stabilisce come il settore navale dovrà monitorare le proprie emissioni di carbonio. Questo è inteso come un passo per affrontare una crescente fonte di inquinamento legato al cambiamento climatico.
Secondo l'International Maritime Organisation (IMO), le emissioni mondiali di anidride carbonica derivanti da navi ammonta a circa il 3 per cento, una quota che però potrebbe aumentare al 18 per cento entro il 2050, qualora il regolamento non fosse rispettato o preso in considerazione.
Dal 1 gennaio 2018, gli armatori sarebbero, quindi, obbligati a monitorare le emissioni per ogni nave in un viaggio e/o con cadenza annuale. Ci sono anche disposizioni in materia di monitoraggio e reporting, verifica e accreditamento, e la conformità e la pubblicazione di informazioni e la cooperazione internazionale.
Il trasporto marittimo internazionale è l'unico mezzo di trasporto che non figura nell'impegno dell'Unione Europea nella ridurzione delle emissioni di gas a effetto serra. "Il monitoraggio delle emissioni di CO2 delle navi è il primo passo di un approccio graduale per ridurre le emissioni di gas serra anche in questo settore", ha detto un comunicato stampa.
Le nuove regole dovrebbero coprire le emissioni di CO2 delle navi sopra le 5.000 tonnellate di stazza lorda. Le navi da guerra, ausiliarie, i pescherecci, le imbarcazioni di legno di fattura artigianale, le navi senza mezzi di propulsione meccanici e le navi di Stato utilizzate a fini non commerciali sarebbero esclusi da tali misure.
Il regolamento deve ancora essere esaminato dal Comitato Ambiente del Parlamento europeo, e ha bisogno dell'accordo finale da parte del Parlamento. Una volta adottato formalmente, il regolamento entrerà in vigore il 1 luglio 2015.
Sembra che alcuni diplomatici di quattro nazioni, tre nel Mediterraneo e uno dell'Europa dell'est abbiano votato contro la legge, ma i voti non sono stati sufficienti per bloccarla.
Immagine: www.marineinsight.com/
Secondo l'International Maritime Organisation (IMO), le emissioni mondiali di anidride carbonica derivanti da navi ammonta a circa il 3 per cento, una quota che però potrebbe aumentare al 18 per cento entro il 2050, qualora il regolamento non fosse rispettato o preso in considerazione.
Dal 1 gennaio 2018, gli armatori sarebbero, quindi, obbligati a monitorare le emissioni per ogni nave in un viaggio e/o con cadenza annuale. Ci sono anche disposizioni in materia di monitoraggio e reporting, verifica e accreditamento, e la conformità e la pubblicazione di informazioni e la cooperazione internazionale.
Il trasporto marittimo internazionale è l'unico mezzo di trasporto che non figura nell'impegno dell'Unione Europea nella ridurzione delle emissioni di gas a effetto serra. "Il monitoraggio delle emissioni di CO2 delle navi è il primo passo di un approccio graduale per ridurre le emissioni di gas serra anche in questo settore", ha detto un comunicato stampa.
Le nuove regole dovrebbero coprire le emissioni di CO2 delle navi sopra le 5.000 tonnellate di stazza lorda. Le navi da guerra, ausiliarie, i pescherecci, le imbarcazioni di legno di fattura artigianale, le navi senza mezzi di propulsione meccanici e le navi di Stato utilizzate a fini non commerciali sarebbero esclusi da tali misure.
Il regolamento deve ancora essere esaminato dal Comitato Ambiente del Parlamento europeo, e ha bisogno dell'accordo finale da parte del Parlamento. Una volta adottato formalmente, il regolamento entrerà in vigore il 1 luglio 2015.
Sembra che alcuni diplomatici di quattro nazioni, tre nel Mediterraneo e uno dell'Europa dell'est abbiano votato contro la legge, ma i voti non sono stati sufficienti per bloccarla.
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