Nuovo accordo sulla grande e controversa diga sul Nilo
Egitto, Sudan ed Etiopia hanno compiuto un passo avanti per disinnescare le tensioni intorno alla controversa costruzione, da parte dell'Etiopia, della Grand Renaissance Dam, l'enorme diga voluta dall'Etiopia sul Nilo Azzurro, che minaccia di sconvolgere l'equilibrio geopolitico della regione su come condividere l'acqua del Nilo.
I presidenti dei tre Paesi hanno firmato una dichiarazione nella capitale del Sudan Khartoum, impegnandosi a condividere meglio le acque del Nilo. Hanno anche formato un comitato per selezionare una società di consulenza per valutare il probabile impatto del progetto. Quattro società di consulenza di Francia, Australia e Olanda erano state selezionate in precedenza e invitate a presentare le loro proposte.
Prima dell'accordo, la diga ha scatenato una disputa tra Etiopia ed Egitto, che utilizzano il fiume in modi diversi. Etiopia ed Egitto sono stati bloccati nelle trattative sulle potenziali ramificazioni di costruire la diga sul corso superiore del Nilo.
Per l'Egitto, fortemente dipendente per millenni dal Nilo, i suoi "diritti storici" sul grande fiume sono garantiti dai trattati del 1929 e del 1959, che concedono l'87 per cento del flusso del fiume e il potere di veto sui vari progetti. Il grande fiume é il suo unico approvvigionamento idrico e teme che la diga influenzerà negativamente la sua quota tradizionale di acqua dal Nilo, che fornisce il prezioso elemento per le sue città, le industrie e le aziende agricole, così come la generazione di energia idroelettrica. Tuttavia, i paesi del bacino del Nilo, tra cui l'Etiopia, ma esclusi Sudan ed Egitto, nel 2010 avevano firmato un altro accordo che consentiva loro di lavorare sui progetti del fiume senza l'accordo del Cairo.
L'Etiopia, da parte sua, sostiene che il progetto è indispensabile perchè offre l'opportunità di sviluppare progetti idroelettrici finanziariamente attraenti per il proprio sviluppo nazionale e il benessere economico della sua popolazione in rapida crescita. Inoltre, ha sempre detto che il progetto non avrebbe pregiudicato la quota delle preziose acque dell'Egitto, ma i suoi piani hanno sempre sollevato tensioni con Il Cairo.
Anche il Sudan, al pari dell'Egitto, si basa sulle risorse del Nilo, e il suo Presidente Bashir, ha detto che l'accordo preliminare potrebbe "riflettere positivamente sulla sicurezza" della regione.
Immagini: pinstake.com - www.sudantribune.com
I presidenti dei tre Paesi hanno firmato una dichiarazione nella capitale del Sudan Khartoum, impegnandosi a condividere meglio le acque del Nilo. Hanno anche formato un comitato per selezionare una società di consulenza per valutare il probabile impatto del progetto. Quattro società di consulenza di Francia, Australia e Olanda erano state selezionate in precedenza e invitate a presentare le loro proposte.
Prima dell'accordo, la diga ha scatenato una disputa tra Etiopia ed Egitto, che utilizzano il fiume in modi diversi. Etiopia ed Egitto sono stati bloccati nelle trattative sulle potenziali ramificazioni di costruire la diga sul corso superiore del Nilo.
Per l'Egitto, fortemente dipendente per millenni dal Nilo, i suoi "diritti storici" sul grande fiume sono garantiti dai trattati del 1929 e del 1959, che concedono l'87 per cento del flusso del fiume e il potere di veto sui vari progetti. Il grande fiume é il suo unico approvvigionamento idrico e teme che la diga influenzerà negativamente la sua quota tradizionale di acqua dal Nilo, che fornisce il prezioso elemento per le sue città, le industrie e le aziende agricole, così come la generazione di energia idroelettrica. Tuttavia, i paesi del bacino del Nilo, tra cui l'Etiopia, ma esclusi Sudan ed Egitto, nel 2010 avevano firmato un altro accordo che consentiva loro di lavorare sui progetti del fiume senza l'accordo del Cairo.
L'Etiopia, da parte sua, sostiene che il progetto è indispensabile perchè offre l'opportunità di sviluppare progetti idroelettrici finanziariamente attraenti per il proprio sviluppo nazionale e il benessere economico della sua popolazione in rapida crescita. Inoltre, ha sempre detto che il progetto non avrebbe pregiudicato la quota delle preziose acque dell'Egitto, ma i suoi piani hanno sempre sollevato tensioni con Il Cairo.
Anche il Sudan, al pari dell'Egitto, si basa sulle risorse del Nilo, e il suo Presidente Bashir, ha detto che l'accordo preliminare potrebbe "riflettere positivamente sulla sicurezza" della regione.
Immagini: pinstake.com - www.sudantribune.com
Commenti
Posta un commento
Sono ben accetti commenti seri, mentre verranno cancellati i commenti offensivi e boccacceschi.