Una questione che scotta: atolli, scogliere e isole artificiali nel Mar Cinese meridionale

In seguito degli aggressivi progetti di bonifica nelle contese isole Spratly, nel Mar Cinese Meridionale, il Pentagono sta prendendo in considerazione l'invio di aerei militari e navi per affermare che la libertà di navigazione, in una zona fondamentale per il commercio mondiale, non può essere violata dalla rapida crescita delle isole artificiali cinesi. La bonifica in corso comporta l'aggiunta di isole esistenti o crearne di nuove dragando terra e sabbia dal fondo dell'oceano.

Recenti immagini  satellitari hanno dimostrato che dal marzo 2014, la Cina sta svolgendo lavori di bonifica in sette siti nelle Spratly e sta costruendo una pista di atterraggio  artificiale (nell'immagine sopra) che potrebbe essere abbastanza grande per aerei militari da combattimento e aerei di sorveglianza

Il Segretario alla Difesa americano Ashton Carter, preoccupato per la rapida espansione delle isole artificiali, ha chiesto al personale di esaminare le opzioni, tra cui l'invio di navi e aerei, restando però entro le 12 miglia nautiche (22 chilometri) dalle scogliere rivendicate da Pechino.

Tale manovra è una sfida alla potenza cinese che vuole espandere la propria influenza nella regione contesa.

Dal canto suo la Cina invita alla prudenza, mettendo in guardia gli Stati membri a non adottare "azioni rischiose o provocatorie" in una disputa su rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale.

In una conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri Hua Chunying ha detto: "Siamo seriamente preoccupati per le osservazioni su questo tema da parte degli Stati Uniti, e pensiamo che gli Stati Uniti devono fare una precisazione." Ha inoltre detto che la Cina rispetta la libertà di navigazione per il traffico internazionale nella zona, ma che non consente a navi da guerra e aerei militari di entrare nelle acque territoriali e nello spazio aereo.

Diverse potenze regionali tra cui Filippine e Vietnam hanno rivendicazioni territoriali da fare sui disabitati scogli e atolli che si trovano in una delle vie marittime più trafficate del mondo.

Per anni, tra Cina e i Paesi della regione, si è svolta "una guerra" portata avanti per lo più dalle navi o tra i funzionari, ma ultimamente Pechino ha deciso di rafforzare le sue pretese espandendo il suo territorio. Dallo scorso anno, i progetti di costruzione hanno quadruplicato la dimensione delle isole artificiali fino a 2.000 ettari.

Alcuni alleati regionali spingono gli Stati Uniti a prendere una posizione più decisa nel mettere in discussione la bonifica cinese sulle piccole isole. Altri temono che l'aumento della pressione può portare inevitabilmente ad un confronto militare che potrebbe incoraggiare Pechino ad accelerare i lavori in costruzione.

 Immagine: www.theguardian.com - www.dailymail.co.uk/


Post inserito nel "L'alba del nuovo impero"

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