Cambiamento climatico: visita in Alaska del Presidente Obama
La tragedia della fame, delle guerre, delle carestie e della siccità sta causando una migrazione di proporzioni enormi che ha messo in moto eserciti di persone che fuggono dal Medio Oriente, dall'Africa, dal sudest asiatico, un flusso di persone disperate in cerca di un domani migliore nei Paesi industrializzati.
Questo lo scenario che intravede Barak Obama qualora non si riuscirà a risolvere la questione dell'effetto serra. Il Presidente degli Stati Uniti, ha portato la sua crociata in Alaska in un viaggio di tre giorni progettato per evidenziare gli effetti devastanti del riscaldamento globale e promuovere iniziative per affrontare la questione
"L'attività umana sta distruggendo il clima, per molti versi più velocemente di quanto si pensasse in precedenza", ha detto Obama, durante una riunione dei delegati internazionali ad Anchorage. E ancora: "Il cambiamento climatico non è più certo un problema lontano. Sta accadendo qui. Sta accadendo ora. " ed i suoi effetti inevitabili sembrano aver preso un tributo terribile sulle piccole isole che si trovano sotto la minaccia di sprofondare nei grandi oceani a causa del rialzo dei livelli di acqua.
Su questi temi si è espresso Obama nella sua visita in Alaska, uno stato che è al tempo stesso ricco di combustibili fossili e particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, e ha annunciato che tutti adotteranno nuove misure urgenti per rallentare il ritmo del riscaldamento nell'Artico.
L'innalzamento del livello del mare, gli incendi devastanti e l'erosione costiera minacciano le comunità in tutto lo stato, grazie soprattutto ai cambiamenti climatici. Ma, allo stesso tempo, l'Alaska beneficia dei combustibili fossili che sono la causa del riscaldamento globale di origine antropica. Tuttavia, le risorse petrolifere significano migliaia di posti di lavoro e permettono allo Stato di evitare la riscossione dell'imposta sul reddito o di vendita. Ogni anno il governo dello stato emette un assegno in regalo per i residenti di Stato (circa 1.900 dollari nel 2014) finanziati dall'industria petrolifera).
Oltreciò, lo scioglimento dei ghiacci a causa dei cambiamenti climatici, fa prevedere nella regione artica un aumento del traffico marittimo per l'estrazione, il trasporto e il turismo.
Ieri, usando un linguaggio insolitamente schietto, il presidente ha sfidato i leader mondiali ad agire con coraggio per combattere il cambiamento climatico o "condannare i nostri figli a un mondo che non avranno più la capacità di riparare." Tutti adotteranno nuove misure urgenti per rallentare il ritmo del riscaldamento nell'Artico.
Come cadeau molto gradito l''amministrazione Obama ha anche annunciato la ridenominazione del Monte McKinley (immagine), denominato così dal 1917, la vetta più alta del Nord America con i suoi oltre seimila metri, ripristinando il nome che i nativi dell'Alaska hanno usato per generazioni: Denali.
Al pari di Obama, ieri Papa Francesco, ha riservato una giornata di preghiera globale in vista delle riunioni chiave sul cambiamento climatico, invitando i ricchi e i potenti a prendersi cura della Terra. Intanto a Washington fervono i preparativi per l'atteso incontro del papa con Obama il 23 settembre, presso la Cattedrale di San Matteo vicino al Dupont Circle per la preghiera di mezzogiorno con i vescovi degli Stati Uniti.
Immagine: edition.cnn.com - www.latimes.com - americablog.com
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