Al via la creazione della prima mappa completa di tutti gli oceani del mondo
La prima mappatura completa del fondo oceanico sta creando controversie.
Le mappe di queste profondità acquatiche potrebbero trasformare l'oceanografia, aiutando anche l'estrazione mineraria in cerca di profitto
La Terra non ha carenze di forme straordinarie: il Monte Everest si erge maestoso sopra le nuvole; il Grand Canyon penetra nelle profondità degli strati rocciosi del deserto; le montagne che compongono le Ethiopian Highlands, una massa massiccia di montagne che costituiscono la più grande area continua della sua altitudine in tutto il continente; è chiamato Tetto dell'Africa a causa della sua altezza e della vasta area che occupa. Tuttavia, questi fantastici luoghi perdono di valore se confrontati alle drammatiche formazioni che si trovano sotto l'oceano. Accanto alle montagne e alle gole del mare profondo, il Grand Canyon è un semplice fossato, il Monte Everest un pendio di conigli e le Highlands un formicaio sul Corno d'Africa.
La forma del fondo dell'oceano, sempre stato misterioso, aiuta a determinare le tendenze meteorologiche, quando e dove lo tsunami colpirà e la gestione delle attività di pesca che alimenta milioni di persone. Da un po' di tempo però, lo si comincia a scoprire.
A giugno, un team internazionale di oceanografi ha lanciato il primo sforzo per creare una mappa completa di tutti gli oceani del mondo. Per mappare circa 140 milioni di chilometri quadrati di superficie del mare, il Seabed 2030 project sta attualmente reclutando circa 100 navi che circoscriveranno il globo per 13 anni. Il team, unito sotto il gruppo no-profit General Bathymetric Chart of the Oceans (GEBCO), ha recentemente annunciato di aver ricevuto 18,5 milioni di dollari dalla Nippon Foundation per i suoi sforzi.
Molti oceanografi salutano il progetto come un'illuminazione di un mondo geologico e biologico desiderato da lungo tempo. Come Robert Ballard, famoso in tutto il mondo per le scoperte e localizzazioni di relitti famosi, tra i quali il Titanic nel 1985, la corazzata Bismarck nel 1989.
Il progetto potrebbe anche essere potenzialmente un salvataggio: ancora oggi la mancanza di una mappa dettagliata può essere mortale, come nel caso in cui l'USS San Francisco si è schiantato su una montagna inesplorata nel 2005.
"La gente è eccitata per andare su altri pianeti", afferma Martin Jakobsson, professor di geologia marina e geofisica allo Stockholm Universityma "non siamo stati capaci di portare l'attenzione sulla nostra Terra allo stesso modo di come lo si è fatto con Marte. Non è stato facile radunare tutto il mondo dietro di noi ".
Nel contempo però, c'è chi teme che una simile mappa aiuterà le industrie minerarie che cercano profitto nelle profondità precedentemente inarrivabili della Terra.
È un sentimento comune tra gli scienziati della Terra - spesso una lamentela - che si conoscono meglio i pianeti del sistema solare che non il nostro. Infatti, gli astronomi hanno una comprensione topografica più completa della luna, di Marte, di Plutone e del pianeta nano Ceres che noi del fondo marino. Questo è sconvolgente, perché la topografia del fondo marino svolge un ruolo così importante nel mantenere il pianeta abitabile: un ruolo che dobbiamo comprendere appieno per predire quale sia il futuro del nostro clima.
Per chi volesse approfondire l'argomento v'invito a leggere il resto dell'articolo (in inglese) QUI su www.smithsonianmag.com
Immagine: clubdating.tk
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