E' cominciata l'era afosa...


L'incertezza del futuro del nostro pianeta dipende soprattutto dall'uomo e i pericoli di tutto questo li stiamo vedendo ormai da qualche anno. Calamità naturali devastanti, uragani, fenomenti atmosferici anomali che diventano normali, lunghi periodi di siccità e rischio d'innalzamento dei livelli dei mari che potrebbero cancellare intere zone costiere nel mondo.

A pochi giorni della XXIII Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, che si terrà a Bonn a partire dal 6 novembre, il cui principale obiettivo é tradurre in azioni concrete i punti dell'accordo di Parigi del 2015... uno studio pubblicato dal World Meteorological Organization (WMO) rivela dati sconcertanti sulla concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera del 2016. Dati mai visti, una crescita esponenziale che ha stupito persino i ricercatori: un aumento del 50 per cento superiore alla media degli ultimi 10 anni. Questo impressionante aumento delle temperature ha avuto tra i responsabili principali il famigerato el nino, che ha provocato una siccità senza precedenti e ridotto la capacità delle piante di assorbire l'anidride carbonica.

Per l'organizzazione meteorologica mondiale l'anno scorso le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica sono passate da 400 particelle per milione a 403,3 rispetto all'età preindustriale; un aumento del 105 per cento; un livello di concentrazione che la Terra ha gia sperimentato milioni di anni fa quando la temperatura era più calda di 3 gradi rispetto ad oggi e i livelli del mare più alto di 20 metri.

I dati emersi dalla misurazione realizzata sulla base di rilevamenti presi da 51 Paesi  rischiano di rendere irraggiungibili gli obiettivi sul contenimento delle temperature globali.

"Un concorso di cause" dicono gli studiosi, l'anidride carbonica è un gas a lunga durata. "Se si spegnessero ora tutte le emissioni continuerebbe ad aumentare per i prossimi 15, 20 anni" ha detto un ricercatore.


Per questo  necessità più che mai ridurre ora drasticamente le emissioni di CO2 nell'atmosfera. Costi quel che costi!

Immagine: www.wmo.int

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