La resa dell'uomo alle forze della natura


Clima, malattie e la fine di un impero è una rivisitazione ambiziosa e convincente di uno degli episodi più studiati del declino e della caduta nella storia umana.

Si affronta questo argomento ne Il destino di Roma di Kyle Harper

E a noi interessa poiché, probabilmente, quello a cui siamo soggetti da decine di anni sempre più caldi, con la conseguenziale siccità, o carestie, disordini sociali, confusione, panico... oltre alla colpevolezza di non aver saputo prevedere che il monossido di carbonio, prodotto ogni volta che un combustibile fossile viene bruciato, é un gas tossico ed ha un impatto indiretto sul riscaldamento atmosferico, aumentando le concentrazioni di gas serra... e quindi di calore. Quello che si vive ormai ogni estate.

Tuttavia, il riscaldamento globale visto con gli occhi di uno storico, già indica molto su quello che è avvenuto nel corso dei secoli. A partire dal decadimento dell'impero romano...

Il Destino di Roma costituisce la più completa resa dell'uomo alle forze della natura.
 e lo provano ampi studi scientifici.

In breve: i microbiologi hanno messo a nudo i conti primari sparsi e soggettivi delle malattie nell'impero romano, aiutando gli storici a capire il vero impatto della peste di Antonina del 165-180 d.C., che ora sappiamo essere probabilmente un focolaio di vaiolo; la peste di Cipriano (251-270), che avrebbe potuto essere l'ebola; e ancor più apocalitticamente, la peste giustinianea iniziata in Etiopia nel 541 d.C. che attraversò l'Egitto e la Siria sino a giungere a Costantinopoli, dove regnava l'imperatore Giustiniano, di qui l'appellativo pesta giustinianea, che uccideva 10 mila persone al giorno, così dice lo storico bizantino Procopio di Cesarea. Fu una pandemia devastante che ora sappiamo essere stata la peste bubbonica.

Nel 544 l'imperatore annunciò il declino dell'epidemia ma in realtà il focolaio  epidemico si riaccese ogni decennio circa, investendo per circa due secoli anche i paesi del Mediterraneo occidentale e la Renania.

Il dimezzamento della popolazione nel 541, seguito da queste periodiche scosse di assestamento, ha mandato ogni sfera della vita pubblica in disordine, in particolare decimando l'esercito e scatenando il caos economico.

Il risultato di due secoli di epidemie, secondo Henri Pirenne, che ha anticipato il pensiero di Harper di oltre un secolo, fu una delle cause del decadimento dei paesi mediterranei e della progressiva maggior importanza dei paesi nordici, le cui popolazioni, pur toccate da malattie infettive epidemiche, non subirono, forse per la bassa densità di urbanizzazione, le decimazioni sistematiche  dei più urbanizzati paesi mediterranei.

Per quanto riguarda noi direi che...  aggiungendo al mutamento climatico in atto, il monossido di carbonio, il quale rappresenta la nostra epoca e che si  produce ogni volta che un combustibile fossile viene bruciato (aerei, treni, navi, barche, trattori, camion, carri armati, bulldozer, motocicli...) sapendo inoltre che è un gas tossico ed ha un impatto indiretto sul riscaldamento atmosferico, aumentando le concentrazioni di gas serra; sapendo,  inoltre,  che in decenni non si è fatto granché per contrastare le emissioni inquinanti...  stiamo vivendo un ciclo epocale contro cui possiamo fare ben poco... viviamolo e sopportiamolo, ma  senza abbassare la guardia, stando sempre attento  a  tutto ciò che rovina e guasta l'ambiente in cui viviamo.

Immagine: cambiailmondo.org

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