Storia e proprietà della Betulla

 Buongiorno, cari lettori!

Mi chiamo Louisiana, e d'ora in avanti gestirò questo blog che avete ben conosciuto e apprezzato con i contenuti di mio padre.

Gli argomenti che ho intenzione di trattare qui sono un po' diversi da quelli che avete avuto l'opportunità di leggere, in quanto vorrei soffermarmi particolarmente sul mondo della Natura in sé, con tutte le sue meraviglie e le sue sorprese, su cui spesso non ci si sofferma abbastanza.

Per iniziare, vorrei parlarvi di un albero che personalmente rientra tra i miei preferiti, e dei suoi vari aspetti, compreso quello folkloristico: la Betulla.

La Betulla - in gergo, "BETULA ALBA" - appartiene alla famiglia delle Betulacee, e si distingue in due sottospecie: la "Betula pendula", anche nota come "Betulla Bianca", e la "Betula pubescens", conosciuta come "Betulla pelosa". In Italia, cresce nella zona montana e subalpina delle Alpi e degli Appennini.

Questo magnifico albero è spesso noto come "la Signora dei Boschi", simbolo della forza vitale della natura, che rappresenta la stagione invernale e quindi l'inizio di un nuovo ciclo vitale; difatti, secondo un'antica leggenda, la Betulla sarebbe il primo albero a crescere successivamente allo scioglimento dei ghiacci. Il Folklore la indica come pianta adorata dalle fate, poiché il suo tronco bianco è sinonimo di purezza, e per questo era sacra ai druidi, i quali la dedicavano alla Dea Ceridwen. I popoli nordici costruivano le culle dei neonati con il suo legno, credendo che avrebbe allontanato gli spiriti maligni, e durante gli esorcismi usavano dei grossi rami di Betulla per percuotere "l'indemoniato", che in questo modo sarebbe stato purificato e liberato dal male. Inoltre, le sacerdotesse pagane costruivano i manici delle scope con il legno di Betulla, e le usavano per spazzare lo spazio sacro prima dei rituali.

In Russia i contadini piantavano due Betulle ai lati della porta di casa, poiché credevano allontanassero malattie e disgrazie, mentre in Danimarca le Betulle venivano usate per ricoprire i defunti prima di seppellirli, così che fossero protetti durante il viaggio nel regno dei morti.

Sotto l'aspetto farmaceutico, la Betulla è una pianta purificatrice, dalla funzione diuretica e depurativa, capace di abbassare il contenuto di colesterolo nel sangue, nonché stimolante, sudorifera e digestiva. Riduce gli edemi di origine renale e cardiaca, l'azotemia alta, l'eccesso di colesterolo, l'eccesso di acido urico nei gottosi, la ritenzione di acqua nei tessuti, l'ipertensione, l'arteriosclerosi e in alcuni casi la cellulite.

Come ultima cosa, ma non meno importante, vorrei far cenno alle Falene delle Betulle - in gergo, "Biston Betularia" - che nel corso del tempo hanno subito un'importante mutazione genetica a causa dell'annerimento dei tronchi di Betulla causato dall'inquinamento. Questi lepidotteri, poco appariscenti ma ben noti perché spesso citati nei libri di scuola come esempio di evoluzione per selezione naturale, si distinguono oggi in due tipologie diverse: la falena bianca, denominata "typica", e quella nera, "carbonaria". Verso gli anni Cinquanta dello scorso secolo, Bernard Kettlewell, un naturalista inglese, si interessò di capire perché in alcune zone fossero più diffuse le falene bianche piuttosto che quelle nere e viceversa, e scoprì che la Rivoluzione Industriale nell'Ottocento aveva, in alcune zone dell'Inghilterra, ucciso i licheni bianchi di cui erano ricoperti i tronchi di Betulla, grazie ai quali le falene bianche si mimetizzavano meglio dai predatori, e aveva annerito i tronchi di fuliggine, rendendo così possibile la sopravvivenza delle falene scure.

Il naturalista dimostrò in questo modo come gli agenti della selezione naturale, quali gli uccelli insettivori, potessero portare alla mutazione di un'altra specie animale e quindi farla evolvere.

Questa mutazione però, comune a molte altre specie di insetti, poté avvenire solamente grazie alla capacità mutevole del gene "cortex", che influenza la formazione delle ali delle farfalle, e si tratta di un frammento genetico appartenente ai trasposoni, ovvero dei tratti di DNA capaci di spostarsi da una parte all'altra del genoma, cambiando così l'aspetto e il metabolismo del corpo.

E questo è il motivo per cui bisognerebbe soffermarsi più spesso ad osservare il mondo che ci circonda; la curiosità tiene vivo il cervello e sfama lo spirito.




Al prossimo post,

Louisiana




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