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Il sultanato di Omam e il gas iraniano

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L'Iran fornirà all'Oman una quantità giornaliera di 28 milioni di metri cubi di gas naturale per 15 anni, attraverso una nuova pipeline che verrà realizzata nei fondali del Golfo Persico. La scorsa settimana una delegazione  dell'Oman è giunta a Teheran per discutere con i funzionari iraniani la scelta di una società di consulenza, che avrà il compito di portare a termine gli studi di ingegneria di base su un nuovo gasdotto. Verranno anche approfondite le tematiche legate alla costruzione della seconda fase della condotta sottomarina. I delegati dell'Oman hanno tenuto colloqui con un certo numero di aziende candidate alla realizzazione di studi di ingegneria sul gasdotto che collegherà la regione Kuh Mobarak , nella provincia di Hormozgan, in Iran, al porto di Oman’s Sohar su una distanza di circa 400 chilometri. Gli esperti dei due paesi sono stati in stretto contatto durante i mesi scorsi, sottolineando la ferma volontà di Oman e Iran nella finalizzazione del

Nepal: la diga prossima ventura

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Il mondo ha sempre più fame di energia. Da essa potrebbero derivare eventuali e insidiosi grandi conflitti futuri. Specie in quella parte del mondo potenzialmente più pericolosa e instabile tra India, Pakistan e Cina, anche per via di una possibile proliferazione nucleare. Gli osservatori vedono la rivalità nucleare tra India e Pakistan come la più instabile del mondo, e l'Asia meridionale, come il luogo più probabile di un conflitto nucleare. Ma anche il più burrascoso per le riserve idriche, che il Nepal contiene in gran quantità, che ha spinto una corsa tra Cina e India ad investire miliardi sfruttandone i fiumi  e, nel caso dell'India, ad importare energia elettrica per la sua economia affamata di energia. Conflitti feroci sopra il carbone sono in corso in tutto il mondo. Lo sostiene Richard Martin nel suo libro “ Coal Wars: The Future of Energy and the Fate of the Planet ”  (Guerre del carbone: il futuro dell'energia e il destino del pianeta) , in cui spiega com

E-waste, il mercato che non ti aspetti

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La quantità di rifiuti elettronici che viene prodotto ogni giorno è enorme e ciò che è più sorprendente è la quantità di rifiuti che viene riciclato. C'è da restare sorpresi nello scoprire che c'è più oro in una tonnellata di rifiuti elettronici di quello che si trova in un tipo di roccia che contiene molti minerali e metalli rari. Circa 30-40 metall i, terre rare, plastica e acciaio sono presenti in un cellulare, una volta gettati via, sono persi per sempre... e il piccolo tesoro è semplicemente incenerito, e non solo si perde il metallo prezioso, ma si rilascia diossina, che è un inquinante dannoso. Una tonnellata di rifiuti elettronici ha 340 grammi di oro e 3500 grammi di argento Una TV LCD contiene 520 mg di argento, 200 mg di oro, 40 mg Palladium. Il processo di riciclaggio consiste nel recuperare diversi metalli preziosi utilizzati nella fabbricazione dei prodotti.Gli studi indicano che una tonnellata di rifiuti ha circa 340 grammi di oro e 3500 grammi di arge

Affari e tecnologia a gonfie vele tra India e Israele

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A differenza dei sberleffeggianti rapporti diplomatici che intercorrono tra il nostro Paese e l'India, che, oltre la questione dei nostri due marinai La Torre e Girone, si porta dietro anche la commessa "tangentenziata" volata via a Finmeccanica, sono invece sorprendentemente idilliaci, anzi, cresciuti esponenzialmente, i legami che India e Israele coltivano da un po', assai diversi dal tempo in cui vigeva la guerra fredda e ancor prima, quando il gigante asiatico era più strettamente alleato con l'Unione Sovietica e il mondo arabo; nel 1938, al tempi del Mahatma Gandhi venne criticata l'istituzione di uno stato ebraico. Il fascino dell'India, il suo grande mercato, beni e servizi meno costosi e un ambiente rilassante sono le cose che piacciono agli israeliani, mentre lo spirito di impresa e di innovazione, tecnologia e affidabilità, come nel settore delle armi e agricolo, interessa l'India. Lo scorso settembre il Primo ministro indiano Nare

Con un nome i tremendi cicloni asiatici diventano più familiari

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Gli tsunami non hanno nomi . Dieci anni dopo il terribile tsunami del 2004 in cui sono rimasti colpite le coste di diversi paesi asiatici, tra cui l'India, di quel tragico evento si ricorda solo l'anno della tragedia. Perchè allo tsunami non è mai stato messo un nome, né ai terremoti o alle alluvioni. Probabilmente alla maggior parte delle persone può sembrare assurdo che si mettano dei nomi alle catastrofi naturali. Eppure è stata pratica comune per un po di anni dare nomi a fenomeni naturali di tipo altamente distruttivo come il ciclone. Meno di 15 anni fa, poche persone in India associavano i cicloni ai nomi. I cicloni erano solo terribili tempeste che sorgevano nella Baia del Bengala e colpivano, con una sorta di regolarità maligna, le coste di Andhra Pradesh o Odisha o del Bengala Occidentale, o nel vicino Bangladesh. I cicloni sono stati identificati con l'anno della loro comparsa, e ricordati per la devastazione che hanno causato. Ma sono rimasti senza nome.

TURCHIA, l'hub d'investimenti energetico

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Nel 2012, la capacità energetica installata in Turchia, che è membro dell'Unione europea, pur essendo un paese asiatico, era di 57.058 MW. E' previsto che aumenti a 125 GW installati entro il 2023. Per la sua posizione geografica strategica tra i principali mercati in Europa e le principali fonti di approvvigionamento più a est,  la Turchia ha una immensa portata nel settore energetico, e sta diventando un hub di investimenti . Paesi come Russia, Austria, Cina, Francia, Svezia, Germania e persino Stati Uniti stanno investendo pesantemente in Turchia. Ora è il turno dell' India , che sta valutando seriamente di fare della Turchia una destinazione di investimento. Ragion per cui il Paese della mezzaluna, estremo bastione europeo e porta d'ingresso per il continente asiatico , come scrisse Montanelli in Storia d'Italia, situato in un luogo cruciale del pianeta e formidabile corridoio per il trasporto di risorse energetiche del Medio Oriente e le regioni Khazar vers

New York: si apre il vertice sul clima mentre il mondo...

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In concomitanza con l'apertura del vertice sul clima delle Nazioni Unite che si apre oggi a New York, il cui arduo compito per i 100 e più leader mondiali che parteciperanno (ci sarà anche il nostro presidente del Consiglio Renzi, reduce dalla Silicon Valley, straordinario incubatrice d'idee e anche di risultati economici) , sarà quello di trovare il modo d'invertire la tendenza delle emissioni inquinanti, gli scienziati hanno annunciato che, rispetto al passato, il 2013 è stato emesso più inquinamento di carbonio nell'aria a livello globale, soprattutto da parte di Cina, Stati Uniti e India. L'anno scorso le emissioni cinesi sono cresciute del 4,2 per cento. Secondo i nuovi rapporti scientifici, l'anno scorso il mondo ha pompato 36,1 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nell'aria da combustione di carbone, petrolio e gas. Questo è di 706 milioni di tonnellate, pari al 2,3 per cento in più, rispetto all'anno precedente. Le emissioni di a

Sempre più emissioni inquinanti...

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Il disequilibrio della natura sta complicando la nostra vita sulla Terra. La minore capacità del nostro pianeta di assorbire la biosfera, cioè l'insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita, ha portato all'aumento progressivo di emissioni di anidride carbonica, facendo registrare l’aumento più incisivo dell’ultimo trentennio: un livello record nel 2013 di anidride carbonica, con conseguenze potenzialmente devastanti. Deforestazione e acidificazione degli oceani limitano la capacità della biosfera di reagire alle emissioni delle attività umane. " Sappiamo, senza alcun dubbio, che il nostro clima sta cambiando e sta diventando più estremo a causa delle attività umane, come la combustione di combustibili fossili ", ha detto Michel Jarraud della U.N.’s World Meteorological Organization.  " Dobbiamo invertire questa tendenza riducendo le emissioni di CO2 e di altri gas ad effetto serra su tutta la linea ",

Global warming: le Nazioni Unite avvertono...

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Un avvertimento per tagliare collettivamente le emissioni dal 40 al 70% è stato rilasciato dalle Nazioni Unite per garantire che il nostro pianeta resti abitabile entro il 2050. Secondo un progetto presentato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC ), un taglio dei gas serra dal 40 al 70% entro il 2050 sarebbe necessario in considerazione dei livelli del 2010. Questo garantirà una buona probabilità di rimanere sotto i 2C (massimale 2 gradi) e può essere raggiunto principalmente attraverso la riduzione della combustione dei combustibili fossili. Questo limite di due gradi è stato istituito dalle Nazioni Unite nel 2010 con la speranza di poter arginare le ondate di calore, le tempeste, le inondazioni e l'innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale. Il progetto ha dichiarato che questo tipo di taglio prevede di triplicare o quadruplicare la percentuale di basse emissioni di carbonio, dal solare, eolico e energia nucleare.  L

La sfida ambientale dell'India

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Le tragiche vicende indiane  fatte di violenza balorda e sfrenata, finite sulle prime pagine di tutti i giornali e telegiornali, hanno scosso le coscienze di tutto il mondo ma non hanno comunque insegnato nulla ai mostri che tuttora perpetrano le loro perverse attività criminose verso le donne. L'India, terza economia del globo e seconda economia per sviluppo di crescita, mal si coniuga all'indecente livello di analfabetismo, povertà e malnutrizione che nelle sue città, strade e baraccopoli mostrano così palesemente. Al pari del gigante dei giganti, la Cina, che sta per diventare la prima economia planetaria scalzando gli Stati Uniti, sempre primi sin dal 1872, il subcontinente indiano dovrà ora occuparsi seriamente delle enormi sfide ambientali che dovrà affrontare, che s'intrecciano inevitabilmente tra le economie emergenti.  Un recente rapporto dell'ONU sui cambiamenti climatici ha rivelato che l'India è una delle nazioni più a rischio del mondo in f

Asia meridionale: l'inquinamento dell'aria è il sesto killer più pericoloso

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Un killer molto spietato si aggira in India e in Cina, i paesi più popolosi del pianeta. E sesto killer più pericoloso in Asia meridionale. Si tratta dell'inquinamento atmosferico, classificato come uno dei 10 peggiori assassini del mondo dalla Global Burden of Disease (GBD). Ora, seppur in ritardo, si cerca di correre ai ripari. Già il 5 dicembre scorso, in Cina, il ministro per la Protezione Ambientale ("MEP") ha annunciato il suo 12 ° piano quinquennale contro l'inquinamento atmosferico nelle regioni chiave, che mira a ridurre drasticamente le emissioni di sostanze inquinanti nelle aree economicamente più dinamiche. Questo è il primo piano della Cina contro l'inquinamento globale che giunge in un momento di crescente tensione sociale a causa del peggioramento dei livelli di inquinamento. Anche l'India non è immune da questo pericolo. Secondo la relazione di GBD l'inquinamento dell'aria esterna è diventata il quinto responsabile di morti in

India: la festa religiosa della paura

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"La religione è l'oppio dei popoli" disse Karl Marx nel XIX secolo, e mai aforisma fu più  azzeccato. Io mi domando perché ogni qualvolta c'è la festa religiosa a La Mecca (Arabia Saudita) , la festa più popolare dell'islam e la più affollata del pianeta, dove si verifica il maggior assembramento umano, la ressa dei pellegrini provoca inevitabilmente decine se non centinaia di morti. Stessa cosa dicasi per le feste religiose indiane, come quella che c'è stata ad Allahabad, e che riunisce milioni di devoti adoratori e migliaia di capi religiosi e asceti. Circa 30 milioni di indù si sono tuffati ieri domenica (uno dei giorni più sacri per fare il bagno) nel Sangam - la confluenza dei fiumi mitici tra il Gange, lo Yamuna e il Saraswati. Questa festività indù, conosciuta come Kumbh Mela, si tiene quattro volte ogni 12 anni e dura 55 giorni. I giorni di buon auspicio del Kumbh Mela sono decisi dall'allineamento delle stelle, e la caratteristica più dr

Il nostro Paese faccia tutto il possibile per salvare i nostri marò

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Per l'ennesima volta la giustizia indiana, nonostante la mobilitazione internazionale e il pressing dei nostri diplomatici, ha rimandato di circa tre mesi la sentenza sui ricorsi presentati dall'Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due fucilieri della Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dell'omicidio di due pescatori. Proprio oggi i due marò avevano presentato al Tribunale del Kerala una richiesta di permesso per rientrare in patria durante le feste natalizie per poter partecipare ad una cerimonia ed a una messa speciale organizzata dalle loro famiglie che non vedono ormai da circa un anno. Ma a quanto pare ciò non sarà possibile. La  decisione finale verrà presa martedì, comunque non si capisce la rigidità indiana in questo contesto, pur sapendo che nell'ambito della pirateria le infiltrazioni dei pirati e le complicità locali sono enormi. Come dire, erano veri pescatori i due uccisi? E se lo erano, n

Pirateria: speriamo che l'India faccia il suo dovere

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Salviamo i nostri marò Questo post è dedicato ai due marò italiani detenuti in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone Un tempo, nel secolo XVI, la pirateria in alto mare era considerata come un'attività legittima che aveva contribuito alla crescita delle potenze europee. Difatti, il termine "corsaro", descrive un pirata al servizio del regno / stato. Oggi, la pirateria è riconosciuta come una delle più grandi minacce per l'economia globale. Secondo una stima, il commercio marittimo internazionale rappresentava circa il 95% di tutto il commercio globale ed è stato valutato a 14 trilioni (14 con 11 zeri) di dollari nel 2010. Con la sua elevata prevalenza in tutto il Corno d'Africa e lo Stretto di Malacca, la pirateria rappresenta un rischio per la rinascita economica della Cina e dell'India. Situato tra il Corno e lo Stretto, quasi il 90% (in volume) e il 77% (in valore) del commercio mondiale avviene via mare in India, che è particolarmente vuln

Il cobra reale si sta estinguendo

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La continua perdita di habitat ha ora messo il serpente velenoso più lungo del mondo, il cobra reale , nella lista 'in estinzione '. Il serpente si trova soprattutto nelle foreste indiane nel  Western Ghats , India. Nella "lista rossa delle specie minacciate" del The International Union for the Conservation of Nature appare ora il cobra. Oltre alla perdita di habitat, l'uso eccessivo per scopi medicinali è stato citata come uno dei motivi. La foresta   pluviale del Western Ghats , che abbondano di precipitazioni annuali, è la casa del cobra reale, icona di un potente e antica religiosa in India. Anche l'Indonesia e le Filippine sono sedi di questi maestosi serpenti di grande valore ecologico, che in media pesano circa  6 kg. e sono lunghi dai 3 a 4 metri. " Il più grande serpente velenoso del mondo, il cobra reale (Ophiophagus Hannah) , è elencato come vulnerabile a causa della perdita dell'habitat e lo sfruttamento eccessivo per scopi medic

Il gas del Turkmenistan che fa sorridere India, Pakistan e Afghanistan

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Il ministro del Petrolio indiano S. Jaipal Reddy ha guidato una squadra in Turkmenistan per firmare un accordo per ottenere il gas naturale attraverso un gasdotto. GAIL India Ltd (GAIL), il più grande distributore di gas della nazione, e TurrnenGas, compagnia petrolifera nazionale del Turkmenistan, avrebbero già dovuto firmare l'accordo (che ancora non è stato ufficialmente annunciato). Il governo indiano ha approvato la proposta del ministero del Petrolio di firmare il contratto di cessione per il progetto del gasdotto, compreso il prezzo del gas. Gli Stati Uniti , che prevedono di porre fine alla loro presenza militare in Afghanistan, appoggiano il gasdotto di 1.680 chilometri (1.044 miglia), che passerà attraverso il paese e il Pakistan come alternativa ad una linea dall'Iran. Il gas contribuirà a soddisfare la domanda di energia a corto di India e Pakistan, che stanno cercando di stimolare le imprese, promuovere il commercio e alleggerire le restrizioni dopo ave

Quanto dureranno ancora le risorse del pianeta ?

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Anche se ora non appare come la tendenza più investibile, nel corso dei prossimi 20 anni saranno le risorse rinnovabili e non rinnovabili, minerali, combustibili fossili e biomasse, i settori che cresceranno in una popolazione più ricca e con una crescita globale sempre più esigente. Allo stato attuale si sta attraversando una soglia critica. La domanda sulle risorse del pianeta sembra aver cominciato a superare la velocità con cui tali risorse possono essere fornite. Il divario tra la domanda umana di risorse rinnovabili del nostro pianeta e la fornitura di tali risorse è noto come ecological overshoot. L'impresa umana consuma circa 60 miliardi di tonnellate metriche delle quattro risorse chiave: minerali, minerali metalliferi, combustibili fossili e biomasse (materie vegetali) all'anno. I cittadini dei paesi sviluppati consumano una media di 16 tonnellate di queste quattro principali risorse pro-capite (che vanno fino a 40 o più tonnellate per persona in alcuni paesi

Stati Uniti: guerra al carbone

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Mentre la Cina continua a produrre energia elettrica dal carbone (nel 2010 si attesta a 1,6 miliardi di tonnellate, entro il 2030 sarà quasi il doppio a 3,1 miliardi di tonnellate), e ha già investito 15 miliardi di dollari in infrastrutture per convertire il carbone in petrolio, e gli investimenti entro il 2020 si attesteranno ovunque dai 65-agli 80 miliardi di dollari per un fabbisogno di oltre 100 milioni di tonnellate di carbone; così pure l'India che sta investendo in un nuovo programma di elettrificazione di cui l'80 per cento della nuova capacità proverrà da carbone, con un incremento della domanda di carbone di oltre il 200 per cento in soli cinque anni... il più grande e importante dei Paesi industrializzati, gli Stati Uniti (che per 100 anni ha seguito politiche che hanno cercato di assicurare prezzi stabili e una fonte affidabile di energia), con Obama in testa, appoggiato dalla Environmental Protection Agency (EPA), che si propone di  ridurre al minimo l'inqui

Lo sviluppo dei paesi emergenti e l'acqua sempre più scarsa

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Le potenze economiche emergenti, diventati in pochi anni i nuovi paesi energivori, che divorano l'energia per svilupparsi, come Cina, India, Indonesia, Corea del sud...  cominciano ad affrontare il problema dell'approvvigionamento energetico rimettendo in discussione i vecchi equilibri economico sociali che sono resistiti per decenni. Se ne è parlato Milano al Forum organizzato dall 'osservatorio Asia Assistiamo quindi ad una conquista sociale che impone però un uso più razionale delle risorse. In Cina, ad esempio, le aziende che fanno un uso efficiente dell'acqua sono meglio posizionate di chi attua un'economia sempre più a rischio aggravata dalla mancanza di acqua. Infatti, nove delle 31 province cinesi soffrono di scarsità d'acqua estreme e 11 sono molto inefficienti nelle risorse idriche. Le economie di 14 province potrebbero essere a rischio di stress idrico, in quanto si basano molto sulle industrie manifatturiere. Il governo lo ha riconosciuto e

CO2, se ne produce troppa, per fortuna le persone anziane...

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L'emissione di anidride carbonica è aumentata nel 2010 del 5,9% rispetto al 2009 arrivando a un livello mai raggiunto prima nel mondo: 33,5 miliardi di tonnellate.                         Lo afferma un rapporto del dipartimento dell'Energia Usa, aggiungendo che i maggiori responsabili sono Usa e Cina, che da soli coprono metà della CO2 aggiuntiva emessa. Il livello complessivo raggiunto nel 2010, spiegano gli autori dello studio, è più alto di quello usato dalla commissione internazionale di esperti sul clima (Ipcc) per descrivere lo scenario peggiore del cambiamento climatico. La Oak Ridge National Laboratory (ORNL) ha diffuso i dati che mostrano un aumento enorme delle emissioni di anidride carbonica dal 2009 al 2010. Inoltre, consulenti del Pricewaterhouse Coopers (PwC) in una analisi dimostrano che le emissioni di gas serra sono aumentate oltre la crescita economica. I dati ORNL mostrano una crescita molto più elevata nei paesi in via di sviluppo che nel mondo s