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Quello che c'è da sapere sul Platino

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Il platino è uno dei metalli più rari al mondo ed è più prezioso dell'oro. Solo circa 250 tonnellate di platino vengono prodotti annualmente in tutto il mondo, che messe a confronto con le 2.800 tonnellate di oro estratto a livello globale ogni anno, fa ben capire il suo valore. Il platino è perciò più costoso dell'oro e dell'argento. Inoltre, il suo processo di estrazione e produzione è molto complesso. Il problema dell'approvvigionamento della maggior parte delle risorse mondiali di platino sono fortemente concentrati in regioni geopoliticamente instabili. Circa l'80% di tutta la produzione di platino si basa in soli due paesi: Sud Africa e Russia. A differenza dell'oro, il platino è un metallo industriale importante. Più del 60% del settore del platino del mondo è la domanda. Essendo caratterizzato da un'elevata resistenza alla corrosione, è particolarmente richiesto per la produzione di oggetti di gioielleria, apparecchiature da laboratorio e i

Russia: il governo ridisegna la gestione artica

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A distanza di più di due secoli, dalla guerra franco-indiana che si ebbe nel XVIII secolo tra inglesi e francesi, in cui impavidi esploratori si addentravano nei freddi territori dei nativi del Nord America alla ricerca del mitico Passaggio a Nord Ovest , tanta acqua ne è passata sotto i ponti. Le gesta di quegli uomini sono ben comprensibili guardando un vecchio film avventuroso di King Vidor " Passaggio a Nord-Ovest ", interpretato da   Robert Young e Spencer Tracy , nelle vesti del maggiore Rogers. Oggi tutta quella zona e l'Artico in generale, è diventata una grande e fredda autostrada marina su cui navigano grandi bastimenti merci e rompighiaccio nucleari alla ricerca di fonti energetiche per soddisfare l'insaziabile fame di energia che assilla il genere umano.   Per la Russia lo sviluppo della Northern Sea Route (rotta del Mare del Nord) è diventata una priorità fondamentale nella strategia del trasporto russo ed è un percorso di spedizione defini

Artico: le trivellazioni offshore possono attendere

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Per coloro, come me, poco esperti del settore petrolifero, sembra il più brusco dei dietrofront. La Shell sembrava pronta a trivellare nell'Artico, ma poi si è tirata fuori dopo aver completato solo una esplorazione senza successo. E poi arriva l'amministrazione Obama e apparentemente chiude la porta alla compagnia, annullando due cessioni in leasing nell'Oceano Artico in programma per il 2016 e 2017. Ciò ha reso entusiasta il mondo ambientalista, ma secondo gli osservatori del settore del petrolio i fatti potrebbero essere diversi da come sembrano. Essi suggeriscono che la difficoltà principale della perforazione offshore artica adesso è di natura economica: si tratta di uno sforzo costoso in un momento in cui i prezzi del petrolio sono bassi;  ma quando le condizioni economiche lo permetteranno, le imprese si cimenteranno in altri tentativi di perforazione offshore dell'Artico. " Direi che tutti comprendono la falsa partenza, ma non hanno dato il

La Russia in vista del summit di Parigi e le contestazioni ambientaliste

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In vista della Conferenza sul clima di fine anno a Parigi  (COP 21), il mondo ambientalista critica fortemente il poco impegno russo sul taglio delle emissioni inquinanti. Con le sue gigantesche riserve di petrolio, gas e carbone, la Russia emette 2 miliardi di tonnellate (gigatonnes) di CO2 equivalenti all'anno, il che lo rende il quarto più grande produttore di gas serra dopo Stati Uniti, Cina e India. Secondo Greenpeace, l'85 per cento delle emissioni di CO2 equivalenti in Russia proviene dalla sua industria energetica. Eppure a marzo il grande Paese si è impegnato di mantenere le emissioni al 25-30 per cento al di sotto del livello che ha generato nel 1990, l'anno prima che crollasse l'Unione Sovietica e il suo vasto complesso industriale. Un gruppo di quattro gruppi di ricerca sul clima globale, conosciuti collettivamente come Climate Action Tracker , hanno valutato l'impegno della Russia come "inadeguato", peggio della valutazione "

Il grande gioco dell'Artico

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L'Artide è l'insieme delle terre e dei mari che si estendono intorno al Polo Nord al limite del Circolo polare artico. Comprende gli estremi lembi settentrionali dell'Europa, dell'Asia e dell'America. La regione artica ha ricchissimi giacimenti minerari: carbone, petrolio, stagno, oro, uranio. Queste risorse stanno diventando sempre più accessibili a causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai che stanno restringendo la calotta polare. Il loro sfruttamento fa gola alle potenze regionali che stanno scaldando i motori. Russia, Norvegia, Canada, Danimarca e Stati Uniti hanno già rivendicato i loro diritti sul territorio della regione. Il recente viaggio del presidente Barack Obama in Alaska ha messo in evidenza la politica estera di vitale importanza, così come le sfide ambientali. Tuttavia, le difficoltà che si presentano nella regione artica, innegabilmente, sono gravi. La Russia, guidata dal presidente Vladimir Putin riveste un ruolo di leadership inter

Le tensioni in Azerbaigian minacciano i piani energetici in Europa

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Sin dalla sua indipendenza l'Azerbaigian sta vivendo al suo interno grandi tensioni per via del conflitto, mai del tutto sopito, del Nagorno Karabakh, repubblica autoproclamatasi indipendente dall'Azerbaigian, situata nel Caucaso meridionale. Gli attuali confini territoriali sono stati determinati alla fine nel gennaio del 1992, per porre fine ad un'ostilità tra i due contendenti dopo l’avvenuta proclamazione di indipendenza. La guerra del Nagorno-Karabakh (1988-1994) ha afflitto la regione dopo l'indipendenza dell'Azerbaigian dall'Unione Sovietica nel 1990. Le etnie armene che vivono nel Nagorno-Karabakh, una terra senza sbocco dell''Azerbaigian, hanno proclamato uno stato indipendente nel 1991. Negli ultimi anni, il cessate il fuoco, mediato nel 1994, è stato più volte violato, provocando la morte tra i civili e l'uso di armi pesanti, facendo presagire un ritorno  alla guerra. Dall'estate del 2014 si sono visti attacchi più violenti,

Il futuro del commercio mondiale e il benessere si sposta sempre più a Nord

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Il mondo di domani è già cominciato e prevede che sposterà i modelli del commercio mondiale, rendendo il Circolo Polare Artico la tratta più trafficata e quindi la più importante. Il mondo che conta, ma anche gli animali, emigrano a nord, dove, sebbene le calottte polari si sciolgono, fa sempre meno caldo di quanto ne fa, ad esempio, in Italia in questa calda ma calda estate. Al nord, il ghiaccio del mare va assottigliandosi sempre di più, ridisegnando le nuove rotte marittime di spedizione. Il retrocedere delle calotte di ghiaccio presto lascerà spazio per tutto l'anno al traffico marittimo mondiale attraverso il Circolo Polare Artico, spostando i modelli del commercio mondiale. Secondo agli analisti economici questo "stato di cose" rafforzerà anche gli scambi tra Europa nord-occidentale e paesi come Cina, Giappone e Corea del Sud, rendendo le rotte molto più brevi. La nuova rotta marittima del commercio altererà il commercio mondiale, rendendo più ricchi i

Russia: in atto l'imponente vertice dei BRICS

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Se ne parla poco in Italia, ma in Russia si sta svolgendo (fino a domani) , il vertice dei Paesi BRICS (Brasile, Russia,  India, Cina, Sudafrica) sotto la presidenza russa. Una realtà economicamente mostruosa, quasi un mostrare i muscoli al  blocco occidentale I cinque paesi BRICS rappresentano circa tre miliardi di persone, pari a circa il 40 per cento della popolazione mondiale e con un PIL di 16.039 miliardi dollari, pari al 20 per cento del prodotto mondiale lordo. La Russia, non essendo piú un membro del G7 , si concentra sui blocchi, in cui l'Occidente non è rappresentato. Il vertice congiunto su larga scala del BRICS, lo Shanghai Cooperation Organization (SCO) e l' Eurasian Economic Union (EEC) é riunito da ieri ad Ufa, negli Urali. Il summit è un grande evento geopolitico che unisce le forze che mantengono una certa distanza dalla politica occidentale. Dovrebbero essere firmati diversi grandi progetti nel campo della finanza, dell'economia e della

Artico: il gran lavorio russo

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L'Artico fa gola a tutti ma non è per tutti. La grade sfida del freddo artico e delle sue favolegguanti risorse sarà il leit motiv dei prossimi decenni. Ma sotto sotto la sfida artica è gia cominciata e la Russia sterminata ne fa la parte del leone. Solo due aziende statali russe: Rosneft e Gazprom, hanno sempre avuto l'autorizzazione a lavorare sulla piattaforma artica costiera.  Si pensa che la piattaforma artica contenga enormi quantità di petrolio e di gas naturale. La Russia, così come le altre quattro nazioni artiche: Stati Uniti, Canada, Norvegia e Danimarca, rivendicano le proprie posizioni rispetto quei depositi posti all'interno delle proprie zone di frontiera in mare aperto.  L'attuale legislazione prevede che solo le imprese con oltre il 50 per cento di proprietà del governo e quelle che operano nella zona d'almeno cinque anni hanno diritto a lavorare sulla piattaforma artica. Solo i giganti dell'energia a controllo statale quali Gazpro

Al via la "fortezza mobile" russa nell'Artico

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L'Artico, con le sue notevoli risorse, fa gola a tutti i Paesi vicini, in particolare alla Russia, che potrebbe ridisegnare i confini nazionali in Europa per riaffermarne la sua influenza geopolitica, ma i confini equivalenti nell'Artico non sono mai stati stabiliti. La crescente tensione con l'Occidente per la questione ucraina ha indotto il Presidente Vladimir Putin a far compiere una esercitazione militare, non ai confini con l'Ucraina, come ci si aspetterebbe, ma migliaia di chilometri di distanza nel Polo Nord. Quasi 40.000 soldati, 41 navi da guerra e 15 sottomarini parteciperanno alle esercitazioni lungo le vaste province orientali e i possedimenti marittimi della Russia, secondo l' Associated Press . In risposta a ciò che percepisce come una invasione occidentale, per testare la prontezza di difesa lungo questa vasta area, il Cremlino ha iniziato le esercitazioni militari nell'Artico e nella Siberia, creando una grande fortezza mobile difesa

La rincorsa al gas liquefatto

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Il commercio internazionale di gas naturale liquefatto supererà i 120 miliardi di dollari quest'anno, superando in tal modo il minerale di ferro come tra i beni più preziosi. Lo dice  Goldman Sachs Group Inc.  La concorrenza aumenterà, dato che il mercato è in espansione e gli acquirenti sono meno propensi a contratti a lungo termine. Per gli analisti gli Stati Uniti forniranno più LNG nei prossimi anni, considerando l'Asia, il più grande consumatore con maggior potere contrattuale. Il gas naturale liquefatto produce minori emissioni di CO2 rispetto agli altri combustibili. Circa il 73 per cento del GNL globale viene venduto con contratti a lungo termine generalmente legati al petrolio con un ritardo di nove mesi, la maggior parte di quello che resta  è venduto in loco in Asia, dove i prezzi l'anno scorso sono diminuiti del 55 per cento. Il commercio del gas liquefatto è destinato a crescere a un tasso medio annuo del 5,1 per cento nel prossimo decennio, al

La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi

Lituania: finalmente ha il suo terminale di gas naturale liquefatto

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Petrolio e gas sono il fondamento della economia mondiale. Senza questo tipo di energia qualsiasi Paese avrebbe grossi problemi a sopravvivere. L'Ucraina, che si trova in lista di attesa per entrare a far parte della Unione europea, si trova prigioniera della morsa russa. Perciò è obbligata ad accettare le condizioni che il potente vicino gli impone. Stavolta, l'aiuto della Unione europea, che si fa da garante verso Gazprom, in un confronto trilaterale tra Ucraina e Russia, dovrebbe concludersi in un accordo sulle forniture di gas temporanee all'Ucraina fino alla fine di marzo 2015, ma la situazione andrà affrontata certamente in altro modo, onde evitare che al prossimo giro la popolazione dell'Ucraina debba soffrire il gelo. L'accordo, che include i termini di pagamento di oltre 5 miliardi di dollari che l'Ucraina deve alla Gazprom; è coordinato al prezzo di 385 dollari per 1.000 metri cubi di gas. Ora, onde evitare una situazione analoga, la Lituani

Energia solare: la Russia che non ti aspetti

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In uno dei paesi più ricchi di idrocarburi al mondo potrebbe non essere necessario sviluppare fonti alternative di energia, invece la Russia,  nonostante le condizioni climatiche e le ricche riserve naturali, lo sta facendo nelle aree più remote della sua vasta nazione. Recentemente la Repubblica di Altai della Siberia, ha aperto la più grande centrale solare del Paese. L'impianto di Kosh-Agachskaya (immagine a destra) , che ha una capacità di 5 megawatt (MW), sarà il primo di cinque impianti fotovoltaici che saranno installati nella regione entro il 2019. Anche altre regioni hanno iniziato a progettare e costruire i propri impianti fotovoltaici. Il progetto, che ha un prezzo di oltre 5 miliardi di rubli (135,000,000 di dollari) , porterà una potenza solare totale ad Altai pari a 45 MW. Il nuovo impianto sarà situato nella steppa di Chuyskaya , che ha un livello di irraggiamento - la quantità di energia presente sulla superficie della terra - pari al Sud Europa. Tuttavia,

Kara Sea: una montagna di petrolio grande quanto quello dell'Arabia Saudita

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Le risorse petrolifere del Kara Sea  (una porzione meridionale del mar Glaciale Artico compresa tra il 60º e il 90º meridiano est ), sono comparabili con quelle dell' Arabia Saudita. Lo ha detto Igor Sechin,  amministratore delegato della Rosneft, al presidente Putin in una chiamata televisiva. In presenza dei leader della ExxonMobil e della Norwegian North-Atlantic Drilling, Sechin ha riferito al presidente del lancio dell'operazione di perforazione presso the  University-1 , la storica compagnia della società nel Mare di Kara.  Secondo Sechin, le risorse petrolifere del Kara Sea superano quelle del Golfo di Messico, della piattaforma brasiliana, dell'Alaska e Canada settentrionale e possono essere confrontati con le risorse dell'Arabia Saudita. Siamo disposti a esplorare l'estensione extraterritoriale delle risorse petrolifere occidentali della Siberia e l'intenzione di aprire una nuova base petrolifera nel Kara Sea, ha riferito Sechin a Puti

La Russia disseta di energia pulita il boom economico cinese

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Un accordo storico. Un accordo tra due grandi Paesi spesso alleati ideologicamente che non si sono mai pestati troppo i piedi, pur diffidando l'uno dell'altro. Un accordo che riscrive un nuovo ordine mondiale, e avvalora quello di cui eravamo già a conoscenza:  l'alba del nuovo impero . In questi giorni la Cina ha firmato un accordo con la Russia pari a 400 miliardi di dollari per una fornitura di gas naturale di 38 miliardi di metri cubi di gas l'anno. In questo modo il gigante asiatico, dipendente in gran parte dal carbone, per soddisfare il suo boom economico, potrà dissetarsi di  molta energia non inquinante. L'accordo segna una nuova collaborazione tra due paesi che comunque hanno sempre cercato di contrastare l' influenza degli Stati Uniti negli affari mondiali. Per l'alleato russo questo mega accordo è  una mossa diplomatica, in previsioni di possibili sanzioni internazionali per le sue azioni aggressive in Ucraina, ma anche un avvertimento

Energia in Europa: un boccone molto appetibile

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La crisi energetica dell'Europa sta diventando un boccone molto appetibile per tanti Paesi stranieri. La crisi in Crimea ha riportato alla ribalta la questione energetica europea, che tenta di trovare forniture energetiche esterne al gigante russo del gas statale Gazprom. La Russia di Putin, pur non mostrando strappi definitivi con l'Occidente, tiene al guinzaglio però la vecchia Europa con il gas che gli fornisce. Si cercano dunque alternative, che per quanto siano diversificate, non danno in quantità il corrispettivo di Gazprom, la più grande azienda in Russia e il più grande estrattore di gas naturale al mondo. Nel 2008 Gazprom ha prodotto il 17 per cento della produzione di gas mondiale e rappresentava un sorprendente 10 per cento del Pil russo. Nel 2012 invece ha rappresentato il 34 per cento delle importazioni di gas naturale dell'Unione europea. Di recente, un rapporto sulla sicurezza energetica dell'Europa occidentale, pubblicato dall' U.S. Congress

Gli intenti commerciali di Obama nel suo recente viaggio europeo

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Non ha poi mica tanto torto Beppe Grillo quando asserisce che la recente visita di Obama in Italia (in Europa) abbia avuto intenti più commerciali che  atti di Fede, anche se nell'incontro avuto con papa Francesco, mi pare di aver scorto manifestazioni di affetto e simpatia da entrambe le parti. Nel suo secondo mandato Obama s'impegnerà molto nel campo energetico ma se dopo questo suo recente tour  arabo- europeo  riuscisse a tornarsene a casa con un nuovo accordo commerciale in fase di negoziazione con il vecchio continente,  renderebbe più facile per la sua amministrazione approvare le esportazioni di GNL (LNG). Di certo, per il vecchio continente una soluzione del genere potrebbe diventare un'interessante alternativa, condividendo, in tal modo, l'abbondanza dello shale gas degli Stati Uniti, facilitando le esportazioni di gas, oltre ad avere un'arma non trascurabile nella risoluzione delle proprie esigenze energetiche, contrastando così la ferrea morsa ru

Russia, Urali: frammenti di meteorite cadono sulla città

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In un primo momento si pensava fossero relitti di aeromobili caduti dallo spazio, ma poi gli scienziati hanno confermato che si trattava di un fenomeno naturale molto raro in effetti. Per i funzionari dell' EMERCOM , l'agenzia per il sostegno e il coordinamento della partecipazione della Russia in operazioni umanitarie internazionali. " Secondo i dati preliminari, i lampi, che ha visto la popolazione locale, erano una pioggia di meteoriti ".  Un po 'più tardi, tuttavia, le informazioni sono state corrette. " Non c'è stata pioggia di meteoriti sul cielo degli Urali, come è stato riferito in precedenza. Era solo una meteora che bruciava nel suo passaggio attraverso l'atmosfera più bassa ," han detto i funzionari a Interfax aggiungendo che il livello di radiazione nella regione rimane normale. Molte persone (a Ekaterinburg) hanno visto la meteora cadere e molti hanno pensato si trattasse di un aereo. Tuttavia, nessun aereo si è schi

L'ultima fatica del progetto South Stream

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Nei prossimi giorni sul Mar Nero verrà posata la prima pietra dell'impianto che porterà direttamente in Europa il gas naturale estratto in Siberia. Una casa su 4 del vecchio continente si servirà di questa preziosa sostanza che viene dalla Russia. Una dipendenza su cui scommette Gazprom attraverso il gasdotto South Stream che dalla costa russa del Mar Nero raggiungerà la Bulgaria e poi attraverso i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia. L'obiettivo di Gazprom, che ha come partner anche la nostra ENI, è di assicurare le forniture di gas a buon prezzo. L'Agenzia europea dell'Energia stima che la domanda di gas crescerà del 25 per cento nei prossimi 20 anni e a livello mondiale il consumo di gas potrebbe aumentare del 19 per cento entro il 2017. Il progetto è un potente strumento di politica internazionale e potrebbe modificare i rapporti energetici tra Europa e Russia, senza dimenticare l'America che proprio con il gas si sta  reinventando come un g