L'amuleto della libertà - racconto sul web
Vi dirò la verità! Mi sono un po' stancato di scrivere le solite notizie, per cui profitterò di questo spazio web per divertirmi a scrivere anche altro. Ad esempio ho pensato di scrivere una serie di racconti sulle avventure del Professor Echos, personaggio da me ideato come fumetto per una iniziativa pubblicitaria, di cui ne ho disegnato pure le vignette. Poi è divenuto un blog sul network Blogosfere, diciamo uno tra i primi ad occuparsi di tematiche ambientali in Italia. Infine sono approdato su blogspot di Google. Ma esiste, naturalmente, anche il sito il professor echos.com.
Ebbene, vi propongo un racconto intitolato "L'amuleto della libertà", che sto scrivendo in diretta o quasi. Quanto segue è solo l'inizio della storia che pubblicherò a puntate tra un post e l'altro.
Le informazioni di cui mi avvalgo in ambito ambientale sono tratte da diversi post da me scritti in un periodo che va dal 2008 al 2012.
Potete leggere il racconto per intero, quando l'avrò finito di scrivere, sul sito il professor echos.com cliccando QUI
Buona lettura!
Il Castello di Panerula, dimora di nobili di grande fama nel '400 e luogo di trame oscure e delitti eccellenti, si erge vigile e solitario sul cocuzzolo di un colle a meno di un'ora di macchina dalla Capitale. Nei tardi pomeriggi di primavera, dalle sue finestre ad oblò che affacciano sulla vallata, è facile scorgere la sottile linea blu del mare che indora l'orizzonte.
Per il suo punto strategico del territorio tra Roma e Napoli, il castello nacque più come fortezza militare che come residenza nobiliare. Le pareti esterne, spesse oltre tre metri, e tutta la struttura è protetta da una cinta muraria che poggia sulla roccia viva. Di questa prima costruzione ne sono rimaste solo poche mura. Dopo essere stato ceduto ad un parente di papa Bonifacio VIII per la somma di 140 mila fiorini d'oro, e dopo la morte di questi, ordita a quanto sembra dai temibili Borgia, il castello fu confiscato dal nuovo papa Alessandro VI, che lo affidò ai figli Cesare e Lucrezia, la quale vi dimorò per alcuni periodi. Ma altri personaggi storici furono graditi ospiti del castello, come Federico II e Carlo V nel 1536.
Nel corso dei secoli la fortezza subì molti attacchi e quando nel 1798 fu saccheggiata dai soldati di Napoleone, venne trasformata in un carcere.
Ai tempi attuali, il castello, grazie alle volontà testamentarie del suo proprietario, il magnate americano Luc Brady, è divenuto sede dell' ESI EchosSystemInstitute, una istituzione privata che organizza periodi di studio in tempi di vacanze le cui finalità consentono un maggior scambio d'informazioni e continui confronti tra gli studenti, che diano impulso e vitalità sui temi ambientali. Fu lo stesso Brady a disporre la scritta, scolpita in maniera indelebile sull'arco di volta del portale d'ingresso che recita così: "formare le nuove generazioni, dare loro una coscienza ecologica affinchè siano in grado, in un futuro imminente, di affrontare le inevitabili calamità che l'uomo in primis ha generato". Firmato Luc Brady, controfirmato Donald Echoswood, amico fraterno del benefattore.
Come disposto dallo stesso Brady toccò quindi al suo compagno di università Donald occuparsi della nascita dell'Istituto. Del progetto ne avevano parlato abbondantemente nel corso delle loro serate e sin dall'inizio apparve un'ottima soluzione per educare i giovani ad un contatto più diretto e costruttivo con la natura. Quello che avevano in mente era un progetto di educazione ambientale permanente che, in un periodo epocale, in cui la mano dell'uomo non sembra in grado di lasciare una impronta salutare sul pianeta, servisse a diffondere certi valori.
Adoperandosi con tutta l’energia di cui disponeva e avvalendosi della preziosa collaborazione del professor Truman, un americano trapiantato in Italia, assai innamorato dei vigneti della campagna romana e della coriacea signorina Evelyn Martin - una donna forse all'antica, ma tenace come pochi - Echoswood, che gli studenti avevano ribattezzato “il professor Echos", era riuscito a rendere l'ESI un luogo di vacanze studio rispettabile e con un'ottima reputazione.
I primi mesi si pensò alla sistemazione dell'edificio, il quale, per quanto le sue mura avessero resistito alle intemperie nel corso dei secoli, aveva l'impellente necessità d'essere ristrutturato. Andava sistemato l'interno della torre, specie nella parte bassa, dove si era deciso di ricavarne un'accogliente sala lettura; si rese necessario riparare il lato delle mura coronate da merli guelfi parecchio sbeccati; rendere meno pericolante il cammino di ronda... Insomma furono molteplici i lavori di ristrutturazione e di svecchiamento degli allestimenti; fu allestita la sala mensa, la cucina, arredate le stanze dormitorio, creata la biblioteca, l'aula magna, installata la parabolica e aperto una moderna caffetteria dove, tra un impegno e l'altro, sarebbe stato possibile rilassarsi.
Superata questa prima fase, una sera ci si ritrovò tutti attorno ad un tavolo ricordando la prima aula funzionante e i primi studenti: Jean dal Canada, Larry dal Texas, Julio dal Cile coi quali nelle disquisizioni serali venivano affrontati i primi importanti e corposi argomenti: africa, povertà, protocollo di Kyoto, rifiuti, acqua, materie prime, guerre, crisi economica, forum di Davos, malattie, sfruttamento di risorse... Ciascuno esprimeva liberamente le proprie opinioni, avanzando critiche, dando suggerimenti e quando le argomentazioni man mano divennero più accademiche, si avvertì l'esigenza di stare costantemente aggiornati, rendendo pertanto inevitabile l'accesso ad Internet, mettendo l'ESI in contatto con la realtà ambientale di tanti paesi diversi.
Ora, nel corso degli "incontri d'estate e d'inverno" in cui l'Istituto svolge la sua vera funzione, il maniero può accogliere un'ottantina di studenti provenienti da ogni parte del mondo. Tra essi ci sono asiatici, australiani, europei, americani e anche una decina di africani, due dei quali ospiti fissi al castello i quali oltre a studiare e tenere in ordine la biblioteca, sapevano rendersi assai utili nei lavori pesanti, prendendosi cura degli orti e del giardino, dando in tal modo una sostanziosa mano al personale di servizio.
E sebbene negli ultimi tempi Donald Echoswood, per via della sua indole inquieta avesse preso a girare più per il mondo che occuparsi dell'ESI, l'istituto veniva portato avanti con dedizione, competenza e passione dal professor Truman e dalla signorina Martin, i quali entrambi potettero esprimere liberamente la loro innata predisposizione verso le materie pedagogiche.
continua QUI
Ebbene, vi propongo un racconto intitolato "L'amuleto della libertà", che sto scrivendo in diretta o quasi. Quanto segue è solo l'inizio della storia che pubblicherò a puntate tra un post e l'altro.
Le informazioni di cui mi avvalgo in ambito ambientale sono tratte da diversi post da me scritti in un periodo che va dal 2008 al 2012.
Potete leggere il racconto per intero, quando l'avrò finito di scrivere, sul sito il professor echos.com cliccando QUI
Buona lettura!
L'amuleto della libertà
Il Castello di Panerula, dimora di nobili di grande fama nel '400 e luogo di trame oscure e delitti eccellenti, si erge vigile e solitario sul cocuzzolo di un colle a meno di un'ora di macchina dalla Capitale. Nei tardi pomeriggi di primavera, dalle sue finestre ad oblò che affacciano sulla vallata, è facile scorgere la sottile linea blu del mare che indora l'orizzonte.
Per il suo punto strategico del territorio tra Roma e Napoli, il castello nacque più come fortezza militare che come residenza nobiliare. Le pareti esterne, spesse oltre tre metri, e tutta la struttura è protetta da una cinta muraria che poggia sulla roccia viva. Di questa prima costruzione ne sono rimaste solo poche mura. Dopo essere stato ceduto ad un parente di papa Bonifacio VIII per la somma di 140 mila fiorini d'oro, e dopo la morte di questi, ordita a quanto sembra dai temibili Borgia, il castello fu confiscato dal nuovo papa Alessandro VI, che lo affidò ai figli Cesare e Lucrezia, la quale vi dimorò per alcuni periodi. Ma altri personaggi storici furono graditi ospiti del castello, come Federico II e Carlo V nel 1536.
Nel corso dei secoli la fortezza subì molti attacchi e quando nel 1798 fu saccheggiata dai soldati di Napoleone, venne trasformata in un carcere.
Ai tempi attuali, il castello, grazie alle volontà testamentarie del suo proprietario, il magnate americano Luc Brady, è divenuto sede dell' ESI EchosSystemInstitute, una istituzione privata che organizza periodi di studio in tempi di vacanze le cui finalità consentono un maggior scambio d'informazioni e continui confronti tra gli studenti, che diano impulso e vitalità sui temi ambientali. Fu lo stesso Brady a disporre la scritta, scolpita in maniera indelebile sull'arco di volta del portale d'ingresso che recita così: "formare le nuove generazioni, dare loro una coscienza ecologica affinchè siano in grado, in un futuro imminente, di affrontare le inevitabili calamità che l'uomo in primis ha generato". Firmato Luc Brady, controfirmato Donald Echoswood, amico fraterno del benefattore.
Come disposto dallo stesso Brady toccò quindi al suo compagno di università Donald occuparsi della nascita dell'Istituto. Del progetto ne avevano parlato abbondantemente nel corso delle loro serate e sin dall'inizio apparve un'ottima soluzione per educare i giovani ad un contatto più diretto e costruttivo con la natura. Quello che avevano in mente era un progetto di educazione ambientale permanente che, in un periodo epocale, in cui la mano dell'uomo non sembra in grado di lasciare una impronta salutare sul pianeta, servisse a diffondere certi valori.
Adoperandosi con tutta l’energia di cui disponeva e avvalendosi della preziosa collaborazione del professor Truman, un americano trapiantato in Italia, assai innamorato dei vigneti della campagna romana e della coriacea signorina Evelyn Martin - una donna forse all'antica, ma tenace come pochi - Echoswood, che gli studenti avevano ribattezzato “il professor Echos", era riuscito a rendere l'ESI un luogo di vacanze studio rispettabile e con un'ottima reputazione.
I primi mesi si pensò alla sistemazione dell'edificio, il quale, per quanto le sue mura avessero resistito alle intemperie nel corso dei secoli, aveva l'impellente necessità d'essere ristrutturato. Andava sistemato l'interno della torre, specie nella parte bassa, dove si era deciso di ricavarne un'accogliente sala lettura; si rese necessario riparare il lato delle mura coronate da merli guelfi parecchio sbeccati; rendere meno pericolante il cammino di ronda... Insomma furono molteplici i lavori di ristrutturazione e di svecchiamento degli allestimenti; fu allestita la sala mensa, la cucina, arredate le stanze dormitorio, creata la biblioteca, l'aula magna, installata la parabolica e aperto una moderna caffetteria dove, tra un impegno e l'altro, sarebbe stato possibile rilassarsi.
Superata questa prima fase, una sera ci si ritrovò tutti attorno ad un tavolo ricordando la prima aula funzionante e i primi studenti: Jean dal Canada, Larry dal Texas, Julio dal Cile coi quali nelle disquisizioni serali venivano affrontati i primi importanti e corposi argomenti: africa, povertà, protocollo di Kyoto, rifiuti, acqua, materie prime, guerre, crisi economica, forum di Davos, malattie, sfruttamento di risorse... Ciascuno esprimeva liberamente le proprie opinioni, avanzando critiche, dando suggerimenti e quando le argomentazioni man mano divennero più accademiche, si avvertì l'esigenza di stare costantemente aggiornati, rendendo pertanto inevitabile l'accesso ad Internet, mettendo l'ESI in contatto con la realtà ambientale di tanti paesi diversi.
Ora, nel corso degli "incontri d'estate e d'inverno" in cui l'Istituto svolge la sua vera funzione, il maniero può accogliere un'ottantina di studenti provenienti da ogni parte del mondo. Tra essi ci sono asiatici, australiani, europei, americani e anche una decina di africani, due dei quali ospiti fissi al castello i quali oltre a studiare e tenere in ordine la biblioteca, sapevano rendersi assai utili nei lavori pesanti, prendendosi cura degli orti e del giardino, dando in tal modo una sostanziosa mano al personale di servizio.
E sebbene negli ultimi tempi Donald Echoswood, per via della sua indole inquieta avesse preso a girare più per il mondo che occuparsi dell'ESI, l'istituto veniva portato avanti con dedizione, competenza e passione dal professor Truman e dalla signorina Martin, i quali entrambi potettero esprimere liberamente la loro innata predisposizione verso le materie pedagogiche.
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