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Che fine hanno fatto le navi iraniane che hanno attraversato il Canale di Suez?

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Chissà, forse avrà un collegamento con la costruzione della linea ferroviaria nel corridoio Europa - Medio Oriente - Asia meridionale di cui ho fatto cenno nel post precedente , il fatto delle due navi iraniane, Khark e Alvand , che hanno attraversato il canale di Suez nei giorni scorsi. Come si sa il Canale è gestito ieri come oggi dalle autorità egiziane, e per la prima volta dopo la vittoria della rivoluzione islamica in Iran del 1979 è stato acconsentito a navi iraniane di attraversarlo, per entrare nel Mediterraneo . Ora le due navi sono attraccate nel porto siriano di Lattakia e secondo il Comandante della Marina Militare iraniana Ammiraglio Habibollah Sayyar, che è in visita ufficiale di sei giorni in Siria a capo di una delegazione di autorità militari, l 'Iran è pronto per la costruzione di frangiflutti, banchine e strutture portuali in Siria. " L'esercito iraniano è in grado di svolgere la cooperazione militare con la Siria in materia di formazione e

Russia, Iran e Azerbaigian: una ferrovia per l'Oceano Indiano

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Nonostante le sanzioni economiche contro l' Iran , la Russia e l 'Azerbaigian non intendono porre fine alla  realizzazione di progetti comuni con il paese. In particolare, questo riguarda la costruzione  di più di 4.500 km di ferrovia, che collegherebbe l'Europa centrale e nord-occidentale con il Medio Oriente e l'Asia meridionale. Questo progetto è una delle priorità dello sviluppo delle ferrovie russe, azere e e iraniane, ed è progettato per garantire il transito di merci provenienti dai paesi scandinavi fino alle coste dell'Oceano Indiano. I colloqui tra Russia, Azerbaijan e Iran sono in corso da 10 anni. Un'altra riunione trilaterale si è tenuta di recente a Teheran. Dopo la riunione, sono stati firmati tre documenti, che porteranno sicuramente ad accelerare l'attuazione del progetto. Vale a dire che le parti hanno concordato di costruire un ramo ferroviario Resht (Iran) - Astara (Iran) - Astara (Azerbaigian). Al fine di attuare questa idea, si pr

Maledetto oro nero

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Dilaga nell'area mediterranea e nel Medio Oriente l'insurrezione dei popoli contro storici regimi autoritari e dittatoriali: dalla Tunisia all'Egitto, dall'Algeria allo Yemen, dal Bahrain alla Libia, dove l'inossidabile "regno" di Gheddafi sta traballando paurosamente.  Proprio in Libia , in particolare a Bengasi in Cirenaica, seconda città del paese, la rivolta sta degenerando. Tantissimi morti, ospedali pieni, un bagno di sangue anche ad opera di crudeli mercenari di colore provenienti dal sud, oltre il deserto, che sparano all'impazzata per le strade e dai tetti dei palazzi di Bengasi e nelle zone costiere. Le immagini in gran parte rubate coi telefonini e affidate a Internet che riescono ad emergere dalla morsa della censura sul bagno di sangue tra i manifestanti in Libia, mostrano l'efferatezza degli scontri e della carneficina tuttora in atto.  In queste ore, in cui si vocifera che il colonello Gheddafi abbia già lasciato il Paese per il

Canale di Suez: la sfida è rimandata?

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Nessuna nave da guerra iraniana attraverserà il canale di Suez.   Il Ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman aveva detto che due navi da guerra iraniane dovevano attraversare il canale la notte scorsa, in rotta verso la Siria , descrivendo la mossa come una "provocazione".   Così non è stato. L 'Autorità del Canale di Suez è stato " informato della cancellazione di due corse in programma oggi di due navi da guerra iraniane, facenti parte di un convoglio proveniente dal sud del Mar Rosso ".  Nessun'altra data è stata fissata per attraversare il canale di Suez. I funzionari, che hanno identificato le navi pe r Alvand e Kharg, han detto che sono vicine al porto saudita di Jeddah sul Mar Rosso. Esperti spedizionieri avevano detto in precedenza che le navi erano la fregata Alvand e la nave rifornimento Kharg. Ad ogni modo, qualsiasi nave da guerra volesse attraversare il canale di Suez, un percorso strategico di spedizione internazionale, deve

Ci siamo, è in atto la rivoluzione delle rivoluzioni

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Ci siamo, è in atto la rivoluzione delle rivoluzioni! Sta accadendo qualcosa di molto più corposo dell 'esodo biblico sulle nostre coste, evocato dal Ministro degli interni Maroni, che deve occuparsi di come far fronte a una marea di profughi in fuga da sconvolgimenti politici della Tunisia, diretti sulla piccola isola di Lampedusa, tra i quali si annidano, certamente, detenuti liberati dalle carceri durante i giorni della rivoluzione e potenziali terroristi islamici.  Sulla questione, in cui il governo italiano ha lanciato un appello all'Unione europea, è in corso una querelle con Catherine Ashton, capo della politica estera dell'Unione europea, che dalla Tunisia fa sapere che " l'Unione europea è impegnata a sostenere economicamente la Tunisia e sostenere la società civile al fine di avere libere elezioni" . Per  Angela Merkel, cancelliere della Germania "non tutti coloro che non vogliono restare in Tunisia possono venire in Europa ", ribadend

Là dove spira il vento caldo del pianeta

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Inaspettatamente, la politica mondiale si è spostata là dove spira il vento caldo del pianeta, cioè nell'Africa del nord, dove la rivoluzione dei gelsomini dalla Tunisia ha invaso l'Egitto e altri territori dell'ex impero ottomano, sui quali l'Iran si candida ad essere il faro della rivoluzione.   Anche al-Qaeda sull'area ha i suoi progetti. Nei giorni scorsi a Il Cairo molti militanti Jihadisti sono stati fatti fuggire dalle carceri, quasi a confermare le notizie che rimbalzano da un forum integralista irakeno, con l'invito di al - Qaeda a trasformare la protesta per la democrazia in guerra santa.     " Il rischio dell'area è la presa di potere dei militari come detentori dell'ordine. Impiegheranno l'islamismo come forma di controllo delle masse, più che per convinzione propria " dice  Stefano Casertano analista politico a Televideo . Un Iran così determinato, che cerca di avere il dominio assoluto su milioni di musulmani con la

NATO Lisbona 2010: un vertice piuttosto tranquillo

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Dal recente vertice NATO Lisbona 2010 , che ha rivisto, il rilancio del rapporto Europa-Stati Uniti, con quest'ultimi che sinora hanno guardato più al Pacifico che all'Atlantico, è stato varato un nuovo concetto strategico che modella l'organizzazione (verrà riformata nella sua struttura con risparmio e maggiore efficienza) alle esigenze delle nuove sfide della sicurezza, i n un mondo profondamente cambiato .  Tra queste, in primo piano l'adozione di una exit strategy dall 'Afghanistan , da compiersi, se le condizioni lo permetteranno, entro il 2014. Nel nuovo concetto strategico la Nato s'impegna nel progetto di scudo antimissile europeo , affinchè possa proteggere tutto il territorio e la popolazione europea così come gli Stati Uniti, perchè sono ormai una trentina i Paesi che possono minacciare l'Europa. Progetto nel quale vi sarà una stretta cooperazione (ma i termini sono ancora da definire) con la Russia , con la quale il disgelo si estende

Nucleare in Iran e i castelli con le carte

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Un amico di gioventù soleva trascorrere i suoi momenti di relax divertendosi a fare castelli con le carte sul tavolo accanto alla finestra che affacciava sulla ferrovia. Sebbene costruire castelli con le carte non sia un'impresa da poco, egli riusciva ad arrivare spesso al terzo livello, dimostrando polso fermo e concentrazione. Solo che ogni volta che di sotto transitava un treno , faceva  rimbombare le pareti e il pavimento di casa e di conseguenza la scossa faceva ballare il tavolo, facendo crollare, con suo grave disappunto, il bel castello di carta. Questa simpatica storia la voglio ricollegare, in un certo modo, a quanto ha affermato un geologo del Kuwait, il quale, riferendosi al reattore nucleare di Bushehr in Iran , inaugurato lo scorso agosto, ha detto che è stato costruito in una zona a forte rischio sismico, mettendo in guardia da una possibile fuga di radiazioni in caso di forte scossa. Il reattore si trova a soli 276 km dal Golfo del Kuwait e nel caso accadess

Mezzaluna rossa: sarà davvero una missione umanitaria pacifista?

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Sembra ormai evidente che dietro la missione pacifista della Freedom Flottilla , soprattutto della nave a capo del convoglio Mavi Marmara, sulla quale il blitz degli israeliani ha scatenato l'inferno, ci fosse qualcos'altro. Difatti, quasi a pretesto di quanto accaduto ecco che la Mezzaluna rossa iraniana annuncia che manderà navi pacifiste con gli aiuti diretti a Gaza.  Secondo il direttore dell' agenzia Irna di Teheran, uno delle imbarcazioni trasporterà i doni della popolazione, generi alimentari e medicinali di prima necessità, l'altra trasporterà volontari umanitari della Mezzaluna rossa . A queste due navi, nel giro di una settimana, dovranno far seguito, secondo quanto detto dal direttore della Mezzaluna Rossa iraniana, una nave ospedale ed un aereo. Tuttavia, per giungere nelle acque di Gaza, le navi dovranno attraversare il Canale di Suez , dove allo stato attuale, sembra improbabile che il governo egiziano dia loro il permesso di valicarlo. Per Israele

Israele: per fortuna stavolta il blocco navale ha funzionato

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Intercettata stamane verso l'alba, dai militari israeliani, la nave irlandese Rachel Corrie, dal nome dell'attivista statunitense rimasta uccisa nella striscia di Gaza, durante l'Intifada  di Al Aqsa, il 16 marzo 2003, nel tentativo d'impedire che un bulldozer dell'esercito israeliano distruggesse alcune case palestinesi, è stata costretta ad arrendersi e a dirottare verso il porto israeliano di Ashdod. La nave irlandese, carica di aiuti umanitari, dopo due ore di tentennamenti, ha dovuto obbedire all'ultimatum della marina israeliana, che le intimava di cambiare rotta, in quanto stava entrando in un'area di ostilità sottoposta a un blocco navale, invitando pertanto i pacifisti a bordo, a guidare l'imbarcazione nel porto di  Ashdod e a trasferire gli aiuti umanitari in coordinamento con le autorità israeliane attraverso i valichi di terra. Affinchè collaborassero, i pacifisti a bordo della Rachel Corrie, che avevano a bordo tra l'altro due grosse p

Caucaso, il futuro campo di battaglia?

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Il Caucaso meridionale oltre ad essere una via di transito per la droga diretta in Europa e Russia, è oggi un campo di battaglia chiave, un "critico crocevia strategico nella geopolitica del 21 ° secolo", al centro di progetti ambiziosi sul transito dell'energia e un corridoio militare che può estendersi dall'Europa occidentale all' East Asia, controllato (o forse non così troppo “controllato ") da Washington e da Bruxelles. S e bbene sia ancora troppo presto per parlare nel dettaglio dei risultati dei colloqui dietro le quinte tra Mosca e Washington circa la risoluzione del conflitto russo-georgiano, è chiaro che queste discussioni, come i calcoli di tutti coloro che sono coinvolti in questo conflitto, non riflettono solo la situazione immediata in Georgia e le sue due repubbliche secessioniste, Abkhazia e Ossezia meridionale. Alcuni di questi grandi obiettivi, sempre più lontani, sono stati citati da vari funzionari e analisti, ma quelli più interessanti

Ma sì, facciamo strada al progresso!

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Il mese scorso, nella zona del lago Parishan, un vero paradiso invernale per gli uccelli emigratori, migliaia di tartarughe, uccelli, serpenti ed altri animali sono bruciati tragicamente in incendi provocati da uomini. Il sospetto, neanche troppo velato, ricade su alcuni funzionari locali della vicina città di Kazeroun, nella provincia di Fars Iran, spinti dal far approvare i lavori per la costruzione di strade, cancellando così in un sol colpo, i molti canneti presenti nella zona. Paradossalmente quegli stessi funzionari, avevano manifestato la loro preoccupazione per le zone umide del lago Parishan. Secondo l'agenzia di stampa Mehr, negli ultimi dodici mesi quasi 30 ettari di canneti bambù intorno al lago sono andati distrutti in incendi, sistematicamente e deliberatamente. Ora, il Dipartimento di Giustizia ha incaricato l'Environmental Protection Agency d' indagare sull'accaduto e identificare i responsabili di questa distruzione. Tuttavia, l'agenzia finora non è

La prima guerra chimica abbattè una fortezza romana sulle rive del fiume Eufrate...

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Un angusto tunnel sotto Dura , una fortezza romana in Medio Oriente, a ridosso del fiume Eufrate , nel 256 dC , è stato teatro di un violento assedio da parte del potente impero persiano. Sebbene della battaglia non esista nessun'annotazione storica, i resti archeologici hanno contribuito a mettere a fuoco quanto accadde. I persiani utilizzarono una serie di tecniche di assedio per entrare nella fortezza. Tra queste, un passaggio sottoterra nelle gallerie delle miniere. Intendendo difendere la loro terra a tutti i costi, la guarnigione romana rispose con delle contromisure. Nel 1930 gli archeologi hanno rinvenuto le prove di una drammatica lotta: in una delle gallerie, una pila di corpi, ancora con indosso armi ed armature, testimoniano gli orrori della battaglia. La realtà, tuttavia, secondo Simon James della University of Leicester , in Inghilterra, è di tutt'altro genere. Combinando le varie annotazioni d'archivio storico a diversi viaggi sul luogo, James ha potuto rico

Oleodotti nel Mar Caspio: una partita da giocare

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Il Vice Ministro del petrolio Hossein Noqrekar Shirazi ha annunciato che l'Iran si oppone a tutti i piani per la costruzione di oleodotti sottomarini sul fondale del Mar Caspio. Si sa che l'area del Mar Caspio rappresenta una zona cruciale sia per i Paesi che la occupano sia per l’Occidente, a causa delle immense risorse naturali (gas e petrolio) che giacciono sotto il più grande lago del mondo. Proprio su questo punto, se sia corretto definire il Caspio mare o lago, potrebbero sorgere dei contrasti. Infatti se viene considerato lago, le sue riserve dovrebbero essere distribuite equamente tra i vari stati che si affacciano su di esso (Azerbaijan, Turkmenistan, Kazakistan, Iran e Russia) ; se viene considerato mare, invece, le risorse dovrebbero essere distribuite, secondo la Convenzione Onu sul diritto del Mare del 1982 , secondo la porzione di mare territoriale che viene concessa ad ogni Stato. All'agenzia Mehr News Agency , in un rapporto pubblicato sabato, il Vice