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State of the world: il consumismo ci sta divorando

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I consumi divorano il pianeta facendo si che stiamo pagando un alto prezzo per aver ignorato i problemi del consumo e del consumismo per tanto tempo. Se si continua a pensare a noi stessi come consumatori, sarà molto difficile portare i nostri problemi ambientali sotto controllo. Ma sarà altrettanto difficile vivere attorno alle gioie della vita che potrebbero essere nostre, ha detto Bill McKibben , autore di "Earth: Making a Life on a Tough New Planet " ( Terra: Prepararsi a una vita su un duro nuovo pianeta). Come uno tsunami, il consumismo ha travolto le culture umane e gli ecosistemi della Terra. Non affrontarli si corre il rischio di un disastro globale. Ma se noi canalizziamo questa ondata, trasformando intenzionalmente la nostra cultura al centro della sostenibilità, non solo eviteremo la catastrofe, ma potremo inaugurare un'era di sostenibilità, che consentirebbe a tutte le persone di prosperare, proteggendo nel contempo anche il ripristino della Terra. In St

La conquista di Marte: siamo dentro il futuro

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Dal microcosmo al macrocosmo. Dalle piccole grandi vicende umane fatte di storie di uomini, incidenti di percorsi, vite straziate, ricatti, invidie, gelosie, guerre, carestie, calamità, disgrazie, povertà, ingiustizie, speranze... dove il tempo implacabile sembra non passare mai, alle grandi conquiste della scienza nel campo della medicina, della tecnologia, dello spazio, in cui si misurerà la capacità delle persone di lavorare, d'imparare, operare e vivere in sicurezza al di là della Terra per lunghi periodi di tempo , con non più l'inospitale Luna nelle mire espansionistiche terrestri bensì asteroidi che vagano nello spazio e soprattutto il pianeta rosso, il cui suolo probabilmente sarà toccato dall'uomo attorno al 2030. Questo secondo il piano dell'amministrazione americana e della Nasa , a 50 anni dalla sua creazione, dove si prevede che già dal 2020 i primi astronauti condurranno voli di prova di missili, coadiuvati da una tecnologia hardware necessaria, per su

A chi appartiene l'acqua?

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Se i secoli XVI, XVII e XVIII secolo hanno riguardato soprattutto i sistemi di proprietà, di divisione e di utilizzazione della terra, e le rivoluzioni del XIX e XX secolo sono state fatte sui problemi della proprietà, dell’appropriazione, della divisione e dell’utilizzazione delle risorse energetiche (carbone, petrolio, elettricità), il XXI secolo si presenta come il tempo che marcherà principalmente il consumo di materie prime, e l'utilizzo dell'acqua, su cui i conflitti fra Stati e regioni tenderanno sempre più ad esacerbarsi. Oggi sotto la spinta della crescita demografica e per effetto dell'inquinamento, le risorse idriche pro capite negli ultimi trent'anni si sono ridotte del 40 per cento. Nel 2020, quando ad abitare la Terra saremo circa 8 miliardi, il numero delle persone senza accesso all'acqua potabile sarà di tre miliardi circa. Un bene, quindi, che sta diventando sempre più raro. " Chi gioca con l'acqua gioca con il fuoco" , affermò Gol

Geoingegneria planetaria: un megaprogetto da far accapponare la pelle!

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Alcuni consulenti scientifici militari stanno esaminando l'idea di riparare l'ambiente del pianeta per attenuare il riscaldamento globale con un megaprogetto di geoingeneria da far accapponare la pelle. Si tratta di audaci progetti che fanno sorridere ma anche rabbrividire i climatologi tradizionalisti. L'idea di di geoingegneria planetaria dovrebbe andare ad incidere sul clima terrestre, per evitare cambiamenti più radicali. Uno schema dell'ambizioso progetto richiederebbe l'aggiunta di ferro negli oceani, di modo che si possa stimolare la crescita di alghe per meglio assorbire le emissioni di gas serra. Un altro potrebbe essere quello di zavorrare i cieli con particelle di solfato, i quali " agirebbero come mini-riflettori" per ombreggiare la luce solare, raffreddando così la Terra. Un terzo modo è quello di coprire l'Artico con della polvere. Nonostante reazioni colme di sdegno da parte dei climatologi, tuttavia negli ultimi mesi, "le alte i

Il polmone verde del pianeta è malato

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La siccità in Amazzonia sta mettendo in pericolo l'ecosistema della foresta pluviale ed il clima globale. Questo secondo un rapporto pubblicato da Science . Nell'analizzare l'impatto della grave siccità del 2005 in Amazzonia, un team di 68 ricercatori di 13 paesi hanno trovato la prova che le precipitazioni nelle foreste tropicali affamate di pioggia perdono enormi quantità enormi di carbonio a causa della ridotta crescita di piante ed alberi morenti. La siccità del 2005 - innescata da riscaldamento nel Nord Atlantico tropicale piuttosto che El Niño - ha determinato un flusso netto di 5 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio (CO2) in atmosfera - più delle emissioni annuali di Giappone e Europa insieme -- rispetto ai normali anni in cui l'Amazzonia ha fatto da filtro per 2 miliardi tonnellate di CO2. I risultati suggeriscono che di fronte al riscaldamento del clima, contare sulle foreste tropicali, come grande deposito di carbonio è una proposta pericolosa, che

DD45, l'asteroide che sembrava più piccolino...

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DD45 è un macigno di 40 metri di diametro che va a spasso nello spazio, e ha rasentato il nostro bel pianeta azzurro a circa 70 mila chilometri di distanza. Dal 1973 mai nessun altro asteroide è passato così vicino alla Terra. Se avesse colpito il pianeta avrebbe provocato una catastrofe naturale con una potenza simile a quella di 1000 bombe atomiche, al pari, dicono gli scienziati, di quello che il 30 giugno 1908 si abbatte sulla Siberia , cancellando in un sol colpo 2000 chilometri quadrati di foresta. Eppure, dalle fotografie realizzate lo scorso 27 febbraio, DD45 era poco più di una stellina visibile ai telescopi. Al momento, noi terrestri non siamo in grado di modificare l'orbita di questi asteroidi killer, poichè il tempo che intercorre tra la loro rivelazione e la possibilità di raggiungerlo con un mezzo spaziale è troppo breve. Ci vorrebbero perlomeno una decina di anni di preavviso per poter essere in grado, appunto, di deviarne la traiettoria. L'asteroide 2009 D

Una invenzione rivoluzionaria nel campo dell'illuminazione

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Il futuro dell'illuminazione, in un momento storico in cui l'efficienza energetica può avere una parte rilevante per la salvaguardia del pianeta, sembra diventare più radioso col profilarsi di una nuova invenzione all'orizzonte. Il governo degli Stati Uniti ha patrocinato un premio di 20 milioni di dollari per il primo team di ricercatori che sappia fornire una illuminazione che risponda a una rigorosa serie di norme. Con tali presupposti la corsa verso una migliore illuminazione sta procedendo speditamente. Ora, un team della Cambridge University sembra essere molto vicino alla soluzione. L'università, difatti, grazie al lavoro dei suoi ricercatori, il cui progetto è finanziato da contributi statali e privati, tra cui quello di RFMD (RF Micro Devices ) , nella contea di Durham, leader mondiale in the design and manufacture of RF, microwave and millimeter wave components and subsystems, ha prodotto un nuovo modello grande più o meno come una monetina da un penny (all