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Il futuro del nostro cibo é a rischio

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 I ricercatori avvertono del collasso della biodiversità globale L'ONU mette in guardia sulla disponibilità di cibo globale minacciata dall'estinzione delle specie. Un calo della biodiversità globale sta mettendo a rischio la nostra capacità di produrre cibo, avverte un nuovo rapporto delle Nazioni Unite. Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, la biodiversità nei prodotti alimentari e in agricoltura "è indispensabile per la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile ". Tuttavia, negli ultimi anni la biodiversità a livello genetico, di specie e di ecosistema è in declino, riducendo la nostra capacità complessiva dei sistemi alimentari e agricoli di rispondere allo shock e allo stress derivante dai cambiamenti climatici. Lo sfruttamento eccessivo del suolo e dei mari, l'uso massiccio di pesticidi dannosi, i cambiamenti di uso del suolo in cui le foreste lasciano spazio ai terreni agricoli e ai p

Il cibo è piacere e allegria e non deve portare alla morte

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Sradicare la fame nel mondo può essere raggiunta solo se il cibo è sicuro, nutriente e di buona qualità. Il cibo non sicuro aumenta le probabilità di contrarre malattie e può essere, in alcuni casi, mortale. Ieri, la prima Conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare ad Addis Abeba organizzata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), l'Organizzazione mondiale del commercio (OMS) dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l'Unione africana (UA) ha ribadito e sottolineato la necessità di sradicare il cibo pericoloso che ostacola anche i progressi verso lo sviluppo sostenibile, ovunque. Il cibo dovrebbe essere una fonte di nutrimento e divertimento, non una causa di malattia o morte, ha detto alla Conferenza il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. " Salvaguardare il nostro cibo è una responsabilità condivisa. Dobbiamo tutti fare la nostra

La dieta mediterranea: il toccasana per una vita migliore

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Gli scienziati hanno confermato che un passaggio a una dieta vegetariana, mediterranea tradizionale o basata sul pesce potrebbe non solo aggiungere decenni di vita da vivere agli esseri umani, ma anche a prevenire la distruzione delle foreste tropicali e delle savane. La dieta mediterranea è rispettata per i suoi benefici per la salute. Mangiare stile mediterraneo è associato a una minore incidenza di malattie croniche e obesità. Con la popolazione globale destinata a raggiungere dieci miliardi entro il 2050, la sfida di nutrire il mondo in modo sano e sostenibile non dovrà che essere approfondita. Soddisfare questa sfida richiederà importanti cambiamenti sistemici a lungo termine. Non esiste paese al mondo che non sia alle prese con le gravi conseguenze sanitarie e ambientali derivanti dalle diete dei loro popoli ma ci dovrà pur essere una modo migliore che possa nutrire tutti bene e in modo sostenibile. Allo stato attuale, circa 820 milioni di persone in tutto il m

La fame in Africa, terra di abbondanza

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La fame nel mondo e soprattutto in Africa è il grosso problema d'affrontare.  Globalmente, 108 milioni di persone si sono trovate ad affrontare la crisi alimentare nel 2016, rispetto agli 80 milioni del 2015. Un aumento del 35%, secondo la Global Report on Food Crises del 2017. Altre 123 milioni di persone sono state "segnalate", contribuendo a circa 230 milioni di persone malnutrite nel 2016, di cui il 72% nella sola Africa. I livelli più alti della fame si registrano nell'Africa sub-sahariana (SSA) secondo il Global Hunger Index 2016 . Il numero di persone "denutrite" o affamate in Africa è aumentato da circa 182 milioni nei primi anni 90 a circa 233 milioni nel 2016 secondo la FAO , mentre il numero globale è diminuito da circa un miliardo ad approssivamente 795 milioni.  Questa è un'ironia crudele per l'Africa, poiché molti paesi del continente hanno la più alta percentuale di superficie coltivabile. Secondo una relazione FAO del 201

Exploit nella crescita di gas metano rilasciato dal bestiame

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Le emissioni di gas a effetto serra provenienti dall'agricoltura, silvicoltura e pesca sono quasi raddoppiate nel corso dell'ultimo mezzo secolo e potrebbero aumentare di un altro 30 per cento entro il 2050. Così sostiene un nuovo rapporto, della FAO, che ha analizzato le emissioni di gas a effetto serra provenienti dall'agricoltura, dalla silvicoltura e sfruttamento delle terre ( AFOLU ). Dal rapporto si evince che la più grande fonte di emissioni è stata la fermentazione enterica dei ruminanti - metano rilasciate dal bestiame. Questo ha rappresentato il 39% delle emissioni del settore nel 2011 ed è aumentato dell' 11% tra il 2001 e il 2011. Per la FAO le emissioni da produzione vegetale e animale è cresciuto da 4,7 miliardi di tonnellate equivalenti anidride carbonica nel 2001 a oltre 5,3 miliardi di tonnellate nel 2011, con un incremento del 13 per cento. Nel 2011, quasi la metà (45 per cento ) delle emissioni di gas a effetto serra è venuto dall&#

Il lato devastante del land grabbing

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Si chiama land grabbing, ovvero saccheggio del territorio. Un fenomeno crescente in Africa ma anche in altre zone svantaggiate del mondo in cui le popolazioni non riescono a fermare la posizione straniera delle proprie risorse. Adesso però sta nascendo una nuova consapevolezza e persino i popoli indigeni di Panama cercano di ribellarsi. Violazione dei diritti unami, mancanza di assenso libero e preventivo e poi contratti iniqui, affitti irrisori, vendita di terreni in cambio di promesse di posti di lavoro e nuove infrastrutture ma anche assenza di studi adeguati sull'impatto ambientale. Dietro al " land grabbing ", l'accaparramento di terre nei paesi a sud del mondo c'è tutto questo. La corsa all'acquisto senza regole sale nel biennio 2007-2008 per la crisi dei prezzi, ma le multinazionali, solamente in Africa, dal 2000 ad oggi si sono aggiudicate una superficie pari a 8 volte la Gran Bretagna. Il land grabbing fa male a tutti ed è un esempio di un eg

Violenza sessuale, il lato oscuro della carestia

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Diversamente da quanto faccio, stavolta riprendo per intero l'articolo apparso su Inter Press Service , lo ritengo davvero molto significativo per come stanno andando le cose tra le donne, nel paese più martoriato del mondo. Quando Aisha Diis (non è il suo vero nome) con i cinque figli ha lasciato la sua casa in Somalia per fuggire dalla devastante carestia che ha colpito la regione, non poteva conoscere i pericoli del viaggio, né immaginare che sarebbe stata vittima di violenza. Diis ha lasciato il suo villaggio di Kismaio, a sud-ovest della capitale somala Mogadiscio, lo scorso aprile, diretta al campo profughi di Dadaab, nella provincia nord-orientale del Kenya. " Viaggiavo in gruppo con diverse altre donne e bambini, ma in quattro venivamo dallo stesso villaggio, ed eravamo legate come una famiglia. Lungo la strada ci siamo fermate per preparare un tè, perché i bambini erano molto stanchi e affamati. Una di noi è rimasta indietro con i bambini e io sono andata c

Oggi, Giornata mondiale dell'Alimentazione

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Oggi 16 ottobre 2010 la Giornata mondiale dell'alimentazione ( World Food Day ) compie 30 anni . Il 2010 è una data significativa per la lotta contro la fame nel mondo: sono 30 anni che viene celebrata il World Food Day e 65 anni che è stata fondata lo United Nation's Food and Agriculture Organization .   Il tema di quest'anno, " Uniti contro la fame ", è stato scelto per riconoscere gli sforzi compiuti contro la fame nel mondo.   Le Nazioni Unite dicono che il numero degli affamati e dei malnutriti nel mondo è sceso da quasi 1 miliardo dell'anno scorso, ai 925 milioni di oggi. Sempre tanti, anzi tantissimi, ancora! Escludendo Cina e India, sono 22 i Paesi che, conseguentemente a disastri naturali, conflitti ed istituzioni deboli, si trovano ad affrontare crisi alimentari ricorrenti. Secondo il rapporto Fao-Pam (Programma alimentare mondiale) pubblicato di recente, questi Paesi, che insieme rappresentano più di  un terzo del totale, si trovano i

La più grande promessa che il mondo abbia mai fatto

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Sebbene un comunicato dalla sede generale della FAO a Roma afferma che, per la prima volta da 15 anni, nel 2010 gli affamati a livello globale si ridurranno a quota 925 milion i, la situazione è molto ma molto ben lungi dall'essere quantomeno parzialmente risolta, se si vuol raggiungere l 'obiettivo del Millennio , dimezzando entro il 2015 il numero di persone che soffrono la fame. Povertà, fame, mortalità infantile, adattamento al cambiamento climatico, sviluppo economico... sono queste le tematiche della vita di miliardi di persone in tutto il mondo, che rientrano negli " obiettivi del millenio ", concordati a New York nel 2000, in occasione del Millennium Summit, a cui parteciparono molti paesi e le maggiori istituzioni per lo sviluppo globale. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millenio sono otto e formano una mappa di intervento globale. La FAO di questi obiettivi cura soprattutto quello che si propone di sradicare la fame e l’estrema povertà. Lo scorso

FAO: un fischietto giallo contro la fame nel mondo

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Un fischietto giallo, utilizzato dai dipendenti della FAO che si sono affacciati alle ore 14 di oggi, ai finestroni del Palazzo, sede centrale di Roma, per fischiarci dentro 3 volte, in un gesto simbolico per denunciare come ancora nel  XXI secolo ci siano ancora un miliardo di persone nel mondo che soffrono la fame, e soprattutto per lanciare una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione, che parte oggi e durerà sino ad ottobre, il cui intento è la raccolta di un milione di firme, attraverso il sito internet www.1billionhungry.org/ ,  da consegnare alle Nazioni Unite il 16 ottobre, giornata mondiale dell'alimentazione , per chiedere ai governi un impegno concreto contro la fame. Sulle solide pareti del Palazzo della Fao , nei pressi del Circo Massimo , sono stati fatti scivolare dei grandi striscioni con su scritto lo slogan di questa campagna: Io sono infuriato ... perchè nel mondo 1 miliardo di persone soffre ancora la fame. Per sfamare un miliardo di per

Vertice FAO: Jacques Diouf batte cassa

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La terra può nutrire tutti, ha detto papa Benedetto XVI , in occasione dell'apertura del vertice Fao sulla sicurezza alimentare, a Roma. Sì, anche quel miliardo e 20 milioni di persone che ogni giorno non sanno come sfamarsi. Opulenza, sprechi e negligenza, tra i poveri, che forse dovrebbero aprire di più gli occhi, e tra i ricchi, che non hanno compreso che l'unico sistema per "sdebitarsi" coi paesi poveri del mondo, che hanno saccheggiato, usato, corrotto... l'unica cosa da fare e di sbrigarsi ad aiutarli in maniera seria, poichè è inamissibile che " la fame boia " uccida un bambino ogni sei secondi . Specie se poi si pensa al costo degli sprechi che si fanno nel mondo occidentale. Ad esempio, ogni famiglia italiana getta nella spazzature almeno 50 euro di cibo, il 10 % della spesa annuale. Nella spazzatura finisce soprattutto carne, pane, pasta, frutta e verdura. Se poi vi aggiungiamo anche quanto sprecano i supermercati, i ristoranti, i fast food, i

Fame nel mondo: forse la Cina può indicare la strada da seguire?

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Quasi tutti i 300 esperti presenti al forum di due giorni sull'alimentazione a Roma hanno convenuto che tra di loro ci sono tutte le risposte a come nutrire il mondo nel 2050 , ma hanno forti dubbi sul sostegno politico che dovrebbero avere. Il forum di due giorni è stata organizzato dopo un avvertimento da parte dellaFao che, se le misure per accrescere la produzione alimentare non sono state prese oggi, 370 milioni di persone potrebbero soffrire la fame entro il 2050, quando si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi. Durante una votazione nell'ultima sessione dei lavori gli esperti del forum hanno espresso la loro mancanza di fiducia nella leadership politica globale. La grave crisi economica che ha investito il pianeta ha dato un forte rallentamento ai buoni propositi che erano stati prefissati, specialmente da parte del mondo industrializzato. La conferenza si è concentrata sul continente africano, dove si prevede la maggior crescita de

Ma in che mondo viviamo

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Ma in che mondo viviamo? E' forse la nostra un'era barbara?! Vi rendete conto che si può morire anche solo per pochi spiccioli! E che la morte dell'uno non rattrista poi così tanto l'altro! Non si tratta di egoismo, neppure di cinismo, bensì è solo la voglia di sopravvivenza, innata nel genere umano. Siamo troppi sul pianeta, ed il cibo non ci sarà per tutti. Già oggi, un sesto della popolazione mondiale, quasi tutta nei paesi in via di sviluppo, soffre la fame. Per la FAO, il tasso di fame è in aumento, e il numero delle persone che ne soffrono cresce più rapidamente della popolazione mondiale, che aumenta di circa 80 milioni di individui all'anno, praticamente come se ogni anno si aggiungesse la popolazione dell''Egitto , che conta oggi 82 milioni di persone e che è quasi raddoppiata da quando Mubarak è entrato in carica nel 1981, o del Bihar , lo stato più povero e problematico dell'India, che nella sua totalità conta 1.129.866.200 abitanti, secon

Fame e malnutrizione colpiscono il mondo intero

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Un sesto della popolazione mondiale soffre la fame, maggiormente nei paesi in via di sviluppo. Secondo la Fao, che ha lanciato l'allarme, la parte più popolosa, circa 642 milioni di persone, vive nell'Asia - Pacifico, ed il fenomeno è in aumento del 10,5 per cento rispetto al 2008; 265 milioni si trovano nell'Africa subsahariana, dove l'aumento è dell'11,8 per cento; oltre 50 milioni in America Latina e 42 milioni nel nord Africa e nel vicino Oriente. Tuttavia, il segnale più preoccupante, giunge proprio dal mondo sviluppato, dove la sottoalimentazione è una preoccupazione crescente, con 15 milioni di persone che ne soffrono, con un 15,4 per cento in aumento: l'aumento più rilevante in tutto il mondo. Per la FAO, il tasso di fame è in aumento, e il numero delle persone che ne soffrono cresce più rapidamente della popolazione mondiale. Da Roma, dove è la sede Fao , il direttore generale, Jacques Diouf ha detto che " nessuna parte del mondo è immune. Tutt

Anteprima di "Meat the truth"

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Stasera ad Exit , su LA7 , il programma di informazione condotto da Ilaria D'Amico, verrà presentato un’anteprima del documentario olandese " Meat the Truth " (Carne, la verità sconosciuta) realizzato e distribuito in Italia dall'associazione no-profit AgireOra Edizioni . " Meat the true " è un documentario prodotto dalla Nicolaas G. Pierson Foundation che mostra come una delle maggiori cause del global warming dipenda dall'allevamento intensivo del bestiame. Difatti, da un rapporto diffuso dalla FAO , si apprende che l'industria internazionale della carne genera circa il 18% delle emissioni di gas serra mondiali, cioè più di tutte le automobili, camion, treni, battelli e aerei messi assieme... In Australia , dove la produzione annuale di gas serra è di 565 milioni di tonnellate (95 milioni provengono dall'agricoltura e il 68% provengono da 27 milioni di capi bovini, che producono circa il 12% delle emissioni) , secondo recenti dati, il