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Star Wars V/S le zanzare con il WMD ( arma di distruzione della zanzara)

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Un quarto di secolo fa, gli scienziati americani proposero il sistema missilistico di difesa "Star Wars " per battere i missili sovietici dai cieli con i raggi laser. Alcuni di quegli scienziati stanno ora puntando i loro laser ad un'altra minaccia che vola: la zanzara. In un laboratorio nel sobborgo di Seattle , ricercatori con lunghi camici bianchi stanno ora fermi a guardare una piccola scatola di vetro contenente gli insetti. Ogni pochi secondi un aggeggio ad una distanza di 100 metri ha sparato un fascio che raggiunge con un ronzio le zanzare ad una ad una, con un punto di luce rossa. Gli insetti hanno sopravvissuto a questo particolare test, che ha utilizzato un laser non letale. Ma se questi ricercatori hanno il loro modo, i missili di difesa strategici della Guerra fredda rinasceranno come WMD ( Weapon of Mosquito Destruction ) : Arma di distruzione della zanzara . "Noi saremo felici di destabilizzare l'equilibrio delle forze tra zanzara e uomo" so

Una torre alta 300 metri in Amazzonia per controllare l'inquinamento

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Giovedì scorso a San Paolo del Brasile il governo brasiliano e quello tedesco hanno stipulato un accordo per la costruzione di una torre alta 300 metri, che contribuirà a controllare i cambiamenti climatici nella regione della foresta pluviale dell'Amazzonia. La torre sarà alta quasi quanto la Torre Eiffel (324 metri). L'accordo, firmato dai ministro brasiliano per la Scienza e la Tecnologia Sergio Rezende e dal ministro tedesco per l'Education e la Ricerca Anette Schavan, prevede inoltre la costruzione di altre quattro piccole torri di 60 metri ciascuna. Secondo la parte tedesca, la costruzione delle torri e la loro manutenzione per i primi cinque anni costerà 8,4 milioni di euro (10,8 milioni di dollari), che saranno forniti da entrambi i paesi. Il progetto serve a coordinare gli sforzi da parte del National Institute of Amazon Research del Brasile, e il Max Planck Institute tedesco nella ricerca ambientale della regione. I ministri hanno inoltre firmato un accordo di c

Bambini soldato: una vita disperata

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Ieri sera sul piccolo schermo, precisamente su Italia Uno, è stato trasmesso il film " Blood diamond " (diamanti insanguinati) , che quando 2 anni fa uscì nelle sale cinematografiche fece scendere in campo persino Nelson Mandela , il carismatico leader africano, il quale si mostrò molto preoccupato della grande risonanza che ottenne il film in quanto temeva che fungesse da mezzo di destabilizzazione in quei paesi africani produttori di diamanti. La storia, avventurosa e crudele, mostra cosa si nasconde dietro il commercio dei diamanti, i quali, probabilmente, se non ci fossero le donne sarebbero considerati dei semplici sassolini... Ma al di la di queste preziose pietre, portatrici di spietate guerre in diversi paesi africani ed asiatici, il film pone in evidenza anche il dramma dei bambini soldato. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) , ogni anno quasi 10 milioni di bambini muoiono per cause prevenibili prima del loro quinto compleanno.

Le crisi nel mondo dimenticate dai mass media

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Dal Rapporto annuale sulle crisi dimenticate nel 2008 di " Medici senza frontiere " emerge che Somalia, Myanmar, Zimbabwe, Repubblica democratica del Congo, paesi nei quali migliaia di civili sono vittime di conflitti, fame e violazione dei diritti umani... "non fanno notizia" nei telegiornali italiani. Per questo la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico, impegnata in contesti di conflitto, catastrofi naturali ect... lancia la campagna " Adotta una crisi dimenticata " ( www.crisidimenticate.it ) per chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive, testate on-line di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante quest'anno, fino alla presentazione del rapporto 2010. A fianco alla "denuncia" della scarsa attenzione dei Tg alle crisi umanitarie nel pianeta, "Medici senza frontiere " ha stilato una classifica delle crisi dimenticate. Per prima, c'è la cata

Il ritorno delle api

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Eravamo rimasti al fatto che era proprio il mondo animale ad aver avvertito per primo i mutamenti climatici, tant'è che in Abruzzo, gli orsi, invece di starsene tranquillamente in letargo se ne andavano a passeggio per le riserve; le farfalle svolazzavano in cerca di fiori e già si facevano vedere le famigerate cavallette, mentre le api si svegliavano con mesi di anticipo uscendo dall'alveare a gennaio anzichè a primavera. Questo capitava nell'inverno del 2007... Già le api! Mancano una decina di giorni al punto gamma astrale, cioè all'equinozio di primavera, e dopo un inverno, questo che ancora ci accompagna, tornato ad essere rigido e molto piovoso (da almeno 200 anni non era piovuto così tanto), ecco ricomparire, nei tempi dettati dalla natura, le api in California. E meno male, perchè se andiamo a ricordare la famosa frase di Einstein che diceva: " Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita" ..

Povera Africa...

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Il Primo Ministro dello Zimbabwe, Morgan Tsvangirai ha reso noto che nel suo paese i casi di decessi causati dall'epidemia di colera sono stati di gran lunga superiori a quelli riportati. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, più di 80 mila persone sono state infettate dal focolaio di sei mesi fa, con quasi 4 000 morti. Tsvangirai ha convocato una riunione di emergenza degli uffici sanitari e dei donatori. Le morti causate dal colera in Africa in 15 anni si è diffusa nei paesi vicini, tra cui il Sud Africa. Il sistema sanitario dello Zimbabwe è crollato, e tutti gli ospedali sono in lotta per la penuria di farmaci, per gli elevati casi di HIV / AIDS e gli infermieri e i medici spesso scioperano per avere una migliore retribuzione. In Angola, invece, dal mese di novembre sono 82 i bambini morti a causa della rabbia nella capitale Luanda. Circa un quarto dei decessi sono avvenuti nel corso delle ultime due settimane. E ' la peggiore epidemia di rabbia che ha colp

Il polmone verde del pianeta è malato

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La siccità in Amazzonia sta mettendo in pericolo l'ecosistema della foresta pluviale ed il clima globale. Questo secondo un rapporto pubblicato da Science . Nell'analizzare l'impatto della grave siccità del 2005 in Amazzonia, un team di 68 ricercatori di 13 paesi hanno trovato la prova che le precipitazioni nelle foreste tropicali affamate di pioggia perdono enormi quantità enormi di carbonio a causa della ridotta crescita di piante ed alberi morenti. La siccità del 2005 - innescata da riscaldamento nel Nord Atlantico tropicale piuttosto che El Niño - ha determinato un flusso netto di 5 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio (CO2) in atmosfera - più delle emissioni annuali di Giappone e Europa insieme -- rispetto ai normali anni in cui l'Amazzonia ha fatto da filtro per 2 miliardi tonnellate di CO2. I risultati suggeriscono che di fronte al riscaldamento del clima, contare sulle foreste tropicali, come grande deposito di carbonio è una proposta pericolosa, che

DD45, l'asteroide che sembrava più piccolino...

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DD45 è un macigno di 40 metri di diametro che va a spasso nello spazio, e ha rasentato il nostro bel pianeta azzurro a circa 70 mila chilometri di distanza. Dal 1973 mai nessun altro asteroide è passato così vicino alla Terra. Se avesse colpito il pianeta avrebbe provocato una catastrofe naturale con una potenza simile a quella di 1000 bombe atomiche, al pari, dicono gli scienziati, di quello che il 30 giugno 1908 si abbatte sulla Siberia , cancellando in un sol colpo 2000 chilometri quadrati di foresta. Eppure, dalle fotografie realizzate lo scorso 27 febbraio, DD45 era poco più di una stellina visibile ai telescopi. Al momento, noi terrestri non siamo in grado di modificare l'orbita di questi asteroidi killer, poichè il tempo che intercorre tra la loro rivelazione e la possibilità di raggiungerlo con un mezzo spaziale è troppo breve. Ci vorrebbero perlomeno una decina di anni di preavviso per poter essere in grado, appunto, di deviarne la traiettoria. L'asteroide 2009 D

Centinaia di balene arenate in Tasmania

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Gli scienziati non riescono a spiegarsi il motivo del perchè tante balene finiscono per arenarsi sulle spiagge della Tasmania (Australia). Ciò accade durante la loro migrazione da e per le acque antartiche. La foto, ripresa da dailymail.co.uk , mostra 194 balene pilota e una mezza dozzina di bottlenose, i più comuni e più conosciuti delfini del tipo Tursiops, rimasti incagliati domenica sera sulla spiaggia di Naracoopa, a King Isle, nello stato della Tasmania. Ammirevole il soccorso di un centinaio di residenti dell'isola del Re, che già lunedì pomeriggio sono riusciti a restituire una cinquantina di balene al mare. Articolo completo (in inglese) su dailymail.co.uk Immagine: dailymail.co.uk

Cina: la grande muraglia verde

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Se si visita Pechino in primavera e sperimenti le tempeste di polvere che si abbattono sui residenti che corrono via a proteggersi la testa con sacchetti di plastica, non si può che rimanere sorpresi di constatare che la città un giorno potrebbe essere inghiottita dal deserto di Gobi. Solo a 150 km i venti soffiano verso la capitale portando con se la sabbia del deserto calcolata in 2 km l'anno, con dune che delimitano il confine alte oltre i 30 metri. Nella loro scia, queste enormi tempeste di polvere hanno lasciato dietro di se intere città abbandonate e milioni di profughi ambientali. Inoltre hanno portato effetti bizzarri meteorologici, quali venti neri e piogge di fango, che attraversano il Pacifico giungendo sotto forma di granelli di pioggia su Vancouver o portare tramonti irreali a San Francisco. Il problema è l'eccessivo disboscamento e la deforestazione che ogni mese ruba 200 kmq di terre coltivabili alla Cina che si trasformano in deserto. Il governo cinese ha sta

Per produrre acqua in bottiglia si spreca troppo ma troppo petrolio...

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Una nuova ricerca del Pacific Institute stima che l'acqua in bottiglia è fino a 2000 volte a più alta intensità energetica dell'acqua del rubinetto. Similmente, l'acqua in bottiglia che richiede trasporti su lunghe distanze abbisogna di molta più energia dell'acqua in bottiglia prodotta e distribuita a livello locale. In effetti, a conti fatti, sembra che nel 2007 siano stati venduti circa 200 miliardi di litri di acqua in bottiglia in tutto il mondo. Solo negli Usa, il consumo annuale di acqua in bottiglia ha richiesto l'equivalente compreso tra i 32 e i 54 milioni di barili di petrolio , circa un terzo della percentuale del consumo totale di energia primaria degli Stati Uniti. L'articolo, “Energy implications of bottled water” scritto dai ricercatori Peter H. Gleick e Heather Cooley , è una prima analisi valutatata da specialisti (peer-reviewed) , pubblicato nell'edizione di febbraio 2009 da Environmental Research Letters. "Mentre l'uso dell

Stop al global warming con un "ombrellone" di 100 mila miglia quadrate

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Gli scienziati affermano di poter combattere il riscaldamento globale mediante lo sparare nello spazio trilioni di specchi per deviare i raggi del sole, formando un gigantesco ombrellone di 100 mila miglia quadrate. Secondo l'astronomo Roger Angel , della University of Arizona , il trilione di specchi potrebbero essere sparati sulla Terra usando un enorme cannone con una canna da 0,6 miglia. Il "pistolone" potrebbe caricare 100 volte la potenza delle armi convenzionali e avrebbe bisogno di una zona esclusiva di parecchie miglia prima d'essere sparato. Malgrado gli evidenti ostacoli, compreso il lato economico (si parla di 350 trilioni di dollari) , il dottor Angel confida che il suo progetto possa decollare. Egli ha detto: "Quello che abbiamo sviluppato è sicuramente efficace e un metodo garantito per funzionare. " I test sono in corso, ma pensiamo di essere pronti per il lancio entro 20 o 30 anni. Il dottor Angel si è già assicurato un finanziamento dall

L'energia nucleare in Italia 2

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post precedente Intanto la ricerca va avanti. Per una possibile soluzione di questo problema bisognerà attendere quindi la quarta generazione, almeno un ventennio, dove lo sfruttamento delle risorse dovrebbe essere ottimizzato e la produzione di scorie ridotta al minimo. In Francia, 58 centrali nucleari attive producono circa l'ottanta per cento del fabbisogno energetico, mentre l'Italia è fortemente dipendente dal petrolio e dal gas estero. Ora, il ritorno al nucleare per l'Italia, dopo l'accordo tra Enel e la francese Eds , due ex monopolisti nazionali dell'energia, è più vicino. Le due multinazionali energetiche hanno firmato un'intesa per studiare la fattibilità e la successiva realizzazione di 4 impianti nucleari di terza generazione dell'energia atomica, più moderna e pulita, con reattori probabilmente di tipo Edr, nel nostro paese. Dovranno sorgere in posti non sismici con facile accesso all'acqua, lontani dai grandi centri. Il nucleare poi va